Legislatura 18ª - Dossier n. 149 DE

La questione della Bielorussia

La Commissione europea ha presentato il 1° dicembre 2021 una proposta di decisione del Consiglio dell’UE relativa a misure temporanee (per un periodo di 6 mesi) in materia di asilo e rimpatrio per aiutare la Lettonia, la Lituania e la Polonia ad affrontare la situazione di emergenza alle frontiere esterne dell'UE con la Bielorussia.

Si ricorda che sin dall'estate del 2021 il Governo della Bielorussia ha avviato un attacco ibrido contro l'UE, in particolare contro la Lituania, la Polonia e la Lettonia, sotto forma di strumentalizzazione di persone di migranti in provenienza maggioritaria da Paesi del Medio Oriente (ad esempio l’Iraq).

La proposta fa seguito all'invito rivolto alla Commissione dal Consiglio europeo nell’ottobre di proporre le modifiche necessarie al quadro giuridico dell'UE e misure concrete per rispondere alla strumentalizzazione avallata dallo Stato delle persone alle frontiere esterne dell'UE con la Bielorussia.

Le misure consentiranno a tali Stati membri di istituire processi rapidi e ordinati per gestire la situazione, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e degli obblighi internazionali, compreso il principio di non respingimento.

In particolare, la proposta prevede:

una procedura di emergenza per la gestione della migrazione e dell'asilo alle frontiere esterne, in base alla quale la Lituania, la Polonia e la Lettonia avranno la possibilità di estendere il periodo di registrazione per le domande di asilo a 4 settimane, invece degli attuali 3-10 giorni. Gli Stati membri possono inoltre applicare la procedura di asilo alla frontiera per trattare tutte le domande di asilo, compreso il ricorso, entro un massimo di 16 settimane, salvo nei casi in cui non sia possibile fornire un sostegno adeguato ai richiedenti con particolari problemi di salute. In tale contesto si dovrebbe attribuire la priorità alle domande fondate e a quelle delle famiglie e dei minori;

disposizioni in materia di condizioni materiali di accoglienza. Le condizioni di accoglienza degli Stati membri mirano innanzitutto a soddisfare le esigenze di base offrendo, tra l'altro, un ricovero temporaneo adatto alle condizioni meteorologiche stagionali, cibo, acqua, indumenti, cure mediche adeguate e assistenza alle persone vulnerabili, nel pieno rispetto della dignità umana. È importante che gli Stati membri garantiscano una stretta cooperazione con l'UNHCR e le pertinenti organizzazioni partner;

procedure di rimpatrio semplificate: gli Stati membri interessati potranno applicare procedure nazionali semplificate e più rapide, anche per il rimpatrio delle persone le cui domande di protezione internazionale sono state respinte;

il sostegno delle agenzie dell'UE: le agenzie dell'UE potranno aiutare gli Stati membri su richiesta. L'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) può contribuire alla registrazione e al trattamento delle domande, garantire l'identificazione delle persone vulnerabili e sostenere la gestione, la progettazione e la realizzazione di un'accoglienza adeguata. Un ulteriore sostegno di Frontex è disponibile per le attività di controllo delle frontiere, comprese le operazioni di screening e di rimpatrio. Anche Europol può aiutare fornendo intelligence per contrastare il traffico di migranti;

proseguimento della cooperazione: la Commissione, gli Stati membri e le agenzie dell'UE proseguiranno la loro cooperazione, anche tramite l'obbligo, per gli Stati membri, di continuare a trasmettere dati e statistiche pertinenti attraverso la rete dell'UE per la preparazione e per la gestione delle crisi nel settore della migrazione;

La proposta di decisione relativa a misure temporanee in materia di asilo e rimpatrio si colloca nel contesto di una serie di azioni coordinate dell'UE che comprendono: misure mirate per gli operatori di trasporto che facilitano o praticano il traffico di esseri umani; un'azione diplomatica ed esterna; l'intensificazione dell'assistenza umanitaria e del sostegno alla gestione delle frontiere e della migrazione.

Si ricorda che il 10 novembre l'Alto rappresentante ha formulato una dichiarazione a nome dell'UE in cui condanna fermamente il regime di Lukashenko per aver deliberatamente messo in pericolo la vita e il benessere delle persone e per fomentare la crisi alle frontiere esterne dell'UE nel tentativo di distogliere l'attenzione dalla situazione in Bielorussia, dove la repressione brutale e le violazioni dei diritti umani continuano e addirittura si aggravano.

Infine, il 15 novembre 2021, il Consiglio dell’UE ha modificato il suo regime di sanzioni in considerazione della situazione alla frontiera dell'UE con la Bielorussia, in modo da poter rispondere alla strumentalizzazione di esseri umani da parte del regime bielorusso a fini politici. Mediante una decisione e un regolamento del Consiglio che ampliano i criteri di inserimento in elenco su cui possono basarsi le specifiche designazioni, l'UE può imporre sanzioni nei confronti di persone ed entità che organizzano o contribuiscono alle attività volte a facilitare l'attraversamento illegale delle frontiere esterne dell'UE.