Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06021

Atto n. 4-06021

Pubblicato il 21 settembre 2021, nella seduta n. 361

LANNUTTI , ANGRISANI , CASTALDI , DE BONIS - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -

Premesso che il "Prosecco" è un vino la cui produzione abbraccia due regioni (Veneto e Friuli-Venezia Giulia, il paese di Prosecco si trova in provincia di Trieste), nove province e tre denominazioni d'origine (Prosecco DOC, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOCG e Asolo Prosecco DOCG) per una produzione complessiva che supera i 620 milioni di bottiglie all'anno. Si tratta di un vero e proprio colosso enologico, che nel corso della pandemia ha mostrato una sostanziale tenuta con diverse punte di vera crescita. Tra rimodulazione dei canali di vendita e delle esportazioni ha infatti risposto alla pandemia riuscendo a mettere a segno risultati che vanno molto al di là della sola resilienza, con un record storico dell'export di Prosecco nel mondo, cresciuto del 35 per cento nei primi sei mesi del 2021. Delle oltre 620 milioni le bottiglie prodotte, 370 milioni sono infatti esportate, per un mercato complessivo che vale 2 miliardi di euro, di cui un miliardo all'estero (il 16 per cento sul totale);

considerato che la Croazia nei giorni scorsi ha avviato le procedure per il riconoscimento a livello europeo della denominazione "Prosek" come menzione tradizionale da abbinare a un vino bianco locale. La richiesta è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale UE il 13 settembre 2021. La denominazione Prosek, simile a quello della DOP italiana Prosecco, potrebbe trarre in inganno i consumatori e causare danno al vino made in Italy, oltre al fatto che è in evidente conflitto con le normative della UE che disciplinano e tutelano i prodotti DOP e IGP da ogni forma di abuso, imitazione o evocazione. Infatti, già nel 2013 la stessa richiesta da parte della Croazia venne bocciata in quanto, spiegò l'allora commissario Ciolos, "l'utilizzo in commercio del termine 'Prosek' può creare problemi giuridici nella misura in cui rientra nel campo d'applicazione dell'art. 118 del regolamento CE n. 1234/2007, poiché la denominazione croata potrebbe entrare in conflitto con la protezione della DOP italiana Prosecco. Le autorità croate sono a conoscenza di tale problema giuridico";

considerato inoltre che il riconoscimento della denominazione "Prosek" contraddice in maniera clamorosa la recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale e ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall'Unione europea. Caso nato dal ricorso del Comité interprofessionnel du vin de Champagne (CIVC), organismo per la tutela degli interessi dei produttori di champagne, contro una catena di bar spagnoli che usa il nome "Champanillo" (che in lingua spagnola significa "piccolo champagne") per promuovere i locali, con un supporto grafico raffigurante due coppe riempite di una bevanda spumante. Secondo i giudici UE non è necessario che il prodotto protetto dalla denominazione e il prodotto o il servizio contestati siano identici o simili, poiché l'esistenza del nesso tra il falso e l'autentico può derivare anche dall'affinità fonetica e visiva. Pertanto se è illegittimo usare un nome o un segno che evocano, anche storpiandolo, un prodotto a denominazione di origine, la sentenza della Corte dovrebbe essere applicata anche al Prosek croato, un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti descritti;

che cosa intenda fare per contrastare le illegittime pretese di riconoscimento della denominazione "Prosek", considerando che tutte le parti interessate dispongono di un termine di due mesi a decorrere dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale UE per presentare un'obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale;

come intenda attivarsi per tutelare i consumatori e gli oltre 8.000 produttori della DOP Prosecco, vittime di abusi e contraffazioni legate a fenomeni quali l'agropirateria e il fenomeno dell'italian sounding, come nel caso del Prosek croato.