Legislatura 18 Risposta ad interrogazione scritta n° 4-03495


Risposta all'interrogazione n. 4-03495
Fascicolo n.80

Risposta. - L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha rappresentato che la Rai Radiotelevisione italiana SpA è tenuta a prestare il servizio pubblico generale radiotelevisivo in ossequio alle disposizioni del testo unico dei servizi media audiovisivi e del contratto nazionale di servizio 2018-2022, stipulato tra il Ministero dello sviluppo economico e la società concessionaria. In particolare, ai sensi degli articoli 3 e 7 del testo unico, costituiscono principi fondamentali del sistema radiotelevisivo il pluralismo, la completezza e l'imparzialità dell'informazione, nonché l'apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche. Inoltre, l'attività di informazione dei servizi di media audiovisivi, in quanto servizio di interesse generale, deve favorire la libera formazione delle opinioni.

Tali principi ricevono conferma nell'atto di indirizzo sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo, approvato dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nella seduta dell'11 marzo 2003, nel quale è previsto che "Tutte le trasmissioni di informazione - dai telegiornali ai programmi di approfondimento - devono rispettare rigorosamente, con la completezza dell'informazione (...) avendo come unico criterio quello di fornire ai cittadini utenti il massimo di informazioni, verificate e fondate, con il massimo della chiarezza".

L'Autorità ha tenuto a precisare altresì che l'attività di informazione televisiva costituisce servizio di interesse generale e che, in ossequio a tale funzione, tutte le emittenti televisive sono tenute ad assicurare un'adeguata informazione sui fatti di attualità, al fine di concorrere alla formazione di un'opinione pubblica consapevole. Ciò con particolare riguardo al corrente stato di emergenza nazionale, in cui appare di prioritaria importanza garantire un'informazione corretta, scientificamente fondata, sui giusti comportamenti da assumere per contrastare la diffusione del virus, a tutela della salute pubblica.

L'Autorità ha informato di aver rivolto a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici un richiamo, con la delibera n. 129/20/CONS del 18 marzo 2020, affinché, in ossequio ai principi sanciti a tutela di un'informazione corretta ed obiettiva, sia garantita un'adeguata copertura informativa sul tema del coronavirus, assumendo ogni più idonea iniziativa per assicurare la testimonianza di autorevoli esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti informazioni verificate e fondate.

Con particolare riferimento al momento di emergenza sanitaria in corso, dunque, la normativa citata impone alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, nell'espletamento della missione di cui portatrice, di assicurare un'adeguata e esaustiva informazione in merito. Pertanto, a detta dell'Autorità, la presenza nei programmi Rai di soggetti informati o, comunque, coinvolti nel tema oggetto di trattazione appare strumentale al raggiungimento della finalità perseguita dal legislatore: ne deriva, quindi, che l'individuazione dei soggetti da invitare in tali consessi non può che essere rimessa all'autonoma determinazione editoriale della concessionaria in ossequio al principio, costituzionalmente garantito, della libertà di informazione. Altresì, la valutazione in ordine alla completezza dell'informazione non può essere effettuata in base al tempo televisivo fruito da ciascun soggetto portatore di determinate informazioni o al numero di presenze dello stesso, ma alla luce della completezza dei temi oggetto di informazione.

Per quanto attiene alla questione sollevata in merito alla "partecipazione del professor Burioni su Rai2" e al possibile "contrasto con il diritto dei cittadini ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio", anche alla luce del quadro normativo di riferimento, l'AGCOM ha osservato che la presenza del professor Roberto Burloni nel programma "Che tempo che fa", in qualità di esperto sulla tematica del coronavirus, appare strumentale al raggiungimento della finalità di assicurare una completa informazione su tale tematica. La stessa viene peraltro trattata, nel corso delle puntate del programma, anche attraverso il confronto con altri soggetti esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti una pluralità di informazioni. In particolare, dai dati di monitoraggio forniti all'Autorità dalla Geca Italia srl con riferimento allo stesso programma Rai, risulta che, nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 30 aprile 2020, hanno partecipato oltre al professor Roberto Burioni anche altri esponenti del mondo delle scienze e della medicina sul tema dell'emergenza sanitaria (anche tramite collegamenti in diretta).

Alla luce delle considerazioni svolte, l'AGCOM ha concluso di non ravvisare elementi di criticità nella condotta della Rai in merito alla presenza nei suoi programmi del professor Burioni, né gli estremi della violazione dei principi a tutela del pluralismo dell'informazione, sanciti dal testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e a tutela della correttezza dell'informazione con riferimento specifico alla trattazione del tema.

Per rispondere alla richiesta di chiarimenti "in merito ai compensi pattuiti con medici, scienziati ed esperti vari per la partecipazione a programmi di intrattenimento o d'informazione", è stata interpellata sul punto la Rai.

Per quanto riguarda la partecipazione del professor Burioni come ospite della trasmissione "Che tempo che fa", l'azienda segnala che, a seguito dell'evolversi della pandemia, le puntate sono state quasi interamente dedicate al tema del coronavirus e accanto a lui si sono avvicendati moltissimi altri medici e ricercatori, che lavorano in Italia e all'estero. In merito al suo compenso, per la partecipazione alla trasmissione, la Rai informa che il professor Burioni percepisce, come ogni altro ospite che prende parte alla trasmissione, un gettone di presenza, corrispostogli dalla società "Officina", con cui l'azienda ha un accordo quadro di appalto parziale. All'interno di tale contratto è previsto un valore forfettario a puntata per la presenza degli ospiti e per le relative spese e, pertanto, è "Officina" che stipula direttamente i contratti con gli ospiti. In relazione all'ipotesi di un possibile conflitto di interessi, la Rai riferisce che la stessa società "Officina", sentito direttamente l'interessato, ha comunicato che il professor Burioni sostiene di non di essere socio di aziende che producono farmaci o vaccini. Per quanto attiene, infine, alla dottoressa Capua, l'azienda informa che per la sua partecipazione nei programmi della Rai non ha mai ricevuto alcun compenso durante e dopo il periodo di emergenza coronavirus.

Si assicura la massima collaborazione del Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie competenze, a garantire il rispetto delle regole e dei principi vigenti ai sensi del contratto di servizio 2018-2022, al fine di un corretto svolgimento del servizio pubblico da parte della Rai.

Il Ministro dello dello sviluppo economico
PATUANELLI

(18 settembre 2020)