Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00620

Atto n. 3-00620

Pubblicato il 21 febbraio 2019, nella seduta n. 92
Svolto nella seduta n. 92 dell'Assemblea (21/02/2019)

STEGER , UNTERBERGER , DURNWALDER , LANIECE - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

nell'ultima nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il Governo ha stimato una crescita del PIL dell'1,5 per cento per l'anno 2019, dell'1,6 per cento per il 2020 e dell'1,4 per cento per il 2021 e ha indicato, per il 2019, una manovra costruita attorno a un rapporto deficit/PIL del 2,4 per cento;

al fine di scongiurare una procedura d'infrazione in sede europea, il Governo ha indicato il 2,04 per cento come nuovo rapporto deficit/PIL, con una revisione delle attese di crescita per il prossimo triennio, che sono state abbassate all'1 per cento per il 2019, all'1,1 per cento per il 2020 e all'1 per cento per il 2021;

queste stime sono risultate decisamente ottimistiche rispetto ai dati sull'andamento reale dell'economia. Per il quarto trimestre 2018, l'Istat ha rilevato una contrazione dell'economia dello 0,2 per cento, che segue quello dello 0,1 per cento registrato nel periodo luglio-settembre dello stesso anno. Inoltre, i dati Eurostat relativi all'ultimo trimestre 2018 hanno indicato l'Italia come "fanalino di coda" nella crescita europea, nonché come unico Paese caratterizzato dal "segno meno";

gli ultimi dati sulla produzione industriale dipingono un quadro allarmante, quello cioè di un Paese sull'orlo di una nuova e profonda recessione economica: il fatturato dell'industria è diminuito del 3,5 per cento nell'ultimo trimestre 2018, con una diminuzione su base annua del 7,3 per cento, segnando il minimo storico degli ultimi dieci anni; il calo congiunturale del fatturato riguarda sia il mercato interno (2,7 per cento in meno) sia, in misura più accentuata, quello estero (4,7 per cento in meno);

anche le previsioni sull'andamento dell'economia per il 2019 non lasciano presagire nulla di buono: la Commissione europea ha abbassato le stime di crescita per il PIL italiano nel 2019, passando dall'1,2 per cento allo 0,2 per cento, rispetto all'1,3 per cento di aumento medio nell'Eurozona. L'agenzia di rating Fitch ha diramato un report piuttosto negativo sull'attività di sviluppo economico dell'Eurozona e sulle stime di crescita del PIL nel 2019 e il dato più allarmante è quello italiano: le previsioni attese sul prodotto interno lordo del 2019 vedono una riduzione dall'1,1 per cento allo 0,3 per cento;

tutto questo fisiologicamente impatta sulle previsioni relative al deficit: l'Ufficio parlamentare di bilancio, nel corso di un'audizione informale tenutasi in Senato, ha ipotizzato un disavanzo del 2,3 per cento, che sale al 2,5 per cento nella previsione avanzata dall'agenzia internazionale Moody's;

considerato altresì che:

stando a queste stime, per far tornare i conti e centrare l'obiettivo concordato con Bruxelles, secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, servirà una manovra correttiva da 6 miliardi di euro, mentre secondo la previsione di Moody's, di miliardi ne serviranno addirittura 9;

da più parti giunge forte la richiesta di una politica per la crescita e lo sviluppo che, a detta di molti osservatori, è stato l'enorme limite della manovra di bilancio, con l'allocazione di ingenti risorse a misure, quali il "reddito di cittadinanza" e "Quota 100", che però non generano alcun effetto-stimolo rispetto alla crescita, agli investimenti e al buon andamento complessivo dell'economia,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri, considerati i continui aggiornamenti al ribasso dei saldi di finanza pubblica, non ritenga che sia, a questo punto, inevitabile la richiesta da parte europea di un ulteriore intervento correttivo della manovra, sulla cui necessità, secondo quanto fatto trapelare dai giornali, non vi sarebbe alcun dubbio neppure da parte dei membri del suo stesso Governo, e dove intenda reperire le risorse necessarie per varare la correzione;

considerati i forti segnali di recessione in tutti i settori legati allo sviluppo, quali siano gli interventi mirati che il Governo intende concretamente porre in essere per invertire l'andamento negativo e rilanciare la crescita economica dell'intero Paese.