Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08173

Atto n. 4-08173

Pubblicato il 4 ottobre 2017, nella seduta n. 890
Risposta pubblicata

BUCCARELLA , LEZZI , CAPPELLETTI , BERTOROTTA , DONNO , LUCIDI , CASTALDI , MORRA , NUGNES , PUGLIA , ENDRIZZI , SANTANGELO , MONTEVECCHI , GIROTTO , PAGLINI , GIARRUSSO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

la Cementeria Colacem SpA di Galatina (Lecce) ha avviato la procedura di rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA), con procedimento delegato dalla Regione Puglia alla Provincia di Lecce presso la quale si sono svolte le prime due conferenze dei servizi in data 24 novembre 2016 e 7 marzo 2017, a cui seguiva la convocazione, da parte del Consiglio regionale, di un'audizione presso la quinta commissione consiliare permanente in data 16 marzo 2017 cui non si presentava la Provincia;

l'assenza a parere degli interroganti è fatto grave e dimostrazione di disattenzione, e come tale è stato sottolineato in sede di commissione consiliare, a cui si aggiunge la mancata partecipazione dei Comuni sul cui territorio insiste l'impianto, cioè Galatina, Soleto e Sogliano Cavour, alla prima seduta di insediamento della conferenza dei servizi per il rinnovo dell'AIA;

la Colacem (classificata come industria insalubre ai sensi del testo unico delle leggi sanitarie di cui al regio decreto n. 165 del 1934, e successive modificazioni e integrazioni) viene collocata al 586° posto in Europa nella graduatoria degli impianti fonte di maggior danno ambientale e sanitario pubblicata dalla European environmental agency (EEA), essendo accreditata per una produzione di 584.000 tonnellate di ossido di carbonio annue e 2.420 tonnellate di ossidi di azoto emesse (ma per quantità di ossidi di azoto emessa è al 250° posto), con un costo dei danni ambientali e sanitari prodotti stimato tra 37 e 67 milioni di euro ("EEA Technical Report No. 15/2011");

la cementeria, con un'area di deposito scoperto di carbon coke di ben 14.000 metri quadri, è ubicata in prossimità dei centri urbani di Galatina, Soleto, Sogliano Cavour, Cutrofiano e Corigliano d'Otranto, al centro dell'unione dei comuni della Grecìa salentina, identificata dall'Istituto superiore di sanità come "area cluster per tumori polmonari"; inoltre, il distretto di Galatina (con i comuni limitrofi) è l'area con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche della provincia di Lecce secondo i dati del registro tumori della ASL di Lecce, del registro tumori Puglia e dell'osservatorio epidemiologico regionale, nonché una delle aree a maggior rischio di tumori alla vescica identificate dal registro tumori della ASL Lecce (accreditato dall'Associazione italiana dei registri tumori, AIRTUM). La criticità sanitaria dell'area è ulteriormente attestata dal riscontro di un maggior rischio di danni precoci del DNA nei bambini di Galatina emerso dallo studio IMP.AIR (Impatto della qualità dell'aria) dell'università del Salento, estensione dello Studio europeo MAPEC (Monitoring air pollution effects on children), che dimostra che nel 42 per cento dei bambini esaminati sono stati riscontrati micronuclei, indice di esposizione a inquinanti ambientali esterni o indoor: un valore doppio rispetto a quello riscontrato nella città di Lecce;

ARPA Puglia è tenuta ad eseguire attività di monitoraggio per il cementificio Colacem in quanto impianto soggetto ad AIA, ma in sede di conferenza dei servizi presso la Provincia di Lecce, nonché in sede di audizione presso la quinta commissione del Consiglio regionale della Puglia in data 16 febbraio 2017, il direttore del dipartimento provinciale di ARPA Puglia dichiarava che la stessa Agenzia procede solo a monitoraggi occasionali sulle emissioni dell'impianto e che, in particolare, tali sporadiche attività di monitoraggio sono state eseguite, dando preavviso di 48 ore all'azienda come previsto dalla legge, esclusivamente in un'unica giornata nel 2008 (prima del rinnovo dell'AIA richiesto nel 2009), nel 2010 e quindi in un'unica giornata nel 2014 e nel 2016 (l'anno della scadenza del rinnovo). A parere degli interroganti tali affermazioni del dipartimento provinciale di ARPA Puglia rendono evidente la palese inadeguatezza dell'attività di monitoraggio di enti terzi preposti alla vigilanza nell'interesse della salvaguardia dell'ambiente e della salute umana che non può essere basata su autocontrolli;

a giudizio degli interroganti, alla luce della sporadicità di tali monitoraggi concordati, che equivalgono a una totale assenza di attività di vigilanza da parte dell'ente regionale preposto, non sembra rilevante né tranquillizzante che le analisi eseguite nel 2008, 2009, 2014 e 2016 abbiano sempre dato esiti negativi. All'opposto, contribuisce ad aumentare i dubbi sulla tipologia di controlli previsti da ARPA Puglia (per un impianto che l'Agenzia europea per l'ambiente accredita come fonte di rilevante danno ambientale e sanitario) il fatto che i valori di concentrazione della somma dei metalli pesanti riscontrati equivalgano a tracce ai limiti della rilevabilità; valori che sono, invece, notoriamente ricompresi nelle emissioni dei cementifici, con particolare riferimento al mercurio, che è risultato invece elemento critico nello studio dell'impronta idrica condotto dall'università del Salento come estensione dello "Studio Nerò" e presentato all'accademia dei Lincei;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

gli unici monitoraggi attivi sarebbero quelli gestiti in regime di autocontrollo dalla cementeria, con propri strumenti e proprio personale. In particolare, l'azienda procede a un monitoraggio in continuo delle emissioni al camino (il cosiddetto SME, sistema di monitoraggio delle emissioni), senza che ARPA Puglia provveda alle necessarie attività di calibrazione del sistema quale ente terzo. Tale assoluta mancanza di vigilanza da parete dell'ente terzo preposto emergerebbe dagli stessi rapporti di prova sporadici presentati da ARPA, nei quali la Colacem dichiara di aver ricevuto un preavviso ex lege di 48 ore prima dell'arrivo dei tecnici e di aver provveduto 24 ore prima alla calibrazione dei sistemi SME tramite l'intervento di azienda specializzata;

la qualità dell'aria respirata dagli abitanti di Galatina e comuni limitrofi alla Colacem risulterebbe non essere adeguatamente monitorata da ARPA Puglia, potendo contare su di un'unica centralina a Galatina, centralina di tipo "suburbano", che monitora solo Pm2.5, ozono, diossido di azoto, ossido di carbonio e biossido di zolfo ma non il Pm10 prodotto in ingenti quantità dai cementifici e nemmeno gli IPA o altri microinquinanti, e che sarebbe idonea a monitoraggio dell'inquinamento atmosferico da traffico, ma non industriale. Nessun'altra centralina è attualmente dislocata da ARPA nel Salento a sud di Lecce. Dai dati di quest'unica centralina risulta per l'ultimo anno disponibile una concentrazione media annuale di Pm2.5 nei limiti di legge ma quasi doppia rispetto ai limiti sanitari identificati dalle linee guida 2005 dell'Organizzazione mondiale della sanità, superati i quali si manifesta il 90 per cento degli effetti sanitari dell'inquinamento atmosferico;

considerato inoltre che:

l'analogo cementificio Colacem di Gubbio (Perugia), sebbene di maggiori dimensioni rispetto a quello di Galatina, ha visto modificare in senso virtuoso in sede di rinnovo AIA 2008 la modalità e la tipologia di controlli effettuati da ARPA Umbria, come riportato dal sito "aitec-ambiente"), e che possono essere proposti come best practice di applicazione delle BAT (best available technology) conclusive della direttiva europea 2013/163/UE. In particolare, la Colacem di Gubbio ha provveduto all'installazione di 2 centraline fisse e 2 mobili (per campionamenti vento selettivi nelle aree di ricaduta delle emissioni del cementificio) acquistate dalla stessa azienda ma gestite da ARPA. Le aree di ricaduta sottoposte a monitoraggio ambientale sono individuate con modelli matematici e comprendono luoghi urbani molto frequentati dalla popolazione come scuole, in accordo alle linee guida ISPRA, per la predisposizione delle reti di monitoraggio delle reti della qualità dell'aria in Italia. ARPA Umbria procede inoltre alla pubblicazione giornaliera (e redazione di un bollettino settimanale) sul proprio sito delle concentrazioni medie giornaliere dei macroinquinanti monitorati in continuo dai camini oltre che dalle centraline, calibrazione dei sistemi SME, controllo dei rifiuti prodotti e delle acque reflue con vasche di disoleazione e campionatore automatico, campionamento dei suoli. A parere degli interroganti non è chiaro perché un'analoga prassi non possa essere eseguita anche a Galatina;

la Colacem di Galatina riceve dalla centrale termoelettrica ENEL di Cerano "Federico II" (Brindisi), uno tra gli impianti più grandi d'Europa, una media di 100.000 tonnellate all'anno di ceneri leggere tanto da essere il terzo impianto a livello italiano per quantità di ceneri leggere recuperate nel cemento (codice CER 100102, "modelli unici di dichiarazione ambientale MUD della Camera di commercio");

inoltre, riceve dalla stessa centrale di Cerano una media di 35.000 tonnellate all'anno di ceneri pesanti, ovvero tutte le ceneri pesanti prodotte dalla centrale brindisina, tanto da occupare il primo posto in Italia, e tra i primi in Europa, per quantità di ceneri pesanti recuperate nel cemento (codice CER 100101);

per di più, la Colacem riceve dalla stessa centrale 1.700 tonnellate di ceneri di torba non trattate (codice CER 100103), 13.000 tonnellate di rifiuti solidi prodotti dai processi di desolforazione dei fumi della Federico II oltre ad un enorme quantitativo di loppa contenente microparticelle metalliche,

si chiede di sapere:

se i fatti esposti corrispondano al vero;

se i Ministri in indirizzo intendano attivarsi, per quanto di competenza, affinché sia verificato: se le ceneri leggere e pesanti conferite dalla centrale ENEL di Brindisi Cerano a Colacem di Galatina e a tutti gli altri destinatari pugliesi, italiani ed esteri (risultanti dai MUD) siano state contaminate da metalli pesanti e ammoniaca (analogamente a quanto accertato dalla magistratura per le ceneri conferite da ENEL Cerano al cementificio Cementir-Caltagirone di Taranto) per lo stesso periodo 2011-2016 preso in esame e anche negli anni precedenti; se le ceneri pesanti conferite dalla stessa centrale ENEL a Colacem SpA presentino livelli di radioattività naturale (NORM) potenzialmente pericolose, non potendo considerare esaustiva né l'autovalutazione eseguita da ENEL né l'unico e sporadico controllo effettuato da ARPA Puglia nel 2012 e pubblicato da ISPRA; se le ceneri leggere e pesanti conferite dalla centrale di Cerano a Colacem siano state classificata da ENEL come rifiuti non pericolosi quando invece dovevano essere etichettati come rifiuti pericolosi, e come tali smaltiti da ENEL senza cessione al cementificio Colacem; se a Colacem pervenga anche la loppa dell'Ilva di Taranto che veniva consegnata al cementificio Cementir-Caltagirone di Taranto e costitutiva rifiuto pericoloso smaltito come non pericoloso;

se le autorità sanitarie coinvolte intendano assumere provvedimenti atti ad approfondire gli effetti inquinanti e sulla salute del mercurio e degli altri metalli pesanti e sostanze prodotte dalla cementeria Colacem di Galatina, considerando che, viste le rilevazioni sporadiche condotte da ARPA Puglia, anche concentrazioni sotto i limiti di legge (ad esempio 0,003 milligrammi a metro quadro per il mercurio) possono dare luogo ad ampie contaminazioni, visto il volume di fumi emessi che corrisponde a 600.000 metri quadrati l'anno, che generano 15 chilogrammi di mercurio per anno ovvero 150 chilogrammi ogni 10 anni;

se abbiano ricevuto o siano in possesso di informazioni circa le indagini in corso di svolgimento e condotte dalla Procura della Repubblica di Lecce in merito ai trasferimenti di ceneri pesanti e leggere dall'impianto di Cerano e circa le fonti di inquinamento atmosferico che hanno determinato le attuali criticità sanitarie nell'area di Galatina e comuni limitrofi.