Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06547
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Atto n. 4-06547
Pubblicato il 6 aprile 2004
Seduta n. 581
FLORINO. - Al Ministro dell'interno. -
Premesso:
che con interrogazione parlamentare 4-04667 del 4 giugno 2003 l'interrogante ha denunciato episodi di permeabilità dell'attuale amministrazione comunale di Pomigliano D'Arco, capeggiata dal sindaco Michele Caiazzo, ai voleri della criminalità organizzata;
che il Comune di Pomigliano D'Arco già con decreto del Presidente della Repubblica del 1993 era stato colpito da provvedimento presidenziale di scioglimento per accertate infiltrazioni di organizzazioni criminali locali in quanto diversi amministratori avevano illecitamente orientato l'attività dell'ente non solo disattendendo le regole generali di buona amministrazione ma anche consentendo l'acquisizione di contributi ed appalti pubblici a favore di personaggi ritenuti affiliati alla camorra;
che tra le irregolarità riscontrate veniva segnalata l'aggiudicazione dell'appalto della sistemazione della rete stradale dei rioni Spinelli e Baccheria a favore della ditta di Vincenzo Apicella, pregiudicato del luogo;
che Vice Sindaco ed Assessore all'epoca dello scioglimento era Michele Caiazzo, attuale Sindaco del Comune di Pomigliano D'Arco;
che la predetta ditta di proprietà di Vincenzo Apicella, soggetto ritenuto collegato ad una potente organizzazione camorristica, dopo la rielezione del sindaco Michele Caiazzo, avvenuta dopo un lungo periodo di gestione commissariale, ha ottenuto nuovamente, secondo quanto accertato dalla magistratura, ingiusti vantaggi nell'ambito dell'esecuzione di appalti pubblici affidati allo stesso Apicella dalla Giunta capeggiata dal sindaco Caiazzo. Per tale vicenda il sindaco Caiazzo, unitamente ad altri amministratori, tra i quali l'attuale consigliere comunale Lucia Rea e l'imprenditore Vincenzo Apicella, sono stati sottoposti a processo penale presso il tribunale di Nola;
che l'incriminazione e il rinvio a giudizio del sindaco Caiazzo per aver arrecato ingiusti vantaggi ad un imprenditore ritenuto collegato alla camorra i cui rapporti con il Comune di Pomigliano D'Arco erano già stati indicati tra le motivazioni del primo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, avrebbe dovuto indurre i competenti organi dello Stato ad avviare doverosamente le procedure di prevenzione antimafia previste dall'art. 15-bis della legge n. 55/1990, soprattutto al fine di evitare che il Comune, e quindi i cittadini di Pomigliano, potessero subire la reiterazione delle ingerenze della criminalità organizzata;
che, per effetto della mancata attivazione delle procedure di prevenzione, il Comune di Pomigliano D'Arco è stato impedito dal potersi costituire parte civile nel predetto processo penale che vede imputato il proprio Sindaco (il Caiazzo ben si è guardato dal costituire il Comune contro se stesso) ed è stato costretto a subire, come era immaginabile e prevedibile, altri episodi di condizionamento camorristico. Basta ricordare a titolo esemplificativo la vicenda relativa ai lavori pubblici eseguiti a piazza degli eroi dalla ditta SIAP, collegata a Giuseppe Siesto, già noto alla magistratura antimafia per essere stato rinviato a giudizio per il reato di associazione mafiosa ai sensi dell'articolo 416-bis del codice penale. Anche per tale vicenda, denunciata dall'interrogante con atto di sindacato ispettivo 4-04667 del 4 giugno 2003, nessuna attività di contrasto si è verificata da parte del Ministero dell'interno;
che la preoccupante e inspiegabile assenza di reazione degli organi del Ministero dell'interno di fronte al palese condizionamento camorristico dell'amministrazione Caiazzo ha, ovviamente, comportato come conseguenza il convincimento per lo stesso Caiazzo di poter reiterare liberamente l'adozione di atti orientati e deviati prevalentemente verso interessi di malavitosi ovvero di soggetti collegati allo stesso sindaco;
che, infatti, l'Amministrazione Caiazzo, approfittando del clima di totale impunità di cui sta godendo, ha ben pensato di intervenire sul piano regolatore di Pomigliano D'Arco e, in dispregio delle più elementari norme che regolano l'imparzialità dell'azione amministrativa della pubblica amministrazione, ha deciso di favorire prevalentemente interessi di singoli assessori, consiglieri comunali e, indirettamente, della criminalità organizzata. Bastano solo alcuni esempi:
a) in pieno centro storico, a ridosso della pista ciclabile, è stata individuata come area industriale un fondo di proprietà del suocero di un assessore;
b) è stata resa edificabile un'area di proprietà di un assessore comunale sita a ridosso dell'uscita dell'autostrada, nonostante la fascia di rispetto. Lo stesso assessore ha costruito abusivamente la casa paterna senza che il sindaco Caiazzo adottasse alcun concreto ed efficace atto sanzionatorio;
c) è stata resa edificabile l'area sita in via Palermo, di proprietà dei suoceri di un consigliere comunale, operando una vera e propria discriminazione a danno di altri cittadini proprietari di fondi ubicati all'altro lato della strada, colpevoli solo di non godere delle coperture e dei favori del sindaco Caiazzo e della camorra;
d) molteplici interessi in numerosi comparti registrano il diretto investimento di un consigliere comunale;
e) molteplici interessi sono riscontrabili a Paciano anche attraverso una società nella quale figurano due consiglieri comunali;
f) un importante consigliere comunale, unitamente ad un importante Rettore universitario, è entrato nella gestione di un comparto di via Terracciano e via Mazzini con il noto imprenditore camorrista Siesto che ha, nel tempo, mantenuto rapporti di fatto con il Comune di Pomigliano D'Arco. Notevoli ingiusti vantaggi stanno ricevendo gli stessi soggetti anche nella gestione dei lotti di completamento di proprietà della famiglia del medesimo consigliere comunale, siti in via Emilia;
g) altri vantaggi sono stati ottenuti anche da un consigliere comunale, figlio di un noto pregiudicato, in relazione alla proprietà di beni immobili della "Masseria Chiavettieri";
h) un altro consigliere ha ottenuto ingenti vantaggi in relazione ai beni di sua proprietà siti nelle masserie Cutinelli e Paciano;
che il piano messo a punto dal Caiazzo prevede la realizzazione di cinquemila vani e due comparti nelle masserie Marcomando e Chiavettieri che, secondo quanto risulta all'interrogante, saranno costruiti da imprenditori collegati al clan camorristico Foria;
che oltremodo scandalosa è la vicenda di una consigliera comunale ex Verdi, che sicuramente è la più beneficiata dal Piano approvato dall'Amministrazione Caiazzo, che ha reso edificabile il giardino del padre vicino all'autostrada e il terreno di famiglia alle spalle della Pretura. Lo stesso Piano ha inoltre previsto il recupero della zona ex Sevel, dove il padre della consigliera ha grandi interessi. La medesima consigliera comunale risulta imputata unitamente al sindaco Caiazzo ed al pregiudicato Vincenzo Apicella, ritenuto collegato ad una potente organizzazione camorristica, nel processo penale menzionato precedentemente. La stessa, inoltre, ha ricevuto dal Presidente della Provincia di Napoli, strettamente collegato al sindaco Caiazzo, un importante incarico per la rappresentanza in tutte le sedi istituzionali delle iniziative adottate dalla Provincia in materia di legalità. Far rappresentare la legalità ad un soggetto indicato come persona beneficiaria di illeciti vantaggi nell'ambito del Piano regolatore di Pomigliano D'Arco, nonché imputata in un processo penale che vede coinvolto un soggetto ritenuto collegato alla camorra, è a dir poco scandaloso. Oramai si è toccato il fondo;
che la commistione di interessi criminali con interessi di soggetti deviati inseriti nella pubblica amministrazione ha raggiunto livelli preoccupanti. Come preoccupante è il silenzio degli organi dello Stato di fronte ai diffusi patti e commistioni affaristico-criminali che oramai dilagano impuniti in molti comuni della provincia di Napoli,
si chiede di conoscere:
se il Ministro dell'interno non intenda verificare quali siano le vere ragioni dell'inspiegabile inerzia degli organi del Ministero dell'interno che, con supina acquiescenza, tollerano le gravi devianze delinquenziali che impregnano l'azione amministrativa del sindaco Caiazzo;
se il Ministro dell'interno non intenda inviare una commissione di accesso presso il Comune di Pomigliano D'Arco e nelle more, accertata la fondatezza dei fatti denunciati, non intenda adottare provvedimenti di sospensione cautelare degli amministratori comunali di Pomigliano D'Arco per impedire che vengano portate a compimento le gravi e dannose decisioni adottate dall'Amministrazione Caiazzo.