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Legislatura 19ª - 3ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 122 del 12/03/2025

Il relatore DE ROSA (FI-BP-PPE), illustra il Documento in titolo, rilevando preliminarmente come le deliberazioni sottoposte all'esame della Commissione, ai sensi della legge n. 145 del 2016,autorizzano la proroga della partecipazione italiana alle missioni militari e agli interventi a sostegno della cooperazione e lo sviluppo, per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre dell'anno in corso, prevedendo altresì l'avvio di una nuova missione.

Si tratta nel dettaglio di due diversi atti: il primo (documento XXVI, n. 3) dispone la proroga di 25 fra missioni e operazioni già in corso e delle ulteriori iniziative di cooperazione e interventi di emergenza già avviate; il secondo (documento XXV, n. 3) dispone invece l'avvio di una nuova missione internazionale, relativa all'attivazione di Forze ad alta e altissima prontezza operativa, incluse quelle rientranti nelle nuove Allied Reaction Forces (ARF) appartenenti alla NATO, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza (scheda 15-bis/2025).

Il relatore procede, quindi, alla disamina della nuova missione di cui viene chiesta l'autorizzazione all'avvio operativo.

A differenza dello scorso anno, quando venne concretamente disposto l'avvio di tre nuove missioni internazionali, nel 2025 il Governo intende avviare la partecipazione di personale delle Forze armate ad una sola nuova missione, finalizzata all'attivazione di Forze ad alta e altissima prontezza operativa, incluse quelle rientranti nelle nuove Allied Reaction Forces (ARF) appartenenti alla NATO, da impiegare all'estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza in tutti i Paesi in cui operano personale e contingenti nazionali e Paesi in cui le condizioni di sicurezza richiedano l'esecuzione di uno specifico piano nazionale, nonché all'interno dell'area di responsabilità del Comandante Supremo alleato in Europa (SACEUR), ovvero del responsabile delle attività di comando sulle forze NATO impiegate in operazioni in Europa e nel resto del mondo. La relazione che illustra la nuova missione rimarca come l'attuale contesto internazionale, nonché le recenti esperienze in cui è stato necessario intervenire con brevissimo preavviso per emergenze contingenti, evidenziano la crescente rilevanza dei dispositivi di forze nazionali in stato di alta ed altissima prontezza. L'avvio in ambito NATO nel 2024 delle ARF, una forza multinazionale altamente reattiva e versatile, pronta a intervenire in qualsiasi momento per proteggere gli interessi degli alleati e garantire la stabilità nella regione euro-atlantica, rende ulteriormente necessaria la nuova missione. L'ARF, che costituisce uno specifico strumento della politica di deterrenza della NATO, è organizzata in modo da poter essere attivata e schierata in tempi molto brevi, generalmente entro pochi giorni, per essere impiegata al fine di reagire rapidamente a crisi e minacce, di dimostrare la solidarietà e la determinazione dell'Alleanza e di sostenere le operazioni di mantenimento della pace e di gestione delle crisi. Le unità terresti, aeree, navali e speciali che è previsto la compongono sono altamente addestrate ed equipaggiate per operare in un ampio spettro di missioni. La scheda specifica come in caso di attivazione di aliquote di forze in prontezza, l'effettivo impiego di tali Forze dovrà essere in ogni caso deliberato dal Consiglio dei ministri, previa comunicazione al Presidente della Repubblica, trasmessa poi alle Camere, le quali, entro cinque giorni, con appositi atti di indirizzo, ne dovranno autorizzare o meno l'impiego. È inoltre previsto che entro 90 giorni dall'approvazione degli atti di indirizzo, il Governo riferisca alle Camere sul permanere delle situazioni di crisi o di emergenza che hanno determinato l'effettivo impiego delle forze.

La composizione degli assetti da inviare per la nuova missione prevede l'impiego di 359 mezzi terrestri, 4 mezzi navali e 15 mezzi aerei, per una consistenza massima di personale pari a 2.867 unità, per un fabbisogno finanziario di 29.973.204 euro. Il relatore ricorda che nel 2024, il totale complessivo degli oneri relativi alle nuove missioni era stato pari a 45.930.444 euro.

Nell'esaminare il secondo documento, rammenta come la già richiamata legge n. 168 del 2024 abbia inciso in profondità sulla legge n. 145 del 2016 e ciò al fine di rendere il procedimento di autorizzazione e finanziamento delle missioni internazionali più snello e rispondente alle rapide evoluzioni del contesto geo-politico internazionale. Le disposizioni introdotte, in particolare, consentono una maggiore flessibilità nell'utilizzo degli assetti e delle unità di personale all'interno di missioni appartenenti alla medesima aerea geografica, prevedendo anche l'individuazione di forze ad alta e altissima prontezza operativa, con una semplificazione della procedura per la ripartizione delle risorse tra le varie missioni all'estero mediante l'eliminazione dello strumento normativo del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e la possibilità di disporre l'anticipazione di una somma entro il limite massimo del 25 per cento della dotazione del Fondo per il finanziamento delle missioni internazionali, per la temporanea prosecuzione delle missioni in corso, e ciò al fine di adempiere tempestivamente agli impegni già assunti.

Prima di esporre i profili delle diverse missioni su cui chiede l'autorizzazione, il Governo, nella Relazione analitica, presenta un quadro degli scenari geopolitici generali, rimarcando come l'attuale contesto internazionale continui ad essere profondamente influenzato dalle conseguenze delle molteplici crisi che si sono sviluppate negli ultimi anni, a partire dal conflitto in Ucraina e dalle sue ripercussioni sistemiche sull'architettura di sicurezza nell'area euro-atlantica. Una pluralità di attori sul piano internazionale, interessata alla ridefinizione della governance globale, ha alimentato dinamiche polarizzanti in seno alla comunità internazionale, concorrendo a determinare una interrelazione latente tra i diversi teatri di crisi quali quelli del Medio Oriente - segnato dal conflitto scaturito dai tragici eventi del 7 ottobre 2023 e con i riflessi sul quadro securitario del Mar Rosso e per la navigazione attraverso lo Stretto di Bab el-Mandeb -, della fascia saheliana, del quadrante nord-orientale europeo e dell'area di guerra ucraina. In tale contesto, viene ribadito come l'Italia abbia nella saldezza della sua appartenenza all'Unione Europea e all'Alleanza Atlantica la bussola del suo operare, e garantisce il suo sostegno ad un multilateralismo efficace fondato sulle regole e imperniato sul sistema ONU. L'Italia, in particolare, sostiene attivamente il consolidamento delle capacità della UE e della NATO, oltre che la loro reciproca cooperazione all'insegna della complementarietà, secondo un approccio che tenga conto di sfide e minacce alla sicurezza dell'area euro-atlantica provenienti da tutte le direzioni strategiche. Priorità strategiche più immediate per il nostro Paese restano in ogni caso il Mediterraneo e i Balcani, i cui equilibri regionali sono profondamente toccati dalle crisi in atto. Da tali linee politico-strategiche discende la mappa della presenza italiana nelle missioni internazionali, negli interventi di cooperazione allo sviluppo e nel contributo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, con riferimento sia agli ambiti geografici prioritari, sia alle diverse iniziative in risposta. L'azione del Paese, indirizzata a salvaguardare l'interesse nazionale e a garantire la protezione dei cittadini, si esplica sia mediante la realizzazione di missioni bilaterali che con la partecipazione a missioni di organizzazioni internazionali quali le Nazioni Unite, l'Unione Europea e la NATO, a tutela della pace e della sicurezza internazionali, a sostegno delle esigenze umanitarie e con l'obiettivo di promuovere valori fondamentali di democrazia e libertà in una cornice di collaborazione internazionale aperta ed inclusiva.

Punto di riferimento fondamentale per l'azione italiana nel contesto delle missioni internazionali è, ancora una volta, l'identità mediterranea, con il Paese particolarmente sensibile ed attento a tutto ciò che in questo bacino e nel contiguo Medio Oriente si origina, in termini di accentuata instabilità, ma anche di opportunità. Di fondamentale rilevanza appaiono gli sforzi per la stabilizzazione della Tunisia - Paese che vanta con l'Italia legami strettissimi e che svolge un ruolo centrale nella gestione dei flussi migratori irregolari nel Mediterraneo centrale - e della Libia, rispetto alla quale prosegue il sostegno italiano all'azione del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite ad interim Stephanie Koury e della Missione UNSMIL.

Nell'ambito del Mediterraneo allargato, acquista rilievo centrale la questione israelo-palestinese, con il tragico conflitto fra Israele e Hamas che non appare ancora risolto. Prioritaria per il Paese è altresì la stabilizzazione del Libano, segnato oltretutto da una grave crisi economica, sociale e politica in atto da tempo e che si somma ai rischi correlati alla progressiva estensione dei conflitti regionali in atto, mentre anche le prospettive di superamento della crisi siriana nel 2025 sembrano dominate dall'incertezza e da molteplici incognite. Nel documento vengono, inoltre, menzionati i contributi assicurati dall'Italia all'Iraq, per l'azione di contrasto al terrorismo internazionale, nonché per assicurare la salvaguardia della libertà di navigazione nelle Aree del Mar Rosso, del Golfo Persico e del Mar Arabico Settentrionale, e dove si registra la partecipazione attiva del nostro Paese alla operazione militare europea EUNAVFOR ASPIDES.

Nel quadro della instabilità del Medio Oriente, la Relazione segnala l'impegno dell'Italia per mantenere un dialogo costruttivo ma esigente anche con l'Iran, nella consapevolezza che un ulteriore isolamento di Teheran difficilmente sarebbe in grado di scoraggiarne l'adozione di posture più intransigenti.

La Relazione offre, quindi, una ricognizione degli impegni del Paese per l'Afghanistan, rimarcando come l'Italia continui ad assicurare - fra l'altro - il proprio sostegno alla popolazione afghana attraverso mirati interventi nei settori individuati anche nel contesto del Processo di Doha e realizzati prevalentemente tramite le Nazioni Unite, di natura umanitaria, per la difesa dei diritti umani, per il recupero di un tessuto economico essenziale e per la gestione dei rifugiati.

L'impegno dell'Italia prosegue anche nei Paesi dei Balcani occidentali, considerato che la stabilizzazione della regione, il completamento dei processi di riconciliazione e il percorso di adesione all'Unione europea rimangono obiettivi prioritari perseguiti dalla diplomazia italiana, anche nel contesto dell'azione svolta in sede UE e NATO. Particolare attenzione viene dedicata alla difficile normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo e allo scenario in atto in Bosnia-Erzegovina, segnato tuttora da profonde divisioni interne al Paese e, in particolar modo, correlate alle iniziative contrarie all'Unione europea e al rispetto degli Accordi di Dayton portate assunte dalla leadership politica della Republika Srpska.

Grande rilievo viene inoltre riservato dalla Relazione al continente africano, dove alle problematiche legate allo sviluppo - e al ruolo assunto da nuovi attori come la Russia, la Turchia, i Paesi del Golfo e la Cina - si intrecciano fattori di instabilità politica e istituzionale, correlati a sfide epocali come la crescita demografica, i traffici illeciti, il terrorismo, la crisi climatica e le dinamiche migratorie. In questo scenario si inserisce il Piano Mattei - le cui linee guida sono state presentate al Vertice Italia - Africa del gennaio 2024 - che intende affrontare le cause profonde dell'instabilità del continente, ma tenendo debitamente conto della prospettiva africana.

Preoccupante appare soprattutto la situazione securitaria in Sahel, con criticità emergenti nella "zona delle tre frontiere" (Niger, Mali, Burkina Faso), in ulteriore deterioramento in Mali, e nell'area del bacino del Lago Ciad (fra Nigeria, Niger, Camerun e Ciad), dove si assiste ad un aumento delle attività terroristiche nei confronti di popolazioni civili.

Anche la regione del Corno d'Africa rimane esposta a numerosi fattori di instabilità politica, securitaria ed economica oltre che al perdurare di tensioni sociali ed etniche, aggravate oltretutto dall'impatto della guerra in Ucraina e dalla situazione critica in atto in Sudan, dove gli scontri in atto tra diversi gruppi in armi hanno provocato migliaia di vittime e di feriti, e milioni di sfollati interni e rifugiati. L'intesa del gennaio 2024 fra l'Etiopia e il Somaliland per l'affitto a beneficio di Addis Abeba di un'area costiera in prossimità della città portuale di Berbera, in cambio di un possibile riconoscimento internazionale dell'autoproclamata repubblica somala separatista, rischia a sua volta di aggravare il quadro degli equilibri regionali.

Uno sguardo preoccupato viene dedicato dalla Relazione anche alla regione dei Grandi Laghi, ricchissima di risorse naturali e minerarie e che rappresenta a sua volta un'area di crisi complessa, segnata da ricorrenti crisi umanitarie e conflitti inter-etnici, crocevia di attività di gruppi terroristici e organizzazioni criminali impegnati in traffici illeciti e lotte armate contro i governi locali. Anche in tali contesti, sottolinea la Relazione, l'impegno italiano si inserisce nell'ambito di un'azione internazionale calibrata con gli attori regionali e in sinergia con le Nazioni Unite e l'Unione europea. L'area di instabilità africana, peraltro, si estende fino alla provincia settentrionale mozambicana di Cabo Delgado, dove emarginazione sociale e sottosviluppo hanno facilitato l'insediamento di milizie terroristiche di matrice islamica, e dove l'Italia sostiene da tempo il processo di stabilizzazione in Mozambico anche attraverso la partecipazione alla missione di assistenza militare dell'Unione Europea (EUMAM Mozambico).

Una panoramica complessiva viene, inoltre, riservata dal documento anche all'America latina e Caraibi e all'Asia, per gli scenari di crisi e le opportunità che queste aree presentano per la nostra politica estera.

Il relatore evidenzia, quindi, il quadro relativo alle missioni già in corso, di cui si chiede la prosecuzione per il 2025.

Per ogni missione, la relazione analitica riporta due schede: la prima contiene un resoconto di quanto si è fatto nel 2024; la seconda (su cui si concentrerà la presente disamina) dà invece conto delle risorse e degli assetti previsti per il 2025. Nella relazione si può seguire la ripartizione delle missioni contenuta nei documenti del Governo.

Il relatore ricorda anche che ciascuna scheda-missione riporta l'area geografica di intervento e la sede del comando; il mandato internazionale e gli obiettivi; la base giuridica di riferimento: gli assetti e il personale impiegato; la durata programmata e il fabbisogno finanziario.

Osserva preliminarmente come, quest'anno, sia stata realizzata una riorganizzazione complessiva delle schede delle missioni, al punto da ridurne il numero da 46 a 25.

Come negli anni scorsi, peraltro, le missioni vengono suddivise tendenzialmente per aree geografiche di intervento, in relazione al potenziamento dei dispositivi nazionali, della NATO, dell'Unione europea e delle Nazioni Unite e alla partecipazione di personale della Difesa alle missioni civili.

In Europa sono indicate le seguenti missioni: impiego di un dispositivo militare nei Balcani Occidentali (scheda 1/2025); partecipazione nazionale alle iniziative NATO, UE, di coalizione e bilaterali di supporto all'Ucraina (scheda 2/2025).

Con riferimento alla scheda 1/2025, il relatore evidenzia come essa sia il frutto di una riorganizzazione delle missioni e iniziative già operanti negli anni scorsi nei Balcani Occidentali, Balcani, a supporto delle operazioni della NATO (Joint Enterprise) nell'area balcanica, e dell'Unione Europea (EUFOR ALTHEA) in Bosnia-Erzegovina. Complessivamente per tali dispositivi militari si prevede di impegnare 689 mezzi terrestri, 5 mezzi aerei e fino a 1.848 unità di personale, per un fabbisogno finanziario programmato di 150,52 di milioni di euro (in aumento rispetto alla somma agli stanziamenti dello scorso anno per le missioni 1/2024 e 2/2024 che erano stati pari a poco più di 145,48 milioni di euro), di cui poco più di 47 milioni di euro per obbligazioni esigibili nel 2026.

Per la partecipazione nazionale alle iniziative NATO, UE, di coalizione e bilaterali di supporto all'Ucraina (scheda 2/2025) - fra cui le iniziative EUMAM Ucraina e NATO Security Assistance and Training for Ukraine (NSATU) - si prevede un numero massimo di unità di personale pari a 231 unità, per un fabbisogno finanziario di 14,76 milioni di euro, di cui euro 4,7 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026.

In Asia, invece, sono riportate le seguenti missioni: impiego di un dispositivo militare nell'area del Libano e del Mediterraneo orientale (scheda 3/2025); impiego di un dispositivo militare, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce Rossa, in Iraq e nel Medio-Oriente (scheda 4/2025); impiego di un dispositivo militare per il contributo nazionale in esito al conflitto Israele-Hamas - Operazione Levante (scheda 5/2025).

Anche con riferimento ai rilevanti impegni del nostro Paese nel continente asiatico, la deliberazione in esame ha determinato una riorganizzazione delle missioni già operanti. La scheda 3/2025, in particolare, relativa al dispiegamento operativo del dispositivo militare nell'area del Libano e del Mediterraneo orientale, include la partecipazione italiana alla missione UNIFIL (già scheda 7/2024), alla missione bilaterale di addestramento delle forze armate libanesi (MIBIL) (già scheda 8/2024) e alla missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi (MIADIT) (già scheda 9/2024). La missione nel suo complesso è volta a contribuire alla realizzazione di un ambiente sicuro e alla stabilizzazione dell'area, incrementando le capacità delle forze e delle istituzioni locali e rafforzando il ruolo e la percezione dell'Italia quale partner privilegiato. La composizione degli assetti da inviare annovera 376 mezzi terrestri, un mezzo navale e 7 mezzi aerei, per un numero massimo di 1.650 unità di personale e per un fabbisogno finanziario di 177,64 milioni di euro, di cui 46,29 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026 (in aumento rispetto ai 169,93 milioni di euro dello scorso anno per la somma delle tre missioni richiamate).

Di grande rilevanza, dal punto di vista degli sforzi organizzativi e finanziari è la proroga dell'impiego di un dispositivo militare multi-dominio, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa, in Iraq e nel Medio-Oriente (scheda 4/2025), finalizzato alla realizzazione di un ambiente sicuro ed alla stabilità regionale, supportando direttamente le attività inserite nell'ambito della Coalizione internazionale impegnata nella lotta contro il Daesh, della missione NATO di consulenza e rafforzamento delle capacità delle istituzioni dell'Iraq, nonché attraverso specifiche iniziative nazionali nella regione. Il personale militare è inoltre impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Kuwait, in Bahrain, in Qatar e negli USA con l'obiettivo di corrispondere alle esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia. La scheda - che ha accorpato le missioni relative alla partecipazione italiana alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (già scheda 10/2024), alla missione NATO denominata NATO Mission in Iraq (NM-I) (già scheda 11/2024) e all'invio di personale militare per le esigenze connesse con le missioni in Medio Oriente e Asia (già scheda 13/2024) - prevede l'impiego di 202 mezzi terrestri, di 14 mezzi aerei e di un numero massimo di 1.270 unità di personale, per un fabbisogno finanziario per la durata programmata pari a 272,80 milioni di euro, di cui 96,45 milioni 96.453.490 per obbligazioni esigibili nel 2026 (in diminuzione rispetto ai 283,12 milioni di euro dello scorso anno risultanti dalla somma delle tre missioni richiamate).

Di rilievo, anche per l'importante significato umanitario sottostante, è la scheda 5/2025 relativa all'utilizzo di un dispositivo militare quale contributo nazionale in esito al conflitto Israele-Hamas - Operazione Levante, che prevede l'impiego di 10 mezzi terrestri, 1 mezzo navale, 4 aerei e un numero massimo di 252 unità di personale, per un fabbisogno finanziario per la durata programmata pari a 3,68 milioni di euro, di cui 1,19 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026. Al riguardo si ricorda come l'operazione "Levante" (già avviata lo scorso anno con la scheda 13-bis/2024) sia stata predisposta per fornire tempestivamente sostegno umanitario alla popolazione palestinese con l'impiego di assetti aeronavali.

In Africa, invece, l'Italia partecipa alle seguenti missioni: impiego di un dispositivo militare per attività di assistenza, supporto e cooperazione nell'area del Nord-Africa (scheda 6/2025); impiego di un dispositivo militare nell'area dell'Africa Occidentale (scheda 7/2025); impiego di un dispositivo militare nell'area del Corno d'Africa (scheda 8/2025).

Con riferimento alla scheda 6/2025, il relatore evidenzia come la missione sia finalizzata a prorogare l'impiego di un dispositivo militare nazionale per attività di assistenza, supporto e cooperazione già operante nell'area del Nord-Africa. L'iniziativa è volta a condurre attività con i Paesi dell'area, sia nell'ambito di iniziative basate su accordi di tipo bilaterali o di coalizione che a supporto di iniziative istituite sotto l'egida di Organizzazioni internazionali, al fine di favorire il ruolo e la percezione dell'Italia quale partner affidabile, mantenere consapevolezza situazionale nell'intera area del Mediterraneo e Nord-Africa e prevenire possibili aree di crisi. Anche in questo caso, la scheda riorganizza missioni già operative negli anni passati, come la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia denominata MIASIT Libia (scheda 15/2024), la missione delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) (scheda 14/2024), la missione di cooperazione bilaterale in Tunisia (scheda 16/2024) e l'iniziativa della NATO denominata "Implementation of Enhancement of the Framework for the South" (scheda 28/2024). La missione complessivamente prevede l'invio di 10 mezzi terrestri e l'utilizzo fino ad un massimo di 223 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 22,97 milioni di euro, di cui euro 6,87 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026.

Di grande significato politico è anche la missione di cui alla scheda 7/2025, relativa alla proroga dell'impiego di un dispositivo militare nell'area dell'Africa Occidentale, volto a condurre attività di assistenza, supporto e addestramento con i Paesi dell'area, sia nell'ambito di iniziative basate su accordi di tipo bilaterali che a supporto di iniziative istituite sotto l'egida di Organizzazioni Internazionali, al fine di contribuire alla realizzazione di un ambiente sicuro, mantenere piena consapevolezza situazionale in un'area di interesse strategico per gli interessi nazionali e favorire il ruolo dell'Italia quale partner affidabile. Anche in questo caso, la missione rappresenta la prosecuzione di una sommatoria di missioni già avviate negli anni scorsi, come le missioni bilaterali di supporto rispettivamente nella Repubblica del Niger (scheda 17/2024) e nella Repubblica del Burkina Faso (scheda 25/2024), e prevede l'invio di 23 mezzi terrestri, di 5 mezzi aerei e l'utilizzo fino ad un massimo di 550 unità di personale, per un fabbisogno finanziario pari a 75,13 milioni di euro, di cui 26,45 milioni di euro per obbligazioni esigibili nel 2026.

A sua volta, la scheda 8/2025 è finalizzata alla proroga dell'impiego di un dispositivo militare nell'area del Corno d'Africa, come già previsto lo scorso anno dalla missione EUTM SOMALIA per l'addestramento delle forze armate locali (scheda 20/2024), dalla missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane e dei funzionari yemeniti e delle forze armate gibutiane (scheda 21/2024), dall'impiego di personale militare presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area (scheda 22/2024) e dalla missione UE denominata EUMAM Mozambico per l'addestramento delle forze armate locali (scheda 23/2024). La scheda prevede l'invio di 44 mezzi terrestri e di 481 unità di personale, per un per un fabbisogno finanziario pari a 42,77 milioni di euro, di cui 10,53 milioni di euro per obbligazioni esigibili nel 2026.

Per quanto attiene al potenziamento dei dispositivi nazionali, della NATO, dell'Unione europea e delle Nazioni Unite sono invece prorogate le seguenti missioni: impiego di un dispositivo multi-dominio in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza negli spazi marittimi europei ed atlantici (scheda 9/2025); impiego di un dispositivo multi-dominio in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell'area del Mar Rosso e Oceano Indiano Nord-Occidentale (scheda 10/2025); impiego di un dispositivo aereo nazionale per il potenziamento dell'Air Policing e dell'Air Shielding della NATO ed il potenziamento della sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 11/2025); impiego di un dispositivo militare, incluso il personale del Corpo Militare volontario della Croce Rossa, per il potenziamento della presenza della NATO nell'area est dell'Alleanza - Forward Land Forces (scheda 12/2025); partecipazione di personale militare impiegato nelle missioni istituite dall'ONU (scheda 13/2025).

In relazione all'impiego di un dispositivo multi-dominio in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza negli spazi marittimi europei ed atlantici, la scheda 9/2025 precisa come tale dispiegamento operativo sia finalizzato alla salvaguardia degli interessi nazionali in un'area di primario interesse strategico, proseguendo le missioni operative già avviate negli anni passati, come l'Operazione Mediterraneo sicuro (scheda 26/2024), l'Operazione NATO Sea Guardian nel Mar Mediterraneo (scheda 4/2024), EUNAVFOR MED Operazione Irini (scheda 5/2024), il dispositivo NATO per la sorveglianza navale dell'area sud dell'Alleanza (scheda 30/2024) e il dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda 27/2024). Per tale, rinnovata missione, è previsto un impegno rilevante, con l'impiego di 16 mezzi navali, 18 aerei e un numero massimo di unità di personale pari a 2.039 unità, per un fabbisogno finanziario di 234,66 milioni di euro, di cui 82,86 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026.

Con riferimento alla proroga dell'impiego di un dispositivo militare in iniziative di presenza, sorveglianza e sicurezza nell'area del Mar Rosso e Oceano Indiano Nord-Occidentale, la scheda 10/2025 evidenzia come tale dispiegamento sia a supporto degli interessi nazionali nella regione, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e le decisioni dell'Unione europea per la sicurezza marittima nell'area del Mar Rosso dell'Oceano Indiano occidentale, con l'obiettivo di contribuire alla maritime situational awareness, a rafforzare la cooperazione, il coordinamento e l'interoperabilità con gli Stati rivieraschi, e a garantire una presenza e sorveglianza navale non continuativa, con compiti di diplomazia navale. Gli assetti nazionali impiegati opereranno in supporto alle operazioni già avviate negli anni scorsi, come le Operazioni dell'Unione europea EUNAVFOR - ATALANTA e EUNAVFOR - ASPIDES, le attività di presenza e sorveglianza navale nelle acque internazionali del Canale del Mozambico di interesse strategico nazionale, le attività di presenza e sorveglianza nell'ambito dell'iniziativa a guida USA Combined Maritime Forces (CMF) (scheda 26-bis/2024), le attività di presenza e sorveglianza a tutela degli interessi nazionali nell'area, anche svolte in coordinamento con iniziative multilaterali e/o di organizzazioni internazionali e le attività nell'ambito dell'iniziativa Multinational Force and Observers (MFO) (scheda 19/2024). Complessivamente si prevede l'impiego di 6 mezzi navali, 11 aerei e di un numero massimo di 806 unità di personale, per un fabbisogno finanziario di 105,48 milioni di euro, di cui 35,24 per obbligazioni esigibili nel 2026.

Con riferimento alla proroga della partecipazione di un dispositivo aereo nazionale per il potenziamento dell'Air Policing e dell'Air Shielding della NATO ed il potenziamento della sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda 11/2025), si ricorda come la finalità sottesa sia quella di preservare l'integrità dello spazio aereo europeo dell'Alleanza rafforzando l'attività di sorveglianza e vigilanza. Rispetto alla scheda 31/2024, che prevedeva l'utilizzo di 12 mezzi aerei, di 300 unità di personale per un fabbisogno finanziario di 70,95 milioni di euro, la missione prevede per quest'anno l'impiego di 15 mezzi aerei e un numero massimo di personale pari a 375 unità, per un fabbisogno di 105,24 milioni di euro, di cui 49,34 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026.

In relazione alla scheda 12/2025 che riguarda l'impiego di un dispositivo militare, incluso il personale del Corpo Militare volontario della Croce Rossa, per il potenziamento della presenza della NATO nell'area est dell'Alleanza - Forward Land Forces, si registra rispetto allo scorso anno (scheda 32/2024) una lieve diminuzione dei mezzi terrestri da inviare (1.046 anziché 1.052) e del numero massimo di unità di personale da impiegare (2.323 anziché 2.340), ma al contempo un aumento significativo del fabbisogno finanziario complessivo (188,23 milioni di euro di cui euro 68,94 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026, rispetto ai 170,97 milioni di euro dello scorso anno).

Con riferimento alla partecipazione di personale militare impiegato nelle missioni istituite dall'ONU, si evidenzia come la relativa scheda 13/2025 abbia determinato un accorpamento delle missioni che negli anni scorsi risultavano separate, come per la Forza di Peacekeeping delle Nazioni Unite a Cipro (UNFICYP) (scheda 3/2024), per il Gruppo di Osservatori militari delle Nazioni Unite in India e Pakistan (UNMOGIP) (scheda 12/2024) e per la MINURSO in Sahara Occidentale (United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara) (scheda 18/2024). Per tale missione nel suo complesso si prevede di inviare 1 mezzo terrestre e 9 unità complessive di personale, per un fabbisogno finanziario di 907.956 euro, pressoché identico a quello registrato lo scorso anno.

Per quanto attiene la partecipazione di personale della difesa alle missioni civili è prorogata quella di personale militare e della magistratura nelle missioni civili istituite dall'Unione Europea (scheda 14/2025). Il relatore ricorda come le tredici missioni civili istituite in ambito Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) - EUAM Iraq, EUBAM Libia, EUBAM Rafah, EUPOL COPPS, EUAM RCA Repubblica Centrafricana, EUCAP Sahel Mali, EUCAP Somalia, EULEX KOSOVO, EUMM Georgia, EUAM Ucraina, EUM Armenia ed EUPM Moldova) - contribuiscono alla pace e alla sicurezza internazionali e rappresentano uno strumento essenziale dell'approccio integrato dell'Unione europea alle crisi e ai conflitti esterni al territorio dell'Unione, puntando al rafforzamento della polizia, dello Stato di diritto e dell'amministrazione civile in situazioni di fragilità e di conflitto e fornendo risposte a minacce e sfide nuove ed emergenti, fra cui quelle connesse alle minacce ibride, alla cybersicurezza, al terrorismo, alla disinformazione e alla manipolazione delle informazioni. Rispetto allo scorso anno (scheda 34/2024), si registra una lieve diminuzione del numero massimo di unità di personale da impiegare (52 anziché 61), ma un aumento del fabbisogno finanziario (2,97 milioni di euro, di cui 530.000 euro per obbligazioni esigibili nel 2026, rispetto ai 2,29 milioni di euro del 2024).

Confermati i contenuti di carattere tecnico e logistico della scheda relativa alle esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze Armate (scheda 15/2025) rispetto a quelli dello scorso anno (scheda 35/2024). In particolare, per interventi disposti dai Comandanti dei contingenti militari delle missioni internazionali, volti a fronteggiare, nei casi di necessità e urgenza, le esigenze di prima necessità della popolazione locale, compreso il ripristino dei servizi essenziali e operazioni di assistenza umanitaria e sanitaria, il fabbisogno finanziario (in aumento di 0,4 milioni di euro rispetto a quanto previsto per lo scorso anno) ammonta a 3,4 milioni di euro, di cui 600.000 euro per obbligazioni esigibili nel 2026. Per la stipulazione dei contratti di assicurazione del personale, per il trasporto del personale, dei mezzi e dei materiali e per realizzazione di infrastrutture e lavori connessi con le esigenze organizzative e di sicurezza dei contingenti militari nelle aree in cui si svolgono le missioni internazionali, la scheda evidenzia un fabbisogno finanziario di 79 milioni di euro (in aumento di un milione di euro rispetto a quanto previsto lo scorso anno), di cui 26 milioni per obbligazioni esigibili nel 2026.

Sono confermate le esigenze di mantenimento del dispositivo info-operativo dell'Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE) a protezione del personale delle Forze armate impiegato nelle missioni internazionali e incrementate le attività di cooperazione con le forze di sicurezza locali (scheda 16/2025). Rispetto alla scheda dello scorso anno (scheda 36/2024), il fabbisogno finanziario per tale dispositivo registra un aumento di 2 milioni di euro, passando da 30 a 32 milioni di euro.

È altresì prorogata anche per il 2025 la partecipazione alle missioni e operazioni internazionali di polizia e della Guardia di finanza di seguito indicate: in Europa: la European Union Rule of Law Mission in Kosovo-EULEX Kosovo (scheda 17/2025) e la missione bilaterale di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (scheda 18/2025); in Asia: la European Union Police Mission for the Palestinian Territories - EUPOL COPPS (scheda 19/2025); in Africa: la European Union Border Assistance Mission in Libya - EUBAM LIBYA (scheda 20/2025) e la Missione bilaterale di assistenza alla Guardia costiera della Marina militare libica ed alla General Administration for Coastal Security (scheda 21/2025).

Come specifica la scheda, per lo svolgimento di tali missioni è stato autorizzato un fabbisogno finanziario complessivo pari a 17.850.614 euro per il 2025 e a 2.823.887 euro per il 2026 così ripartiti: Ministero dell'interno - Forze di polizia: 3.887.202 euro per il 2025; Ministero dell'economia e delle finanze - Guardia di finanza: 16.787.299 euro, di cui 2.823.887 euro per obbligazioni esigibili nel 2026.

Complessivamente, rispetto alle schede dello scorso anno relative alle medesime missioni, il fabbisogno complessivo risulta in diminuzione di 4,9 milioni di euro. In particolare, risulta ridotto il fabbisogno finanziario relativo alla partecipazione di personale del Corpo della Guardia di finanza alla missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi. (scheda 21/2025), che ammonta a poco più di 11 milioni di euro, di cui 2.520.000 euro con esigibilità nell'anno 2026, rispetto a quanto previsto lo scorso anno per la medesima missione dalla scheda 42/2024, pari ad oltre 12,96 milioni di euro.

Per quanto riguarda il personale militare impiegato nelle missioni internazionali, la relazione illustrativa rileva che, complessivamente, la consistenza massima annuale complessiva dei contingenti delle Forze armate impiegati nei teatri operativi è pari a 12.109 unità (in aumento rispetto alle 11.166 unità dello scorso anno), quella media a 7.751 unità (rispetto alle 7.632 unità dello scorso anno).

Con riferimento alla prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo previsti a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione - prosegue il relatore - essa sarà realizzata in continuità con gli obiettivi di politica estera italiana e in linea con gli impegni assunti nei principali fora internazionali, per fornire assistenza umanitaria, prevenire e contrastare le cause all'origine dell'instabilità politica e economica e dei conflitti locali e contribuire a porre le basi per la ricostruzione e lo sviluppo socio-economico dei Paesi coinvolti. Il fabbisogno finanziario complessivo per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2025 per questi interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione (risultante dalla somma degli stanziamenti disposti dalle schede 22/2025, 23/2025, 24/2025 e 25/2025), è pari a 362,96 milioni di euro milioni di euro, in lieve aumento rispetto ai 361,60 milioni di euro dello scorso anno, oneri a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

Con riferimento, in particolare, alle iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda 22/2025) che accompagnano gli interventi delle missioni internazionali, in una ampia area geografica che interessa i Paesi dell'Africa, del Medio Oriente, dell'Europa orientale (Ucraina e Paesi limitrofi), dei Balcani Occidentali e dell'Asia. Le aree geografiche interessate per il 2025 confermano, in particolare, un orientamento dell'azione italiana, in continuità con le iniziative del recente passato, incentrato soprattutto sull'area del Mediterraneo, e sull'Africa, ma anche su Paesi fragili del continente asiatico, e, ovviamente, in relazione alla crisi ucraina, al conflitto in atto fra Israele e Hamas, con una tipologia di azioni finalizzate a rafforzare la sicurezza e la stabilità di quelle realtà. Il fabbisogno finanziario per tali interventi per il periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2025 risulta pari a 251 milioni di euro, di importo invariato rispetto a quanto previsto per le medesime iniziative lo scorso anno dalla scheda 43/2024.

Le risorse effettive destinate per il 2025 alle iniziative di cooperazione allo sviluppo - fra progetti di sviluppo, interventi umanitari e di emergenza - ammontano, come si evince dalle Relazioni tecniche allegate al provvedimento, a 243 milioni di euro (di identico importo rispetto a quanto previsto lo scorso anno), di cui 90 milioni di euro destinati a progetti in Africa (in diminuzione rispetto ai 94 milioni di euro dello scorso anno), 84 milioni di euro per iniziative in Medio Oriente (in aumento rispetto ai 76 milioni di euro dello scorso anno), e 12 milioni di euro riservati a programmi in Asia (di identico importo rispetto a quanto previsto lo scorso anno). Da ultimo si evidenzia come risorse vengano destinate anche per iniziative di carattere umanitario in Europa, in particolare in relazione alla grave crisi internazionale in atto in Ucraina e a beneficio anche dei Paesi balcanici e della Moldova, per un ammontare di 57 milioni di euro (in diminuzione rispetto ai 61 milioni dello scorso anno).

In relazione alle attività di sminamento umanitario, pertinenti alla stessa scheda 22, la relazione illustrativa evidenzia che le risorse disponibili, pari a 8 milioni di euro (cifra di identico importo rispetto a quanto stanziato lo scorso anno), saranno destinate a rifinanziare l'apposito Fondo istituito dalla legge n. 58 del 2001, in linea con l'impegno assunto dal nostro Paese in occasione del Vertice umanitario mondiale di Istanbul del 2016 di allocare risorse a tale scopo non inferiori a 2 milioni di euro.

La scheda 23/2025 descrive gli interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza, destinati ad alcuni Paesi dell'Europa orientale, dell'Africa, del Medio Oriente, dell'Asia, dell'America Latina e della regione caraibica. Lo stanziamento complessivo per l'intero 2025 è di 27,36 milioni di euro, in diminuzione rispetto alla somma resa disponibile lo scorso anno dalla scheda 44/2024 e che era stata pari a 28,85 milioni di euro. Una quota rilevante delle risorse disponibili (13,90 milioni di euro) sarà destinata ad iniziative volte assicurare sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza in Europa orientale, Africa settentrionale, Medio Oriente, Asia centrale, Caucaso Meridionale e Afghanistan.

In relazione agli impegni per la partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda 24/2025), lo stanziamento complessivo per il 2025 è di 24,60 milioni di euro, in aumento rispetto alle risorse stanziate (scheda 45/2024) nel 2024 che ammontavano a 21,75 milioni di euro. La maggior parte dei contributi (pari a 12,69 milioni di euro, in lieve aumento rispetto alla cifra dello scorso anno che era stata pari a 12,25 milioni di euro) sarà destinata: a Fondi ed Organizzazioni internazionali (tra cui il Fondo Fiduciario a sostegno del Dipartimento degli Affari Politici e per il Consolidamento della Pace delle Nazioni Unite, il Fondo ONU per il consolidamento della Pace, il Dipartimento per le operazioni di pace (DPO) e il Department of Operational Support (DOS) delle Nazioni Unite, ed altri); ad iniziative dell'Unione europea (per 3,82 milioni di euro, di poco superiore allo stanziamento dello scorso anno che era stato pari a 3,63 milioni) fra cui la partecipazione italiana alle missioni civili del Servizio Europeo di Azione Esterna; ad iniziative dell'Organizzazione per la sicurezza e cooperazione in Europa (OSCE) (per 3,35 milioni di euro, in linea con le risorse rese disponibili lo scorso anno che erano state pari a 3,36 milioni), di cui poco più di 2 milioni di euro per la partecipazione italiana alle missioni OSCE sul terreno e presso il segretariato e 1,1 milione di euro quale contributo a progetti extra-bilancio dell'OSCE; alle Organizzazioni regionali in Europa (per un totale 2,5 milioni di euro, in linea con lo stanziamento dello scorso anno), - fra cui il Segretariato permanente dell'Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) (per 300.000 euro), il Fondo INCE presso la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (per 2 milioni di euro) e l'Ufficio di Venezia del Consiglio d'Europa (per 150.000 euro).

Con riferimento agli interventi operativi di emergenza e di sicurezza in aree di crisi (scheda 25/2025, lo stanziamento per il 2024 è pari a 60 milioni di euro, di identico importo rispetto alle risorse disponibili per il 2024 (scheda 46/2024). La maggior parte di tali fondi - 52,85 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 53,20 milioni di euro resi disponibili lo scorso anno per il medesimo scopo - sono destinati, stante la perdurante gravità del contesto di sicurezza a livello globale, al potenziamento delle misure di sicurezza a tutela delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari, degli istituti italiani di cultura e delle istituzioni scolastiche all'estero, non solo nelle aree di crisi, ma anche nelle sedi europee e ovunque sia necessario garantire adeguatamente l'incolumità del personale e degli utenti. La relazione evidenzia, inoltre, come 5,15 milioni di euro siano destinati alla sicurezza dei connazionali all'estero, di cui in particolare 3,65 milioni di euro per il potenziamento del personale dell'Arma dei Carabinieri presso le sedi diplomatico-consolari, e 1,5 milioni di euro per interventi di tutela del personale e dei connazionali in aree di crisi all'estero. Ulteriori fondi vengono infine previsti per l'invio in missione o in viaggio di servizio del personale del MAECI in aree di crisi, per un totale di 2 milioni di euro, di cui 350.000 euro per le missioni di personale del MAECI in aree di crisi, 750 mila euro per assicurare risorse agli inviati speciali, e 900.000 euro per il rimborso spese di trasferimento.

Per quanto attiene, quindi, agli oneri finanziari, il fabbisogno complessivo per la proroga delle missioni e per la istituzione delle nuove missioni è individuato in circa 1 miliardo e 925 milioni di euro (1.925.845.588) - di cui 29.973.204 euro per la nuova missione e 1.895.872.377 euro per le proroghe -, in aumento rispetto al fabbisogno previsto lo scorso anno che era stato pari a circa 1 miliardo e 825 milioni di euro. Questa somma, in linea con quanto dispone la riforma della contabilità pubblica, è in parte relativa a spese esigibili nel 2026.

Il relatore illustra la ripartizione delle spese tra i vari dicasteri per le proroghe delle missioni: le missioni a carico del Ministero della difesa hanno un onere di 1 miliardo e 480 milioni di euro (1.480.172.377) (in aumento rispetto all'onere dello scorso anno, che era stato pari a 1 miliardo e 365 milioni), di cui circa 503 milioni per obbligazioni esigibili nell'anno 2026; la missione a carico della Presidenza del Consiglio (AISE) presenta oneri per 32 milioni di euro (in aumento rispetto ai 30 milioni degli scorsi anni); le missioni a carico del Ministero dell'Interno hanno un onere di oltre 3 milioni e 887 mila euro (in lieve aumento rispetto ai 3 milioni e 864 euro dello scorso anno); la missione a carico del Ministero della Giustizia ha un onere di 66.543 euro, in diminuzione rispetto agli 83.897 euro dello scorso anno; le missioni a carico del Ministero dell'Economia e delle Finanze hanno un onere di 16,79 milioni di euro (in diminuzione rispetto ai 18,82 milioni dello scorso anno), di cui 2,82 milioni di euro per obbligazioni esigibili nell'anno 2026; le missioni a carico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale hanno un onere - come anticipato in precedenza - di circa 362 milioni e 958 mila euro, in aumento rispetto ai 361 milioni e 597 mila euro dello scorso anno.