Seguito delle comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sugli indirizzi generali della politica del suo Dicastero
Il PRESIDENTE, nel ringraziare il Ministro per la sua presenza, ricorda che nella seduta del 6 dicembre 2011 ella ha già illustrato, in particolare, gli aspetti salienti della riforma previdenziale. Attesi gli eventi nel frattempo intercorsi, le cede la parola per integrare il precedente intervento.
Il ministro FORNERO precisa che in questi mesi ha portato avanti con impegno l'attuazione di una delle parti fondamentali del programma del suo Dicastero. La riforma previdenziale, pur accolta con favore dagli osservatori internazionali, ha tuttavia ingenerato qualche reazione nelle parti sociali; è ora necessario un attento monitoraggio, segnatamente con riferimento al problema degli esodi, la cui consistenza numerica si è in realtà rivelata superiore a quanto preventivato. Da ciò la necessità di un efficace monitoraggio che consenta di operare attraverso il successivo decreto con equità, dando una sia pur relativa tranquillità ai lavoratori in un tempo abbastanza breve. Al momento, come è noto, il Governo è impegnato sul delicato tema della riforma del mercato del lavoro. Il suo obiettivo è quello dell'accordo con le parti sociali, da realizzarsi auspicabilmente entro il 23 marzo prossimo, anche in vista di un importante impegno istituzionale a carattere internazionale del Presidente del Consiglio. Il Governo ha pronte delle proposte, sottoposte al dialogo con le parti sociali, su cinque aspetti fondamentali: ordinamento contrattuale, riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, flessibilità in uscita, politiche attive e servizi per il lavoro. All'impianto della riforma potranno poi aggiungersi misure sull'occupazione femminile, con specifico riferimento al tema delle dimissioni in bianco. Evidentemente l'ultima questione non riguarda unicamente le donne, né solo le donne con una maternità già realizzata. Nella riforma riterrebbe di inserire anche qualche piccola misura riguardante i congedi parentali, tema che, se pur non riguardante soltanto le donne, è in ogni caso destinato ad aiutare il lavoro delle donne. Altri interventi, sia pure a carattere ridotto, dovrebbero riguardare il lavoro dei disabili e quello degli immigrati, in modo da dare un segno concreto di attenzione ai soggetti più svantaggiati.
E' connaturato alle sue stesse modalità di svolgimento che il dialogo con le parti sociali assuma coloriture e toni a volte più vivaci, a volte più distesi; l'obiettivo resta comunque quello di una buona riforma per l'insieme del sistema Paese nei diversi segmenti della popolazione, e per nessuna categoria in particolare. Questo obiettivo rappresenta la linea guida dell'azione del Governo. Ad oggi ritiene che l'accordo sia realizzabile; conta infatti che le parti sociali, tutte, comprendano che il dare oggi è finalizzato ad un'apertura per il domani, in modo da fare uscire l'Italia dalla trappola rappresentata da un tasso di crescita più basso di tanti Paesi concorrenti, e in taluni casi di decrescita o di stasi. Proprio in considerazione della delicatezza della trattativa in corso e per non pregiudicare la conclusione dell'accordo, precisa che oggi manterrà il massimo riserbo sulle specifiche misure allo studio.
Il presidente GIULIANO, ringraziato il Ministro per la sua esposizione, auspica che la data indicata per la conclusione dell'accordo venga rispettata. Dichiara quindi aperto il dibattito.
Il senatore NEROZZI (PD) sottolinea che in una situazione delicata come l'attuale è necessario l'accordo con tutte le parti sociali. Invita tuttavia a non inviare al Paese messaggi non positivi, giudicando non apprezzabile e frutto di scarsa attenzione alla sensibilità delle persone una frase attribuita al Ministro che sembrava subordinare l'erogazione degli stanziamenti al conseguimento di un accordo.
Esprime invece particolare apprezzamento con riferimento alle considerazioni del Ministro riferite alla riforma del sistema pensionistico. Nella fretta di provvedere, l'ultima riforma non ha considerato situazioni diverse, che chiedono invece una risposta di giustizia.
Nella trattativa sul mercato del lavoro riterrebbe inoltre importante che, accanto alle delicate problematiche citate dal Ministro, si tenesse conto anche delle questioni connesse ai modelli partecipativi o di codeterminazione e al tema delle rappresentanze sindacali. Si riparerebbe così ad un vulnus e si darebbe la serenità necessaria in una situazione in cui presumibilmente ci saranno passaggi particolarmente stretti.
Il ministro FORNERO precisa che la frase cui il senatore Nerozzi fa riferimento è stata mal riportata dalla stampa; ella intendeva unicamente affermare che, in assenza di accordo, il Governo riterrebbe di operare le proprie scelte in modo autonomo, avendo in mente gli interessi del Paese nel suo complesso.
La senatrice CARLINO (IdV) sottolinea che l'Italia dei valori segue con attenzione il dibattito sulle problematiche del lavoro, sostenendo da tempo la necessità in una riforma degli ammortizzatori sociali, che tuttavia ne mantenga l'impianto universalistico e ne estenda l'applicazione anche alle piccolissime imprese. A ciò sarebbe auspicabile affiancare l'introduzione del reddito minimo garantito. Chiede pertanto di conoscere gli intendimenti del Governo al riguardo.
Reputa non convincente il progetto di introduzione dell'assicurazione sociale per l'impiego, che, abrogando l'indennità di mobilità, colpisce duramente un'ampia platea di lavoratori.
Quanto alla revisione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, auspica il conseguimento di un accordo che sia veramente condiviso: uno dei segnali di discontinuità più positivi che questo Esecutivo dovrebbe dare è mettere la parola fine all'epoca degli accordi separati e dell'arroganza e dell'opportunismo spacciati per decisionismo.
Tra le priorità che la sua parte individua segnala innanzitutto la questione dei giovani e delle donne, che oggi costituiscono gli anelli deboli del mondo del lavoro. E' pacifico che si consegua un superamento della miriade di forme contrattuali atipiche attraverso una valorizzazione del contratto di apprendistato quale ordinario contratto di ingresso nel mondo del lavoro, ma l'attuale testo unico in materia presenti alcuni punti decisamente non condivisibili: tra essi, la possibilità di stipulare contratti di apprendistato di formazione a quindici anni, che di fatto rischia di configurarsi come un abbassamento dell'obbligo scolare e la durata delle varie tipologie di contratto di apprendistato, che andrebbe fissata a non più di tre anni. Infine giudica negativa la possibilità, prevista dall'attuale normativa, di assumere con contratto di apprendistato i lavoratori in mobilità.
Chiede altresì di conoscere l'opinione del Ministro sul tema delle dimissioni in bianco, su cui esistono numerosi disegni di legge di iniziativa parlamentare, di cui uno a sua firma (Atto Senato n. 2926).
Infine, reputa necessario salvaguardare le norme sulla sicurezza sul lavoro e sottolinea l'esigenza di superare l'attuale normativa relativa ai ricongiungimenti onerosi.
Segnala altresì il problema dei cosiddetti lavoratori esodati, non risolto neppure con il decreto milleproroghe e sollecita una soluzione del problema dell'evasione contributiva, che vale circa 25 miliardi all'anno e genera un infinito contenzioso di cause civili.
Coglie conclusivamente l'occasione per chiedere al Ministro di emanare i decreti attuativi del provvedimento sulle quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa, approvato lo scorso luglio 2011, e per chiederle come intenda intervenire sulla discriminazione sessista alla tv e nei mezzi di comunicazione.
Per il senatore PASSONI (PD) la fase delicata nella quale il negoziato si trova rende indispensabile che le discussioni sui problemi specifici vengano innanzitutto affrontate e risolte in quella sede: ne hanno particolare bisogno non solo le parti sociali, ma lo stesso Governo ed il Paese tutto. Si dice comunque convinto che un accordo verrà conseguito. Molte delicate questioni sono all'attenzione della Commissione, e su di esse sarebbe auspicabile che si concentrasse l'attenzione del Ministro. La prima riguarda i lavoratori cosiddetti esodati, ai quali è indispensabile dare risposte tempestive: il fattore tempo non può non creare apprensione in persone che non hanno possibilità, o sono affette da gravi incertezze. Sollecita inoltre il Ministro a pronunciarsi in ordine all'andamento dell'occupazione in Italia nell'anno in corso e a fornire chiarimenti in ordine ai dati numerici, chiarendo se si riscontri o meno una inversione di tendenza rispetto all'anno precedente. La questione ha peraltro notevole attinenza al complessivo tema del mercato del lavoro. In questo quadro, sarebbe altresì opportuno chiarire il rapporto tra le grandi e medie imprese e quelle di piccole dimensioni, vale a dire tra quelle più e meno esposte alla competizione internazionale.
Ugualmente centrale è il tema della riforma del welfare, all'interno del quale è ricompreso il grande capitolo dell'assistenza: in Italia la povertà è giunta a livelli rilevantissimi ed è riscontrabile un progressivo scivolamento verso tale soglia anche da parte di frange dei ceti medi. Al contempo, l'assistenza è una sorta di grande incompiuta, atteso che nel corso del tempo i Governi che si sono succeduti hanno spesso vanificato anche quel poco che era stato precedentemente fatto. Sollecita dunque il Ministro a chiarire se ritenga o meno il tema una priorità, sottolinenando la necessità di una grande innovazione per garantire il passaggio da un sistema di welfare di tipo fordista ad un modello centrato sulla persona e sulla sua dignità, nonché sulla universalità delle protezioni, indipendentemente dai soggetti.
Altro tema assai delicato è quello della governance dell'INPS, aperto dall'articolo 21 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito con modifiche dalle legge n. 214 dello stesso anno, e sul quale ieri la Commissione ha ascoltato il dottor Mastrapasqua. Il tema non può essere risolto in modo monocratico e la soluzione non può essere differita nel tempo, atteso che sono in gioco gli interessi degli iscritti all'INPS e fondi pubblici in misura rilevantissima.
Sul tema delle rappresentanze sindacali, nel richiamarsi alle considerazioni già svolte dal senatore Nerozzi, chiede infine quale sia l'orientamento del Governo, sottolineando che la democrazia nei luoghi di lavoro è un pezzo della democrazia del Paese.
Interviene brevemente il Presidente GIULIANO per segnalare che l'audizione del presidente dell'INPS cui ha fatto riferimento il senatore Passoni si è svolta con riferimento all'affare assegnato relativo agli effetti della soppressione degli enti previdenziali ENPALS e INPDAP e il trasferimento delle loro funzioni all'INPS.
Il senatore MORRA (PdL) si sofferma in particolare sulle questioni connesse alla previdenza complementare integrativa, richiamando le considerazioni da lui più volte avanzate con riferimento al disegno di legge n. 36, di cui è relatore e che è da tempo all'ordine del giorno della Commissione, nonché all'indagine conoscitiva che sul tema si è svolta. Sollecita il Ministro a chiarire i propri intendimenti in ordine all'accelerazione del sistema contributivo nel quadro della sostenibilità sociale, evidenziando che il sistema pensionistico in futuro porterà alla liquidazione di pensioni decurtate in percentuali pari al 30/40 per cento rispetto agli importi attuali. Ciò richiederebbe un rilancio del sistema pensionistico complementare, a proposito del quale è essenziale conoscere la posizione del Governo.
La senatrice GHEDINI (PD) si sofferma in particolare sui profili connessi alle politiche per l'occupazione delle donne, le cui difficoltà le paiono paradigmatiche di tutte le difficoltà attuali del mercato del lavoro. Anche i correttivi operati in sede parlamentare alla recente riforma del sistema pensionistico riguardano soprattutto lavoratori maschi; occorre invece adoperarsi per la costruzione di sistemi che tengano conto della condizione di doppio impegno che grava sulle donne. Fermi restando i temi della condivisione e dei congedi parentali, sui quali sono all'esame del Parlamento numerose iniziative legislative, alcune altre questioni andrebbero a suo avviso affrontate in modo esaustivo. Tra esse il riconoscimento di contributi figurativi connessi a periodi dedicati alla cura dei figli e dei congiunti e la possibilità di raccordare le carriere discontinue: la debolezza contributiva rappresenta senza dubbio un problema, ed è necessario immaginare forme di supporto anche per i periodi legati all'assistenza e alla cura familiare.
A questo riguardo, ricorda le tormentate vicende che hanno caratterizzato il disegno di legge n. 2206 (lavoratori che assistono familiari gravemente disabili), trasmesso dalla Camera al Senato quasi due anni fa e ancora in corso di esame a causa di ripetute relazioni tecniche di segno negativo sulla quantificazione degli oneri connessi. Nel frattempo è intervenuto per due volte un mutamento nel quadro previdenziale del quale occorrerà farsi carico, accanto alla ridefinizione esatta degli oneri. Sulla questione sollecita una presa di posizione del Governo, in considerazione del lungo tempo trascorso, del grande impegno profuso dalla Commissione, che sul punto ha da tempo conseguito un'intesa bipartisan, e delle comprensibili attese degli interessati. Analogamente auspica una precisa definizione delle risorse che il Governo intende complessivamente dedicare alla non autosufficienza ed ai livelli delle prestazioni assistenziali, sottolineando che alcune soluzioni potranno essere individuate anche in sede di esercizio della delega in materia fiscale ed assistenziale. Il sostegno alla continuità e alla consistenza reddituale può infatti trovare nella leva fiscale uno strumento di attivazione importante.
La senatrice SPADONI URBANI (PdL) sottolinea che la particolare centralità e delicatezza del tema del mercato del lavoro richiede una ristrutturazione ponderata ed equilibrata. Molti sacrifici sono stati richiesti al Paese ed al suo sistema produttivo; auspica dunque che le misure che il Governo adotterà su questi temi siano improntate alla massima equità. Personalmente riterrebbe ormai maturo il superamento della specificità della questione femminile e delle differenziazioni delle misure in ragione di quote di genere, ferma restando la necessità di dare adeguato sostegno alla partecipazione delle donne al mondo del lavoro. In questo senso le politiche di conciliazione devono risultare compatibili con una finalità di promozione della natalità e di sostegno alle famiglie.
Quanto alla soppressione dell'INPDAP e dell'ENPALS e alla loro fusione nell'INPS, ricorda di aver per prima segnalato la delicatezza della questione, richiamando su di essa l'attenzione dell'intera Commissione. Anche a seguito di quanto emerso nella seduta della Commissione di ieri, nel corso dell'intervento del dottor Mastrapasqua, invita il Governo a prestare al tema particolare attenzione.
Il presidente GIULIANO fa presente che sono ancora iscritti a parlare numerosi senatori, ma che il Ministro deve allontanarsi a causa di un improrogabile impegno istituzionale.
Il ministro FORNERO, nel ringraziare gli intervenuti e nel rassicurare di aver preso buona nota di ogni sollecitazione richiesta, anticipa fin d'ora la propria disponibilità a tornare dinnanzi alla Commissione appena definito l'accordo sulla riforma del mercato del lavoro con le parti sociali.
Il presidente GIULIANO esprime particolare apprezzamento per tale disponibilità e rinvia il seguito delle procedure informative ad altra seduta.
La seduta termina alle ore 16,45.