Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti del Consiglio d’Europa

Discorso pronunciato alla Conferenza che si è tenuta a Dublino il 28 settembre 2023

La guerra in Ucraina è un drammatico esempio di come i conflitti armati possano minare la stabilità di una Nazione, mettere a rischio gli equilibri internazionali e riflettersi tragicamente sulla vita delle persone e sul rispetto dei diritti umani.

Ci ricorda, inoltre, che è dovere dell’Italia e di tutta l’Europa dare un concreto segnale di coesione e che alcuni ideali e valori non vanno mai dati per acquisiti, bensì vanno custoditi, protetti, rafforzati e tramandati anche attraverso fondamentali guarentigie di sicurezza, deterrenza e difesa.

Per questo motivo sono lieto di essere qui oggi e di intervenire nel dibattito dedicato al ruolo del Consiglio d’Europa e dei Parlamenti nazionali nella dura risposta necessaria all’aggressione russa e alla ricostruzione dell’Ucraina, una volta che saranno cessate le ostilità.

Sin da subito, però, voglio essere molto chiaro: le condizioni perché finisca la guerra non possono e non potranno mai essere diverse da quelle che vorrà l’Ucraina, non è immaginabile che vi possano essere condizioni a danno del paese invaso. Certo, la speranza mia e di tutti noi è che, come è avvenuto in altre tragiche occasioni, quello che oggi sembra lontano, diventi improvvisamente immediato. Fino ad allora però, sarà importante far capire che non si è disposti a cedere alla violenza, alla sopraffazione e all’invasione.

L’attacco della Federazione russa in territorio ucraino il 24 febbraio 2022 ha rappresentato uno dei punti più oscuri nella storia recente europea. Una brutale negazione dell’impianto di valori e diritti che consideravamo ormai acquisiti nel nostro DNA.

Di fronte a una tale palese violazione delle regole alla base della civile e pacifica convivenza dei popoli, e di fronte a chi vorrebbe riportarci al tempo delle guerre di dominio e di stampo neo-imperialista, non poteva che essere ferma e immediata la risposta dell'Europa e di tutti i suoi organi nei confronti della Russia per tutelare la libertà e il diritto di indipendenza dell’Ucraina.

In questi mesi, il Senato italiano ha manifestato costantemente la sua vicinanza all’Ucraina, anche a livello interparlamentare, il Senato italiano non ha fatto mancare il suo contributo, al Primo Vertice parlamentare sulla Crimea a Zagabria e alla riunione dei Presidenti dei Parlamenti dei membri della NATO a Vilnius.

Concludo ribadendo un concetto che sono convinto sia condiviso in questo consesso: quello che sta succedendo in Ucraina, e l’ho sentito dire da molti che hanno parlato prima di me, non riguarda soltanto l’Ucraina, riguarda tutti noi. Difendere l’Ucraina significa difendere non solo le sue frontiere e le frontiere europee ma significa anche difendere i valori di libertà e democrazia che sono alla base della nostra identità.

Mi sento particolarmente vicino non solo al popolo ucraino ma anche ai cittadini di tutti i Paesi baltici, alla Polonia e alla Moldavia che avvertono, ancor più di noi, il pericolo di una eventuale acquiescenza che per fortuna non c'è, all'azione militare di occupazione russa che li minaccia da vicino. Ma tutti i paesi europei devono essere consapevoli che chi lotta e muore per la libertà dell'Ucraina lo sta facendo anche per la libertà e l'indipendenza di tutti i popoli europei.

È anche alla luce di questa convinzione che l’Italia assicura il proprio sostegno al popolo ucraino, in ogni ambito, fino a che sarà necessario, fino alla vittoria.