Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00485
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Atto n. 1-00485
Pubblicato il 25 novembre 2015, nella seduta n. 542
DE PETRIS , BAROZZINO , CERVELLINI , DE CRISTOFARO , PETRAGLIA , URAS , MOLINARI , MINEO , BOCCHINO , CAMPANELLA , MUSSINI , BIGNAMI
Il Senato,
premesso che:
a fine 2015 scadranno gli impegni presi nel 2000 con il lancio da parte delle Nazioni Unite degli obiettivi di sviluppo del millennio (MDGs), e partirà la nuova fase degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), come deciso e contenuto nel documento approvato dai capi di Stato e di Governo convenuti alla Conferenza di Rio +20 del 2012, «Il futuro che vogliamo»;
a Parigi, dal 30 novembre all'11 dicembre 2015, si terrà la XXI sessione della Conferenza delle parti, COP 21, dei Paesi aderenti alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), durante la quale dovranno essere decisi gli impegni, in termini di riduzione delle emissioni e di politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, nonché dei sistemi di monitoraggio e valutazione delle emissioni e degli impegni finanziari verso i Paesi più colpiti dagli impatti;
gli effetti dei cambiamenti climatici arrecano grave pregiudizio ai diritti umani delle popolazioni interessate, quali il diritto alla salute, all'acqua, alla terra, alle fonti di sostentamento, al cibo, ai diritti culturali, e qualsiasi iniziativa o impegno internazionale sul clima dovrà tener conto della dimensione relativa ai diritti umani;
milioni di donne ed uomini, di ogni regione, sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, ai disastri naturali ad essi connessi, alla continua dipendenza dai combustibili fossili e, allo stesso tempo, l'applicazione delle nuove tecnologie energetiche può consentire soluzioni efficaci, in termini di conservazione di ecosistemi, adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici;
si è tenuta ad ottobre 2015, ad Ankara, anche la conferenza delle parti della convenzione per la lotta alla desertificazione - UNCCD, e nell'autunno del 2016 si terrà in Messico quella della convenzione sulla biodiversità - CBD, le altre 2 convenzioni ambientali globali delle Nazioni Unite, le cui decisioni indirizzano le politiche globali e nazionali su terre aride e biodiversità, anche in relazione agli effetti dei cambiamenti climatici, e di cui dunque si dovrà tener conto;
sempre nel 2016, a Quito, si terrà la terza conferenza del programma delle Nazioni Unite UN Habitat, che ha ufficialmente individuato i cambiamenti climatici come uno dei temi principali per la dimensione urbana, e in generale, per gli insediamenti umani;
a fine 2014 è stato completato il quinto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici prodotto dal Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (IPCC), dal quale appare evidente la gravità della crisi climatica e l'urgenza di ridurre le emissioni di gas serra per evitare un ulteriore pericoloso riscaldamento del pianeta;
già nel 2009, a Copenhagen, al fine di evitare «pericolose interferenze con il sistema climatico», i firmatari dell'UNFCCC avevano condiviso l'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media globale del pianeta al di sotto di 2 gradi centigradi, rispetto alla temperatura media del periodo preindustriale e di prendere in considerazione la possibilità di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi centigradi;
la temperatura media globale dell'atmosfera è in chiaro aumento; tale aumento, non essendo uniforme, agisce maggiormente su alcune zone, fra le quali l'area mediterranea;
in Italia si sta registrando un trend di aumento pari a più del doppio di quello globale: nel 2014 è stato registrato un aumento di 2,4 gradi centigradi rispetto alla media 1880-1909;
secondo il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici, continuando ad emettere gas-serra senza serie politiche di riduzione, ci sarà un riscaldamento globale compreso tra 2 e 4 gradi centrigradi entro fine secolo, con conseguenze enormi a livello globale, alcune ancora difficilmente valutabili, anche per il nostro Paese;
l'Italia ha ridotto le proprie emissioni, prevalentemente per effetto della crisi economica e per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma appare evidente che l'impegno del nostro Paese, sopratutto sul fronte dell'efficienza energetica, può ambire a ben altri obiettivi, mentre appare in evidente contraddizione con gli obiettivi internazionali di riduzione dei consumi di fonti fossili la politica del Governo rivolta ad incrementare le estrazioni di idrocarburi;
a causa della recessione, in Italia come in molti Paesi dell'Unione europea, sono state, nel contempo, ridotte le risorse finanziarie per implementazione dei controlli ambientali e delle politiche climatiche e energetiche, con particolare riferimento agli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico e di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico;
l'Unione europea si è impegnata a nuovi e più ambiziosi obiettivi per gli anni 2020 («pacchetto clima energia»: riduzione del 20 per cento delle emissioni nel 2020 rispetto al 1990), nel 2030 («2030 climate and energy goals for a competitive, secure and low-carbon EU economy»: riduzione del 40 per cento delle emissioni nel 2030 rispetto al 1990) e nel 2050 («Roadmap for moving to a low-carbon economy in 2050»: riduzione del 80-95 per cento delle emissioni nel 2050 rispetto al 1990);
appare necessario ed urgente che il Governo italiano definisca, anche in occasione della COP 21, una strategia complessiva e coerente con l'urgenza derivante dal cambiamento climatico, finalizzata a proporre il nostro Paese come protagonista delle politiche internazionali, rivolte alla riduzione del consumo dei combustibili fossili e al risparmio energetico,
impegna il Governo:
1) a favorire l'approvazione, in occasione della prossima sessione della conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, di un accordo globale vincolante per la riduzione delle emissioni, con obiettivi determinati e scadenzati, in grado di far rispettare le indicazioni del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici, e di avviare adeguate strategie nazionali di mitigazione e adattamento;
2) a farsi promotore affinché l'Unione europea riveda al rialzo, nei prossimi anni, gli obiettivi del «Quadro al 2030 per le politiche climatiche ed energetiche», prevedendo: una riduzione delle emissioni di gas serra dell'Unione europea, pari ad almeno il 45 per cento rispetto al 1990, il raggiungimento di una quota di energie rinnovabili sul totale dei consumi energetici, pari ad almeno il 40 per cento, nonché un aumento dell'efficienza energetica di almeno il 35 per cento, con l'obiettivo del raggiungimento della neutralità emissiva entro il 2100, accogliendo l'obiettivo, richiesto da organizzazioni non governative e associazioni, del 100 per cento di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2050;
3) a sostenere con sollecitudine l'accordo di Lima sui cambiamenti climatici, approvato al termine dell'ultima sessione della conferenza delle parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e definire in tempi brevi, attraverso un percorso democratico e partecipativo, le modalità per l'attuazione in Italia dei contributi programmati e definiti a livello europeo;
4) a sostenere, nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, obiettivi ambiziosi per contrastare il cambiamento climatico e per avviare azioni di decarbonizzazione, anche con un adeguato supporto finanziario e tecnologico ai Paesi più poveri, con il finanziamento adeguato e obbligatorio del "fondo verde per il clima" previsto dall'accordo di Copenhagen;
5) ad assumere iniziative rivolte a prevenire gli effetti del cambiamento climatico sui movimenti migratori, con l'incipiente incremento dei "rifugiati ambientali", pianificando efficaci forme di sostegno alle popolazioni più colpite, assicurando nel contempo il rispetto dei diritti umani previsti dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e contrastando le migrazioni forzate per effetto di disastri e impatti dei cambiamenti climatici, favorendo infine il riconoscimento dello status di «climate refugee»;
6) a sostenere il riconoscimento della relazione tra cambiamenti climatici e diritti umani, includendo nel documento finale di Parigi, i diritti dei popoli indigeni, la loro conoscenza tradizionale, il diritto alla terra ed all'autodeterminazione, alla partecipazione diretta ed effettiva, alle politiche climatiche e all'accesso diretto alle risorse finanziarie, assicurandone il rispetto e la promozione in ogni programma o progetto di mitigazione, adattamento, trasferimento di tecnologie, riduzione delle emissioni;
7) nel quadro degli impatti previsti, a sostenere, in ogni sede, il principio dell'acqua come bene comune e diritto umano, da affermare nel diritto internazionale e nelle costituzioni dei singoli Stati;
8) ad adottare entro il 2015, in Italia, tutte le iniziative necessarie per la ratifica e l'implementazione degli impegni europei, nell'ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con particolare riguardo agli ulteriori impegni vincolanti in materia di riduzione dei gas serra;
9) ad assumere le necessarie iniziative, sia in ambito nazionale che in sede di Unione europea, volte ad incrementare le risorse per la cooperazione allo sviluppo sostenibile, nonché per il fondo verde per il clima, anche al fine di sostenere i costi di adattamento per quei Paesi in via di sviluppo, maggiormente colpiti dagli impatti del cambiamento climatico;
10) ad approvare, entro l'anno 2015, la strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, elaborata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in collaborazione con la comunità scientifica nazionale, procedendo immediatamente con la definizione di un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che ne recepisca le indicazioni definendone priorità, tempistiche e impegni di spesa;
11) ad attivarsi, in ambito nazionale e in sede di Unione europea, affinché si adottino opportune forme di fiscalità ambientale, che rivedano le imposte sull'energia e sull'uso delle risorse ambientali nella direzione della sostenibilità, anche attraverso la revisione della disciplina delle accise sui prodotti energetici in funzione del contenuto di carbonio (carbon tax) al fine di accelerare la conversione degli attuali sistemi energetici verso modelli a emissioni basse o nulle;
12) ad avviare le opportune iniziative volte a contrastare e impedire, nell'ambito dell'accordo globale sul clima in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i progetti di ingegneria climatica o geoingegneria: una serie di metodi e tecnologie che mirano ad alterare e influire deliberatamente sul sistema climatico con effetti non conosciuti e potenzialmente devastanti;
13) ad avviare appropriate e immediate iniziative di rimozione degli incentivi e dei sussidi diretti e indiretti all'uso di combustibili fossili, spostando gli investimenti sulla ricerca e sullo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, sul risparmio energetico, nonché sull'efficiente produzione e uso dell'energia, rivedendo a tal fine la strategia energetica nazionale, e definendo conseguentemente in vero piano nazionale energetico;
14) ad adottare una nuova politica energetica, individuando e sostenendo misure di indirizzo della scelta delle fonti, secondo criteri di riduzione e azzeramento delle emissioni, al fine di accelerare la conversione degli attuali sistemi energetici climalteranti, e rivedendo drasticamente le politiche rivolte all'incremento delle estrazioni di idrocarburi sul territorio nazionale e nelle acque territoriali;
15) ad assumere iniziative in ambito nazionale, nonché ad attivarsi nell'ambito dell'Unione europea, al fine di contrastare la povertà energetica e la vulnerabilità dei consumatori, attraverso una tariffazione equa dell'energia elettrica e termica, in grado di garantire le fasce più deboli dei cittadini;
16) ad assumere iniziative per escludere dal «patto di stabilità» le spese dello Stato, delle regioni e degli enti locali, legate a politiche e misure di riduzione delle emissioni climalteranti, con particolare riguardo alle risorse finalizzate al risparmio energetico, efficienza energetica, energie rinnovabili, nonché a interventi volti all'adattamento ai cambiamenti climatici e in particolare alla messa in sicurezza del territorio e alla protezione civile;
17) a sostenere le azioni delle regioni finalizzate ad aumentare la resilienza del territorio promuovendo le opportune sinergie tra mitigazione e adattamento, anche in collegamento con le iniziative in atto a livello europeo (come l'iniziativa del «patto dei sindaci» sull'adattamento al cambiamento climatico);
18) a favorire, per quanto di competenza, lo sviluppo in modo coordinato di adeguati piani regionali e locali di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, privilegiando le misure ad alto grado di sostenibilità ambientale, evitando impatti negativi sull'ambiente e sugli ecosistemi delle misure stesse;
19) a istituire un qualificato ed organico servizio meteo-climatico nazionale con compito di monitorare il cambiamento in atto nei vari ambiti nazionali (atmosfera-mare-ecosistemi);
20) a riconoscere concretamente la centralità delle città e delle autorità locali in materia di pianificazione urbanistica e di programmazione socio-economico-ambientale, adottando, nel contempo, efficaci politiche nazionali, rivolte al contenimento del consumo di suolo, a cominciare dalla sollecita approvazione dei disegni di legge sul tema, all'esame delle Camere;
21) in tale contesto, ad indirizzare adeguate risorse al settore dei trasporti, responsabili di più di un quinto delle emissioni di gas serra, sia per ciò che concerne la riduzione delle emissioni dei trasporti di aviazione e marini, sia per gli investimenti verso politiche di mobilità sostenibile, intermodalità degli spostamenti, ciclabilità, condivisione dei mezzi, incremento del trasporto pubblico;
22) a promuovere l'adozione di nuove procedure di contabilità ambientale, a cominciare dalla pubblica amministrazione, che includano i costi ambientali e sanitari nella valutazione delle politiche di bilancio;
23) a rendere protagonista il nostro Paese di un impegno globale verso la sottoscrizione di una nuova "Convenzione sui crimini ambientali" che preveda anche una "Corte penale internazionale dell'ambiente", in grado di riconoscere e sanzionare i comportamenti illeciti di particolare gravità, come il reato di ecocidio, proposto da numerose associazioni giuridiche internazionali.