Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00561

Atto n. 1-00561

Pubblicato il 14 febbraio 2012, nella seduta n. 674
Esame concluso nella seduta n. 686 dell'Assemblea (07/03/2012)

LANNUTTI , BELISARIO , GIAMBRONE , BUGNANO , CAFORIO , CARLINO , DE TONI , DI NARDO , LI GOTTI , MASCITELLI , PARDI , PEDICA

Il Senato,

premesso che:

è in corso di esame presso il Parlamento europeo il regolamento delle agenzie di rating, le cui modifiche saranno varate entro il mese di luglio 2012. Alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, avanzata dalla Commissione il 15 novembre 2011 (COM (2011) 747), unitamente alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2009/65/CE (COM (2011) 746), il relatore del provvedimento ha presentato emendamenti che mirano a quattro obiettivi fondamentali: a) proibizione di emettere il rating del debito sovrano da parte delle agenzie, se non espressamente richiesto dallo Stato interessato; b) attribuzione ad una istituzione comunitaria indipendente, già esistente o da istituire, del compito di valutare il merito di credito degli Stati; c) divieto di incroci azionari tra agenzie di rating nonché proibizione di possedere, direttamente o indirettamente, strumenti finanziari dell'entità valutata; d) adozione di una soglia antitrust in base alla quale un'agenzia di rating non può aumentare oltre il 25 per cento la propria quota di mercato;

il Parlamento europeo, nel dibattere di tali delicate questioni, ha dunque la possibilità di determinare una svolta politico-culturale nel funzionamento dei mercati finanziari, smantellando l'oligopolio di Standard & Poor's, Moody's e Fitch, le tre agenzie che da sole detengono il 90 per cento del mercato del rating. Altrettanto evidente è che il percorso sarà ostacolato dagli enormi interessi in gioco, viste le ramificazioni tra agenzie di rating e importanti operatori dei mercati finanziari globali. In tale contesto appare necessaria una decisa e responsabile presa di posizione dei Governi e dei Parlamenti nazionali, ed in particolare di quello italiano, stante la particolare esposizione del nostro Paese agli effetti delle valutazioni in oggetto e della rilevanza della situazione italiana in rapporto alla stabilità monetaria europea ed internazionale;

Standard & Poor's, che nell'agosto 2011 ha tolto la tripla A agli Stati Uniti, ha successivamente imposto il proprio downgrade a Italia, Spagna, Austria e Francia, mentre è di questi giorni il declassamento di 34 banche italiane: in pratica, parte significativa del sistema del credito del nostro Paese sta per essere classificato a livello di titoli "spazzatura", soglia di allarme il cui superamento potrebbe indurre, se non costringere, i fondi di investimento di tutto il mondo a liquidare le posizioni sulle banche italiane;

considerato che:

nel gennaio 2012 il governatore della Banca centrale europea (BCE) Mario Draghi, intervenendo a Strasburgo durante la seduta del Parlamento europeo, non ha nascosto il pericolo che si cela dietro le modalità con cui hanno operato le agenzie di rating, ha invocato l'apertura del mercato per stimolare la concorrenza sul rating e ha inoltre invitato Stati e istituzioni ad essere meno dipendenti dal loro giudizio: concetto quest'ultimo ribadito, poco dopo la sua elezione, dal nuovo presidente del Parlamento europeo Martin Schulz;

molto più dure erano state, in precedenza, le parole del Commissario europeo agli affari monetari Olli Rehn che, durante un'intervista a una rete televisiva finlandese, aveva in pratica dichiarato che le agenzie di rating fanno gli interessi del capitalismo finanziario americano, accusa non nuova a Bruxelles e nelle capitali europee ma mai avanzata prima in maniera così ufficiale ed esplicita;

se il ruolo del rating può essere ritenuto essenziale, per la sua funzione di termometro per gli investimenti, la credibilità delle agenzie di valutazione è stata inficiata da gravissimi errori compiuti in passato, culminati nell'assegnazione della tripla A ai cosiddetti titoli subprime, vale a dire i prodotti di debito costruiti sulla bolla speculativa del "mattone", da cui ebbe origine il crollo mondiale della finanza. Errori con conseguenze disastrose, dovuti, secondo molti osservatori qualificati, alla mancanza di indipendenza e trasparenza ed ai numerosi casi di conflitto di interesse delle agenzie in questione;

sul terreno della prevenzione dei conflitti di interessi, oltre ad imporre una governance più autonoma ed una più efficace verifica delle procedure di valutazione, incidendo sugli attuali limiti di accesso per renderli più favorevoli ai nuovi entranti, ed ampliando le occasioni in cui sia possibile sanzionare sul piano civilistico le responsabilità delle agenzie, appare opportuno riflettere sulla possibilità di prevedere vincoli agli incarichi alle agenzie medesime, senza interferire nel contenuto delle analisi ma al fine di stabilizzare i mercati del credito e di rafforzare la fiducia degli investitori;

da tempo la magistratura italiana ha aperto un'inchiesta su Standard & Poor's e Moody's, accusate di aver manipolato il mercato con giudizi falsi, infondati o comunque imprudenti sul sistema economico-finanziario e bancario italiano, ipotizzando l'abuso di informazioni privilegiate per aver elaborato e diffuso - in determinate circostanze relative al 2011 ed a mercati aperti - notizie non corrette, comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico, finanziario e bancario italiano,

impegna il Governo:

a favorire, con ogni iniziativa di propria competenza, l'apertura del mercato e lo smantellamento dell'oligopolio di Standard & Poor's, Moody's e Fitch su cui il Parlamento europeo è impegnato, avviando una riforma del rating che consenta analisi trasparenti, in autonomia e consapevolezza nei confronti degli operatori economici, contribuendo così alla stabilizzazione dei mercati finanziari;

a promuovere un impulso per la definizione, da parte della European Securities and Markets Authority (Esma) e della Commissione europea, di ulteriori e più incisivi standard vincolanti per le agenzie di rating, con particolare riferimento a rigorosi criteri di trasparenza dell'assetto societario e alle tecniche di emersione, prevenzione e soluzione del conflitto di interessi;

ad implementare - agendo in particolare nelle sedi comunitarie ed internazionali a ciò deputate - gli obblighi relativi al set informativo necessario per la registrazione delle agenzie, le misure per assicurare il puntuale rispetto da parte degli analisti delle prescrizioni relative alla compliance con la normativa comunitaria, nonché gli obblighi riferiti alla completa disponibilità dei dati legati alla valutazione;

a promuovere, per quanto di propria competenza, tutte le iniziative necessarie affinché siano rimossi i vincoli che determinano un impiego automatico del rating, ove si determini il rischio che possa intervenire un immediato smobilizzo o un divieto di acquisto di titoli in presenza di un non ponderato o erroneo declassamento dell'emittente;

ad assicurare che siano applicati i requisiti già attualmente richiesti dalla legge vigente per l'operatività di tali soggetti nel territorio nazionale;

a favorire, in un contesto segnato da maggiore pluralismo e disponibilità di analisi, la creazione di un'agenzia di rating europea, indipendente e autorevole, nonché ad implementare con più incisività sul piano giuridico il concetto di responsabilità per le conseguenze delle valutazioni errate delle stesse agenzie.