Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00552

Atto n. 1-00552

Pubblicato il 14 febbraio 2012, nella seduta n. 674
Esame concluso nella seduta n. 695 dell'Assemblea (20/03/2012)

CASTIGLIONE , VIESPOLI , FLERES , FERRARA , CENTARO , POLI BORTONE , PISCITELLI , VILLARI , BURGARETTA APARO

Il Senato,

premesso che:

la grave crisi economica ed occupazionale che attraversa l'eurozona è ancor più grave in Sicilia dove il livello di disoccupazione è insostenibile, le imprese non sono in grado di investire e vengono abbandonate le iniziative esistenti;

le famiglie hanno difficoltà a mantenere le condizioni minime di vita, giornalmente aumenta il numero dei siciliani che superano le soglie della povertà e senza che nessuna di queste emergenze possa trovare sostegno nel sistema creditizio, che sembra essere latitante;

dette emergenze, note, sono state ulteriormente evidenziate e rese eclatanti dalle agitazioni di questi giorni poste in essere dagli autotrasportatori, dagli agricoltori, dagli addetti alla pesca e da altre categorie che via via si sono aggregate ai nuclei originari della protesta che ha ribadito un dato incontestabile: il prezzo alla pompa del carburante, di qualunque tipo di carburante e per qualsiasi uso, è non solo insostenibile ma, per la moderna organizzazione di vita e della produzione e commercializzazione, è divenuto il moltiplicatore della crisi;

considerato che:

nel territorio siciliano sono presenti notevoli attività estrattive nel campo petrolifero e dei loro derivati, in vista, anche, del raddoppio del gasdotto italo-libico che attraversa le aree territoriali e marine siciliane;

le compagnie petrolifere, che dal sottosuolo siciliano estraggono petrolio pari al 10 per cento del fabbisogno nazionale, versano alla Regione una royalty solo del 7 per cento. Per la raffinazione del 60 per cento dei carburanti utilizzati in Italia, e la cui attività ha causato ingenti danni ambientali a vasti territori della Sicilia, invece, le accise finiscono direttamente nelle casse dello Stato ed una parte alle Regioni del Nord del Paese in cui le compagnie hanno la residenza fiscale;

alle imprese vanno gli enormi utili industriali, allo Stato le enormi entrate fiscali. Si calcola, per approssimazione, che dalle accise sulle produzioni delle aree industriali di Gela ed Augusta alle casse statali giungano annualmente una variabile fra Iva e accise fra i 12 ed i 30 miliardi di euro annui. A fronte di questa produzione sovradimensionata rispetto al fabbisogno energetico regionale, alla Sicilia rimangono solo i danni ambientali mentre altre Regioni hanno la possibilità di abbassare il prezzo della benzina per i propri abitanti (ad esempio il Trentino-Alto Adige), altre hanno stipulato accordi separati per ottenere royalty per 102 milioni di euro (ad esempio la Basilicata) da utilizzare sul territorio;

considerato altresì che:

se il territorio siciliano sopporta l'inquinamento e i danni legati a una sovrapproduzione ha il diritto di condividere con lo Stato, oltre agli oneri, gli onori e di incassare direttamente, come prevede lo Statuto autonomistico, le tasse applicate alle produzioni siciliane. Ha inoltre il diritto di ottenere dalle imprese petrolchimiche che operano in Sicilia uno sconto sul prezzo di vendita alla pompa dei carburanti in tutto il territorio dell'isola e, in maniera più articolata, una vera e propria royalty da calcolare sugli utili d'impresa a beneficio del bilancio regionale, che verrà utilizzata per realizzare nuove opportunità di sviluppo e nuovi incentivi per le aziende che vogliano create posti lavoro in Sicilia;

a fronte di questa drammatica situazione lo Stato continua a non voler prendere atto che la Sicilia ha necessità di ottenere un riequilibrio ed una rivisitazione del rapporto Stato-Regione in ordine alle quote di accise caricate sulla benzina e sui prodotti petroliferi che lo Stato non vuole o non può attribuire alla Regione siciliana,

impegna il Governo:

a prevedere l'accreditamento delle provvigioni spettanti alla Regione Siciliana (accise petrolifere e royalty), da impiegare sul territorio, così come previsto dagli articoli 36 e 37 dello Statuto della Regione Siciliana;

ad intervenire con determinazione perché in Sicilia, isole minori incluse, le accise sui prodotti petroliferi, metano, GPL e/o loro derivati, utilizzati per autotrazione, privata e/o industriale o agricola e per la pesca ed i trasporti marittimi, vengano ridotte alla vendita, sia al dettaglio che all'ingrosso, del 30 per cento, con contestuale diminuzione di ogni onere fiscale che dovesse gravare su tali accise.