Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00510
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Atto n. 1-00510
Pubblicato il 13 dicembre 2011, nella seduta n. 644
FINOCCHIARO , ZANDA , LATORRE , CASSON , BIANCO , CECCANTI , VITALI , INCOSTANTE , DONAGGIO , GASBARRI , GIARETTA , LEGNINI , PEGORER , ADAMO , BASTICO , MARINO Mauro Maria , SANNA , BARBOLINI , D'UBALDO , MERCATALI , STRADIOTTO
Il Senato,
premesso che:
in data 2 dicembre 2009, nel corso del dibattito parlamentare sulle mozioni in materia di riforme istituzionali, è stato approvato, oltre al testo della maggioranza (1-00207), anche un testo proposto dalla senatrice Finocchiaro ed altri (1-00205, testo 3);
il 28 settembre 2011, nel corso di una seduta d'Aula sul medesimo argomento, non si è proceduto alla votazione delle mozioni presentate, aggiornando il dibattito ad un tempo successivo;
il 19 ottobre 2011 è stata approvata dal Senato la richiesta di dichiarazione d'urgenza in ordine a numerosi disegni di legge sulle riforme costituzionali tra cui l'Atto Senato 2941 di iniziativa governativa recante "Disposizioni concernenti la riduzione del numero dei parlamentari, l'istituzione del Senato federale della Repubblica e la forma di Governo";
nello stesso giorno la 1ª Commissione permanente (Affari costituzionali, affari della Presidenza del Consiglio e dell'Interno, ordinamento generale dello Stato e della Pubblica Amministrazione) ha conseguentemente rideliberato di unificare l'esame di tutte le proposte di riforma del Parlamento e di riduzione del numero dei parlamentari, e ha ripreso la discussione con questa modalità;
con la nascita del Governo Monti si è venuto a creare un nuovo contesto politico-istituzionale, che realizza un'indubbia decantazione tra le principali forze politico-parlamentari e che costituisce quindi una premessa decisiva perché il Parlamento possa trovare un nuovo protagonismo nella realizzazione di alcune riforme istituzionali urgenti ed attese, un protagonismo spesso sin qui bloccato non tanto da ragioni tecniche, ma soprattutto dal contesto politico circostante;
il fatto che nella composizione dell'attuale Governo non sia stato previsto il Ministro per le riforme e per il federalismo non significa affatto uno scetticismo del Governo in materia, ma al contrario una più precisa distinzione di ruoli, in cui il Governo si limita a svolgere il ruolo di facilitatore delle intese possibili e ciò rende più agevole anche l'auspicabile convergenza di gruppi non appartenenti alla maggioranza. In altri termini il Governo ridimensiona il proprio ruolo esattamente perché convinto della possibilità di intese parlamentari che non a caso si sono accelerate sulla revisione costituzionale in materia di stabilità di bilancio;
proprio quest'ultimo caso dimostra come in poche settimane si possano realizzare le condizioni per una prima lettura conforme di un identico progetto di revisione con consensi tali da entrare in vigore già tre mesi dopo, senza neanche ricorrere al referendum oppositivo;
è del tutto condivisibile l'esigenza di decidere entro la fine di questa Legislatura la riduzione del numero dei parlamentari, ma occorre farlo senza rinunciare al tentativo di giungere ad una riforma complessiva anche delle funzioni e delle modalità di elezione delle due Camere, e si deve procedere comunque alla sola riduzione del numero dei parlamentari qualora si verificasse effettivamente l'impossibilità di procedere ad una riforma più ampia;
ritenuto che:
è opportuno, anche al fine di razionalizzare e semplificare in modo organico il sistema amministrativo e istituzionale, che si proceda con urgenza all'approvazione dell'Atto Senato 2259 relativo alla Carta delle autonomie locali, per il quale manca solo l'esame dei subemendamenti agli emendamenti già depositati in 1ª Commissione dai due relatori Enzo Bianco (PD) e Andrea Pastore (PdL);
occorre dare piena e completa attuazione alla legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale e di valorizzazione delle autonomie locali, premiando l'attività degli enti territoriali più efficienti e attivando così un circuito virtuoso che porti ad un contenimento della spesa pubblica e ad una ottimizzazione dei servizi resi ai cittadini;
a questo scopo è ormai inderogabile l'immediato insediamento della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, con l'istituzione della relativa banca dati, per il concorso alla definizione degli obiettivi di finanza pubblica, anche in relazione ai livelli di pressione fiscale e di indebitamento;
le disposizioni contenute nel decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante "Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici", che è in corso di conversione alla Camera, ampliano l'autonomia tributaria dei Comuni ben oltre quanto previsto dal decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, recante "Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale";
è pertanto necessario che il Governo adegui lo schema di decreto legislativo, già all'esame della Conferenza unificata, di modificazione e correzione del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, al fine di pervenire ad un assetto organico della fiscalità e della finanza locale che comprenda anche la necessaria riconsiderazione, sempre alla luce delle norme introdotte dal predetto decreto, dei rapporti finanziari complessivi tra Stato e autonomie territoriali;
devono essere rispettati gli impegni contenuti nella Relazione semestrale approvata dalla Commissione parlamentare per il federalismo fiscale il 21 luglio 2011, i quali prevedono un'accurata verifica dello stato di attuazione delle disposizioni già disciplinate nei decreti legislativi emanati e il completamento della delega prevista dalla legge n. 42 del 2009 con decreti integrativi e correttivi relativi alle seguenti materie: entrate e spese in conto capitale ordinarie di regioni ed enti locali; Roma capitale; completamento del sistema perequativo degli enti locali; completamento e destinazione delle risorse aggiuntive e degli interventi speciali; completamento dei fondi perequativi delle Regioni; funzionamento del Fondo per lo sviluppo e la coesione; estensioni a Comuni e Province delle Regioni a statuto speciale della raccolta dei dati statistici su costi e fabbisogni standard;
è urgente, anche in relazione alla modifica in corso dell'art. 81 della Costituzione, procedere ad una revisione del Patto di stabilità interno al fine di non penalizzare ulteriormente gli investimenti locali che sono diminuiti mediamente del 15 per cento negli ultimi anni, anche con l'obiettivo di rendere possibili i pagamenti dei fornitori, per contribuire in tal modo al conseguimento degli obiettivi di crescita dell'economia;
è altresì necessario procedere ad una riforma organica della riscossione locale, poiché la situazione attuale è caratterizzata dalla fuoriuscita del sistema locale da Equitalia senza alternative valide;
è necessario, in questo contesto complessivo, che siano adottati tutti gli atti previsti dalla legislazione vigente in materia di virtuosità degli enti territoriali (art. 20, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, così come integrato dal decreto- legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e dalla legge 12 novembre 2011, n. 183 - legge di stabilità per il 2012, art. 30, commi 2-6);
sottolineata altresì la necessità che sia data tempestivamente certezza in ordine alle risorse a disposizione degli enti territoriali, in particolare con riguardo all'assegnazione delle risorse derivanti a Comuni e Province dal Fondo sperimentale di riequilibrio,
delibera di avviare un percorso volto a promuovere, in tempi rapidi, l'esame e l'eventuale approvazione dei disegni di legge costituzionale concernenti la riduzione del numero dei parlamentari unitamente a quelli relativi alla differenziazioni del bicameralismo paritario;
impegna il Governo:
a provvedere all'immediato insediamento della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica, con l'istituzione della relativa banca dati;
ad adeguare lo schema di decreto legislativo, già all'esame della Conferenza unificata, di modificazione e correzione del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, alle disposizioni contenute nel decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, al fine di pervenire ad un assetto organico della fiscalità e della finanza locale che comprenda anche la necessaria riconsiderazione dei rapporti finanziari complessivi tra Stato e autonomie territoriali;
a rispettare gli impegni contenuti nella Relazione semestrale approvata dalla Commissione parlamentare per il federalismo fiscale il 21 luglio 2011, al fine del completamento della delega prevista dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, sul federalismo fiscale;
ad adottare senza indugio tutti gli atti previsti dalla legislazione vigente in materia di virtuosità degli enti territoriali (art. 20, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, così come integrato dal decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, e dalla legge 12 novembre 2011, n. 138, art. 30, commi 2-6).