Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-01414

Atto n. 3-01414

Pubblicato il 16 ottobre 2024, nella seduta n. 232
Svolto question time il 17 ottobre 2024 nella seduta n. 233 dell'Assemblea

FREGOLENT, BORGHI Enrico, MUSOLINO, PAITA, RENZI, SBROLLINI, SCALFAROTTO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

il 30 settembre 2024 è stato depositato il Piano strutturale di bilancio di medio termine - Italia 2025-2029 (PSB), all’interno del quale il Governo ha reso noto che "nella manovra di bilancio saranno dunque necessarie misure ulteriori in termini di minori spese o maggiori entrate", di fatto annunciando come i cittadini italiani, nella prossima manovra di bilancio, saranno costretti a subire un ulteriore aumento della pressione fiscale;

la previsione di alzare la pressione fiscale nei confronti dei cittadini, e in particolare dei lavoratori dipendenti, appare agli interroganti inaccettabile e ingiusta, tanto più grave laddove il Governo ignora del tutto la fondamentale tematica della difesa del potere d’acquisto delle famiglie e dei redditi del ceto medio, che, da solo, continua a farsi carico delle spese pubbliche per la quasi totalità, mentre il Governo continua a tutelare gli evasori introducendo un concordato preventivo che, di fatto, scarica sui lavoratori dipendenti e sulla collettività i costi dell’evasione;

sempre all’interno del PSB si apprende con sconcerto il prossimo "allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina e/o politiche di riordino delle agevolazioni presenti in materia energetica": in merito al tema dell'accisa sul gasolio il Governo Meloni, con l’articolo 2, del decreto-legge 23 dicembre 2022, n. 176, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 gennaio 2023, n. 6, con cui è stato eliminato lo sconto sulle accise introdotto dal Governo Draghi, aveva già confermato la volontà di aumentare da subito le accise sui carburanti, ma le risultanze del PSB confermano una sconcertante violazione del programma elettorale del partito di maggioranza, nonché una palese violazione degli interessi economici dei cittadini e di quelli produttivi del Paese;

il PSB non contempla nemmeno l’ipotesi di differenziare tale aumento delle accise, comunque da scongiurare, sulla base dei comparti, dissimulando circa il fatto che l’aumento del costo del carburante per il settore dell’autotrasporto si tradurrà in un ulteriore aumento dei prezzi a detrimento delle famiglie, già martoriate da due anni di inflazione elevata e da un carrello della spesa sempre più costretto ad austerità;

l’aumento delle accise per il gasolio, infatti, secondo l’Unione energie per la mobilità (UNEM) impatterà su 26 milioni di famiglie per circa 2 miliardi di euro, confermando come l’aumento delle accise del gasolio, di fatto, si tradurrà in un costo gravoso e inaccettabile per le famiglie e gli autotrasportatori;

dalle dichiarazioni del Ministro in indirizzo, riportate sugli organi di stampa, si apprende come nelle sue intenzioni (al fine di risparmiare dai 3 ai 4 miliardi) vi sarà un taglio netto delle spese dei dicasteri, per scongiurare tagli ancor più draconiani: la razionalizzazione della spesa pubblica non può in alcun modo impattare sulle prestazioni sociali, né la rassicurazione che “non verranno tagliati i fondi alla sanità” offre garanzia di sorta circa il finanziamento del sistema di istruzione, della ricerca, della sicurezza, della cultura e del welfare in generale;

appare surreale che il PSB del Governo e le dichiarazioni del Ministro siano uniformate a criteri di austerità, tanto più se si considera che in questi anni sono stati reintrodotti stipendi (anche molto elevati e per soggetti pensionati) per il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito con modificazioni dalla legge 29 aprile 2024, n. 56) e degli uffici di diretta collaborazione di alcuni dicasteri (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in particolare, si veda l’articolo 1, comma 36, della legge 30 dicembre 2023, n. 213);

il Ministro in indirizzo, inoltre, da come si apprende da fonti di stampa, ha dichiarato che i valori catastali saranno rivisti al rialzo, prevedendo nei fatti un aumento delle tasse (IMU) per chi ha usufruito dei bonus edilizi (non solo nella forma del “superbonus”, come inizialmente annunciato): se così fosse, ci si troverebbe dinanzi a un’ulteriore “stangata” per le famiglie e per il ceto medio, nonché ad un vero e proprio tentativo di impoverire famiglie che altra colpa non hanno se non quella di aver beneficiato di detrazioni previste dalla normativa vigente, che al tempo non prospettava in alcun modo l’aumento dei costi indiretti per il mantenimento della casa;

in questo scenario drammatico per famiglie e professionisti già fortemente provati da due anni di inflazione il Governo ha inteso bene di aumentare la pressione fiscale dello 0,7 per cento, confermando come il taglio della spesa pubblica e l’aumento della pressione fiscale (“stelle polari” del Governo Monti, cui l’attuale maggioranza ha ispirato la propria opposizione negli anni) rappresentano priorità ineludibili per la maggioranza, al di là degli slogan elettorali e del vittimismo di stampa,

si chiede di sapere come il Ministro in indirizzo intenda garantire i previsti impegni assunti in sede di Piano strutturale di bilancio di medio termine con le asserite assicurazioni di non aumentare in alcun modo la pressione fiscale.