Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00910
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Atto n. 3-00910
Pubblicato il 31 gennaio 2024, nella seduta n. 152
CANTALAMESSA, ROMEO - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
la legge n. 3 del 2012, come modificata dal decreto-legge n. 179 del 2012, disciplina una nuova tipologia di concordato per la composizione della crisi da sovraindebitamento di soggetti, persone fisiche e micro e piccole imprese, non assoggettabili alle ordinarie procedure fallimentari;
la normativa in vigore disciplina un’articolata procedura di composizione della crisi attraverso la quale viene data la possibilità ai debitori che si trovino in perdurante stato di squilibrio economico e finanziario, di accedere agli organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento (OCC), per aderire ad un piano di pagamento verso i creditori, al fine di giungere ad una soluzione concordata e definitiva della propria posizione debitoria, comporre la crisi, ed evitare che essi finiscano nella rete dell’usura e dell’estorsione o, se vi sono già entrati, al fine di aiutarli ad uscirne;
il progressivo rallentamento dell'economia e il conseguente calo dei prestiti bancari alle imprese, secondo quanto emerge da una indagine condotta dalla CGIA, rappresentano, infatti, i presupposti da cui possono nascere fenomeni di illegalità, che coinvolgono in primo luogo le micro aziende, spesso a conduzione familiare, che vedono sempre più limitate le loro possibilità di accesso al credito. “Sos Impresa” stima per il 2023 una crescita del 30 per cento dei casi di usura rispetto agli anni precedenti al 2020;
una delle cause di crisi di liquidità delle imprese risiede nella presenza di un apparato burocratico vetusto e farraginoso, non più in grado di rispondere in maniera efficace alle reali necessità delle micro imprese e delle famiglie, determinando situazioni di assoluta incertezza, che contribuiscono ad aggravare l’andamento dell’economia italiana;
a ciò si aggiunga lo shock economico che ha colpito, senza soluzione di continuità, il nostro Paese ormai da quasi 4 anni. L’inflazione nel biennio 2022-2023 (più 8,1 per cento inflazione media nel 2022 e più 5,7 per cento di inflazione media nel 2023) ha determinato, a parità di acquisti, un incremento della spesa per beni e servizi di 4.185 euro per famiglia, con una conseguente riduzione della propensione al risparmio del 3,6 per cento (primo semestre 2023 su primo semestre 2022) ed un altrettanto conseguente maggior ricorso a prestiti e finanziamenti. Nel 2023 il debito medio per mutui e finanziamenti, i cui tassi di interesse hanno raggiunto i picchi del 2008, è stato stimato da Assoutenti in circa 22.674 euro a famiglia, quasi 10.000 euro per cittadino residente;
in Italia sono circa 7 milioni le persone che si trovano in una posizione di sovraindebitamento secondo l’ultimo “Rapporto nazionale sul sovraindebitamento”; un dato rilevante riguarda poi la media dei giorni necessari al compimento della procedura: sono circa 542 i giorni impiegati per ciascuna pratica, ed il 70 per cento di queste non arriva a conclusione definitiva. Il rischio di sovraindebitamento che indistintamente riguarda famiglie e piccoli imprenditori rappresenta oggi una causa di fallimento di molte aziende, già in gravi difficoltà economiche;
la gestione delle crisi da sovraindebitamento, soprattutto in una fase economica complicata come quella attuale, si configura, dunque, come strumento avente un’importante funzione economica e sociale, aiutando il consumatore, ed in particolare il piccolo imprenditore, a liberarsi dal peso dei debiti accumulati, a risollevarsi, e a trovare una possibile via d’uscita per far ripartire la propria attività,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere per garantire l’accessibilità alle procedure di sovraindebitamento, rimuovendo gli ostacoli che ad oggi impediscono una più rapida risoluzione delle crisi, per una maggiore tutela della liquidità delle micro imprese e delle famiglie.