Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00466
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Atto n. 3-00466
Pubblicato il 24 maggio 2023, nella seduta n. 71
BORGHI Claudio, ROMEO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
l’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime riscontrato nell’ultimo biennio ha determinato una crescita esponenziale dell’inflazione, colpendo duramente anche l’Italia. Secondo quanto riportato dal Documento di economia e finanza 2023, il tasso di inflazione nazionale (secondo l’indice nazionale NIC) ha raggiunto l’11,8 per cento nei mesi di ottobre e novembre 2022, per poi scendere al 7,7 per cento nel mese di marzo. Nonostante il ribasso recente dei prezzi energetici, che lascerebbe prevedere un ulteriore calo dell’inflazione per l’anno in corso, l’inflazione di fondo rimane sostenuta, al 6,2 per cento nel mese di aprile, anch’essa in leggero calo. Lo stesso DEF 2023 pone tra gli obiettivi chiave di politica economica quello di ridurre l’inflazione e recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni, assieme alla produttività, prevedendo un’inflazione media del 5,7 per cento per l’anno in corso, 2,7 per cento nel 2024, e al 2 per cento per il 2025-2026;
come risposta all’inflazione la BCE, da luglio 2022, ha adottato una politica molto restrittiva, ricorrendo per ben 7 volte al rialzo dei tassi di interesse di riferimento per l’area euro. L’ultimo, a inizio maggio 2023, ha portato il tasso di riferimento per le operazioni di rifinanziamento principale al 3,75 per cento. Il costo del denaro è sostanzialmente tornato a livelli mai più raggiunti dal 2008, e la BCE ha già dichiarato di voler proseguire su questa strada per riportare tempestivamente l’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2 per cento;
considerato che:
evidentemente, la strategia messa in campo dalla BCE ha avuto e sta avendo un impatto pesantissimo sui mutui e prestiti per imprese e famiglie, in particolar modo sui mutui ipotecari contratti per gli immobili a uso residenziale, portando quelli a tasso variabile ad un tasso che si attesta intorno al 5 per cento, e determinando un ulteriore inasprimento degli standard creditizi complessivi che stanno comportando una flessione della domanda di prestiti da parte di famiglie e imprese;
il rischio di insolvenza per i soggetti debitori appare dunque sempre più concreto. Come denunciato da una recente indagine dell’osservatorio “SalvaTuaCasa” (Nomisma per Esdebitami Retake), negli ultimi 12 mesi almeno una famiglia su due ha pagato con difficoltà le rate dei mutui o dei prestiti accesi, un segnale preoccupante per la tenuta del sistema del risparmio privato e di riflesso un potenziale duro colpo al mercato immobiliare, già in flessione;
data la centralità del tema della prima casa, soprattutto sotto il profilo della natalità e della famiglia, come bene necessario alla costituzione e allo sviluppo di nuovi nuclei familiari, e alla luce delle azioni già messe in campo da Governo in materia, come la possibilità, a determinate condizioni, di rinegoziare i muti ipotecari contratti a tasso variabile e trasformarli a tasso fisso, così come la proroga delle agevolazioni fiscali e delle garanzie sulla prima casa per gli under 36, che ne dimostra la grande attenzione,
si chiede di sapere quali siano le azioni che il Ministro in indirizzo intende porre in essere, nelle sedi opportune, per proseguire nell’azione di tutela di famiglie e imprese esposti agli effetti negativi del rialzo dei tassi di interesse di riferimento dei mutui da parte della BCE, e di contenimento dei medesimi effetti negativi sul mercato immobiliare.