Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00362
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Atto n. 3-00362
Pubblicato il 19 aprile 2023, nella seduta n. 58
MARTELLA, MALPEZZI, FURLAN, CAMUSSO, ROSSOMANDO, RANDO, CRISANTI, ROJC - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
l’istituto penale per i minori di Treviso è stato aperto nel 1981, a seguito della dismissione della struttura minorile veneziana, ricavando alcuni spazi all’interno del carcere per adulti;
la struttura non si presenta come un edificio progettato a tale scopo e a riprova di ciò basti pensare al fatto che il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, nel visitare l’istituto nell’estate 2016, lo descrisse testualmente come “un parallelepipedo disposto su due piani in cui coabitano uffici, camere di pernottamento e locali per le attività. La principale criticità dell’istituto penale minorile è l’inadeguatezza e la carenza di spazi”;
durante la visita il Garante affermò anche che “Colpisce negativamente la contiguità e la mescolanza tra il carcere per adulti e l’istituto per minori, anche se i contatti tra le due tipologie di detenuti sono sempre evitate”;
tali parole servono a ben comprendere in quale contesto si è sviluppata la violenta sommossa del 12 e 13 aprile 2022 che portò alla chiusura della struttura;
il primo firmatario della presente interrogazione ha avuto modo di visitare l’istituto in data 30 gennaio 2023 e lo scorso 14 aprile, e, in queste circostanze, anche di interloquire con i responsabili dell’amministrazione penitenziaria, gli agenti della Polizia penitenziaria e gli operatori;
la previsione di interventi di ripristino a seguito dei danni registrati durante la sommossa, come riportato anche in un documento predisposto dalle organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria, non ha affatto posto rimedio alle criticità strutturali che lasciano sostanzialmente immutati i rischi di incolumità dei detenuti, del personale in servizio e di tutti coloro che vi accedono;
la convivenza in un unico reparto di detenuti minorenni e adulti, la mancanza di un locale per eventuali isolamenti sanitari, l’esistenza di un unico sbarramento che separa la “sezione” dal resto dell’istituto e dalle porte di uscita comportano serissime difficoltà nella gestione dei detenuti;
inoltre, i lavori effettuati per i servizi igienici appaiono del tutto inadeguati. Altrettanto si dica relativamente alla sicurezza della sezione, stante la mancanza di un secondo accesso; inoltre il cancello risulta essere l’unico sbarramento tra il reparto detentivo e le diverse aree sensibili quali l’infermeria, l’ufficio del comandante nonché le porte d’uscita dell’istituto che tra l’altro sono in vetro e alluminio;
a queste carenze strutturali si aggiunga il mancato ripristino dell’impianto di videosorveglianza e la mancanza di una garitta nel cortile passeggi;
come di tutta evidenza, le attuali condizioni dell’istituto minorile difficilmente rispondono alle finalità rieducative dei detenuti e anzi rischiano finanche di aggravare le condizioni di fragilità;
da circa un anno manca un direttore in pianta stabile e dal 1° marzo 2023 questa figura è divenuta del tutto assente;
inoltre, dei 7 educatori previsti dalla pianta organica ne sono presenti solo 2 e nel complesso su 15 unità di personale civile risultano esserne in servizio solo 5. Si aggiunga che mancano anche 11 agenti penitenziari;
secondo quanto risulta, lo stesso Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità starebbe ipotizzando la previsione di trasferire l’istituto minorile presso una struttura più idonea, che sarebbe stata individuata nell’ex casa circondariale di via Verdi a Rovigo, anch’essa interessata da lavori di ristrutturazione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo ritenga che i lavori di ripristino siano propedeutici alla riapertura della struttura di Treviso, nonché se ritenga tale struttura ancora compatibile con gli obiettivi di rieducazione dei detenuti;
quali iniziative ritenga opportuno intraprendere al fine di assicurare la presenza presso l’istituto di un adeguato quantitativo di personale al fine di garantire il pieno funzionamento della struttura.