Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00243
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Atto n. 3-00243
Pubblicato il 22 febbraio 2023, nella seduta n. 41
ROMEO, BIZZOTTO, BERGESIO, BORGHESI, BORGHI Claudio, CANTALAMESSA, CANTÙ, CENTINAIO, DREOSTO, GARAVAGLIA, GERMANÀ, MARTI, MINASI, MURELLI, PAGANELLA, PIROVANO, POTENTI, PUCCIARELLI, SPELGATTI, STEFANI, TESTOR, TOSATO - Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. -
Premesso che:
nel percorso verso il raggiungimento dell'obiettivo di neutralità climatica fissato dell'Unione europea al 2050, l'Europa rischia di compromettere la tenuta del tessuto economico italiano, imponendo stringenti obblighi in nome della transizione energetica;
sui tavoli negoziali a Bruxelles sono in discussione il regolamento "CO2 Auto" e la direttiva "case green" sull'incremento delle prestazioni energetiche degli edifici, che impongono pesanti interventi su due settori strategici e peculiari del nostro Paese, quali l'automotive e l'edilizia;
il settore automotive, inteso come industria, commercio, distribuzione carburanti, assicurazioni, è uno dei principali driver dell'economia nazionale pari al 19 per cento del PIL, e rappresenta un'eccellenza sullo scenario mondiale, anche in termini di avanguardia e innovazione tecnologica;
la transizione energetica nell'automotive è la sfida prioritaria del secolo, ed è un errore clamoroso non dare alternative all'elettrico, non garantendo il principio di neutralità tecnologica, fondamentale per la tenuta e la resilienza dei comparti interessati, e per rispondere alla domanda di energia per la ricarica di un parco auto esclusivamente elettriche; i più recenti studi di settore stimano infatti che, per garantire l'energia necessaria per ricaricare tutte le auto elettriche che sarebbero in circolazione in Italia, servirebbero 15 centrali nucleari;
un'Europa moderna, credibile e orientata verso un percorso di neutralità climatica sostenibile non può prescindere da una valutazione degli impatti ambientali di tutto il ciclo di vita dei veicoli, dalla produzione all'utilizzo allo smaltimento, e non limitarsi a valutare agli impatti puntuali delle emissioni allo scarico dei veicoli;
nel percorso di transizione energetica, l'Italia e la stessa Europa sono ancora ampiamente lontane dalla completa indipendenza dalle economie extra UE, per quanto concerne la disponibilità di materie prime, la loro capacita di trasformazione, smaltimento e riciclo, e per la creazione di tutte le componenti necessarie per la costruzione dei veicoli, batterie incluse, in particolare dalla Cina;
oltretutto, le batterie cinesi, inclusi i componenti per realizzarle, sono prodotte attraverso il ricorso alle centrali a carbone, il che si configura con una compensazione in negativo della nostra transizione energetica;
sul fronte dell'edilizia, il 75 per cento circa del patrimonio italiano ha classe energetica tra G e F, che quindi dovrà essere oggetto di ristrutturazione in base ai dettami europei; secondo dati ISPRA del 2021, gli immobili italiani emettono l'1,1 per cento delle emissioni mondiali del settore edilizio, e la riduzione delle emissioni operative in Italia rispetto alla direttiva case green è stimata soltanto nello 0,11 per cento delle emissioni globali, una cifra irrisoria a fronte di costi stimati in circa 1.500 miliardi di euro;
inoltre, nel percorso drastico avviato dalla UE per l'efficientamento energetico degli immobili, è fondamentale che la Commissione tenga in considerazione anche la qualità dell'aria interna che gli abitanti degli edifici resi "efficienti" da finestre sigillate e da cappotto ai muri, saranno costretti a respirare; si deve evitare che in nome della transizione energetica si vada contro anche i principi fondamentali di tutela della salute dei cittadini;
la mancanza di una progettualità basata su misure intese a garantire un adeguamento graduale ai dettami europei e rispondente alle caratteristiche dei singoli Stati membri mette a rischio tutte le competenze che si sono sviluppate nel nostro Paese, e che sono ampiamente riconosciute a livello mondiale, con un impatto sociale disastroso in termini di disoccupazione, stimato in oltre 50.000 posti di lavoro,
si chiede di sapere quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo in ambito europeo per garantire il superamento dell'approccio ideologico alla transizione energetica.