Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00095
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Atto n. 3-00095
Pubblicato il 14 dicembre 2022, nella seduta n. 18
PAITA, GELMINI, FREGOLENT - Al Ministro delle imprese e del made in Italy. -
Premesso che:
gli impianti siderurgici della società ILVA S.p.A. costituiscono stabilimenti di interesse strategico nazionale e rappresentano un asset fondamentale per il Paese e per l’Europa, nonostante da anni la loro sorte risulti incomprensibilmente avvolta da incertezze e interrogativi, tanto dal punto di vista del controllo societario che da quello delle politiche industriali, occupazionali e di sviluppo;
tra i più recenti passaggi fondamentali si può ricordare il commissariamento straordinario della società, disposto nel giugno 2013, e l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, del gennaio 2015, nonché i numerosi apporti di capitali pubblici volti a finanziare l’attuazione dei piani ambientali, le bonifiche, la riqualificazione delle aree e il sostegno ai trattamenti economici dei dipendenti;
a seguito di gara pubblica, nel 2017 viene concluso l’accordo con ArcelorMittal, il più grande produttore di acciaio al mondo, che comprendeva un piano di investimenti per un valore complessivo pari a 4,2 miliardi di euro a fronte dell’affitto-cessione della società;
l’impegno dello Stato nella salvaguardia dei livelli occupazionali e delle prospettive di rilancio dell’ILVA è stato serio, costante e concreto, come conferma il ricco e variegato plesso di interventi legislativi e di misure volti a garantire la permanenza della società sul mercato;
nel novembre 2019 l’amministratore delegato di AM InvestCo Italy S.p.A., società del gruppo ArcelorMittal, ha reso nota la volontà di recedere dal contratto di affitto dei complessi aziendali dell’acciaieria, dando avvio a diverse iniziative giurisdizionali, tanto di natura civile che penale;
tale volontà di recedere è stata giustificata dall’approvazione dell’articolo 46 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, con cui il Governo Conte I ha stabilito che lo “scudo penale”, ossia la disposizione introdotta nel 2015 per garantire l’irresponsabilità penale e amministrativa dei commissari, degli affittuari o acquirenti per gli atti posti in essere nell’attuazione del piano ambientale definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, cessasse di produrre effetti alla data del 7 settembre 2019;
cionondimeno, l’11 dicembre 2020 veniva firmato un accordo vincolante tra la società AM e Invitalia, al fine di creare una partnership pubblico-privata volta al rilanciare il sito produttivo;
il 14 aprile 2021 Invitalia ha acquisito il 50 per cento dei diritti di voto di AM InvestCo Italy, che ha assunto la denominazione di Acciaierie d’Italia holding S.p.A., rinviando l’obbligo di acquisto dei rami d’azienda dell’ILVA da parte di AM dal 31 maggio 2022 al 31 maggio 2024, anno in cui la partecipazione di Invitiala dovrà salire al 60 per cento;
il diretto sostegno statale non è venuto meno neanche in occasione dello scoppio della crisi del “caro materiali”, a fronte del quale il Governo Draghi ha autorizzato SACE S.p.A. a rilasciare garanzie su finanziamenti sotto qualsiasi forma in favore degli impianti siderurgici già in gestione del gruppo ILVA, attualmente gestiti da Acciaierie d’Italia;
allo stesso tempo il Governo Draghi, nel febbraio 2021, ha destinato 150 milioni di euro dei fondi confiscati alle precedenti gestioni, e acquisiti nell’ambito del commissariamento, a progetti di decarbonizzazione del ciclo produttivo dell’acciaio presso lo stabilimento di Taranto;
nel luglio 2021, sempre il Governo Draghi, ha autorizzato Invitalia a sottoscrivere aumenti di capitale e ad erogare finanziamenti in conto soci per un valore di 705 milioni di euro al fine di assicurare la continuità del funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico di Taranto della società ILVA;
questi interventi si sono resi necessari per fare fronte alle difficoltà incontrate nel raggiungere i livelli di produzione prefissati, anche in ragione delle vicende societarie e giudiziarie solo accennate;
proprio in questi giorni il Governo Meloni ha confermato la volontà di continuare il percorso di consolidamento della partecipazione statale in Acciaierie d’Italia, portandolo a conclusione anche prima del 2024, pur escludendo che ciò possa preludere alla stabile nazionalizzazione dell’ILVA;
lo scorso novembre Acciaierie d'Italia ha comunicato la sospensione, fino al 16 gennaio 2023, delle attività e degli ordini di interesse di circa 150 imprese dell'indotto, di cui 43 situate a Taranto; a tale decisione ha fatto seguito la convocazione di un incontro urgente presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, alla presenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, delle parti sociali, degli amministratori dell'ILVA e dei presidenti delle Regioni Puglia, Piemonte, Liguria e Lombardia;
la sottosegretaria Fausta Bergamotto, intervenendo alla Camera dei deputati in data 25 novembre 2022, ha assicurato che, anche per il 2023, sarà confermata la cassa integrazione straordinaria per il personale che non assunto da ArcelorMittal e da Acciaierie d'Italia e che eventuali nuovi apporti di capitale pubblico saranno condizionati alla ripresa delle attività e alla piena riattivazione degli ordini e dei canali di approvvigionamenti interessati dall’indotto,
si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di garantire il proseguimento del percorso avviato nel 2015 al fine di rilanciare la produzione degli impianti siderurgici dell’ILVA e collocare Acciaierie d’Italia al centro della politica industriale del Paese e dell’Unione europea, anche nell’ottica di dare piena attuazione al progetto di autonomia strategica dell’Europa, garantendo il raggiungimento dei livelli produttivi prefissati, il rispetto degli standard ambientali e la salvaguardia dei livelli occupazionali.