Legislatura 19ª - Atto di Sindacato Ispettivo n. 3-00043
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Atto n. 3-00043
Pubblicato il 16 novembre 2022, nella seduta n. 8
FRANCESCHELLI, MALPEZZI, FINA - Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. -
Premesso che:
l'ondata di calore che ha investito l'Italia nel corso del 2022, protrattasi ben oltre la conclusione della stagione estiva, fino all'inizio del mese di novembre, ha rappresentato solamente la coda di un'annata meteorologica estremamente complicata che ha avuto su agricoltura e ambiente ripercussioni gravi. Secondo i dati ISAC-CNR, il 2022 si classifica come l'anno più caldo mai registrato fino ad ora in Italia dal 1800, con una temperatura superiore di quasi un grado rispetto alla media storica ma con un terzo delle precipitazioni in meno nei primi 9 mesi dell'anno. Da gennaio ad oggi, la mancanza di piogge, un accumulo nevoso ai minimi storici, un livello idrometrico dei laghi prossimo ai minimi e una costante depressione della falda freatica hanno determinato ovunque un'emergenza idrica di portata significativa che si è riflessa sia sulla produzione agroalimentare sia sulla disponibilità di acqua ad uso potabile. Secondo le associazioni del settore agricolo, nonostante il prelievo di risorse idriche disponibili, le perdite della produzione agricola nazionale hanno superato i 6 miliardi di euro;
la siccità conosciuta in questi mesi non sarà una parentesi. Le piogge violente, gli eventi estremi, le frane ed il dissesto idrogeologico che hanno colpito molti territori sono l'altra faccia della stessa medaglia. Al fondo di questi fenomeni strutturali c'è sicuramente il cambiamento climatico che sta mostrando sempre più chiaramente i suoi effetti drammatici, che impone l'attuazione di una vera e propria politica nazionale sull'acqua e sui bacini idrici, con la gestione del reticolo idrico e fluviale;
in questi anni, le politiche di gestione del suolo e dell'acqua hanno visto l'istituzione delle autorità di distretto idrografico ma pagano ancora un sistema debole di risorse, personale, strumenti e poteri, che limita l'efficacia delle azioni di programmazione e intervento, rendendo particolarmente evidenti questi limiti di fronte a situazioni critiche. Non si è in grado di gestire l'acqua in eccesso ed allo stesso tempo non se ne ha abbastanza e se ne spreca troppa;
queste condizioni hanno fatto emergere in tutta evidenza la problematica dell'insufficienza o del mancato utilizzo delle infrastrutture idriche in tutto il territorio nazionale e dell'uso razionale delle risorse idriche disponibili. Allo stato attuale, risulta dalla mappatura disponibile che numerosi invasi, opere di sbarramento, dighe di ritenuta o traverse, che non superano i 15 metri di altezza o che determinano un volume d'invaso non superiore a 1.000.000 di metri cubi, risultano talvolta non utilizzati o parzialmente sfruttati se non incompiuti, determinando una perdita di capacità di accumulo di risorse idriche particolarmente significativo;
il precedente Governo, nell'ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza, si è fatto carico delle problematiche del settore idrico del Paese destinando a tal fine 4,38 miliardi di euro, di cui 2 miliardi per "investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico" (M2C4, investimento 4.1) e 880 milioni di euro per "investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche" (M2C4, investimento 4.3); sono in corso le istruttorie dei progetti in vista dei decreti di concessione. In virtù degli investimenti in atto dovrebbero crescere del 40 per cento le fonti di irrigazione dotate di contatore; a queste risorse vanno aggiunti stanziamenti nelle leggi di bilancio, il che porta gli interventi sul settore irriguo a quasi 1,2 miliardi oltre a tutta una serie di misure straordinarie;
grazie alle misure del PNRR e alle risorse nazionali e regionali stanziate si è dato corso sino ad oggi ad una politica volta a favorire agli interventi per il piano invasi, per opere volte a ridurre le perdite nelle reti idriche, per la loro digitalizzazione e per la realizzazione di nuovi invasi, l'efficientamento e la messa in sicurezza di quelli esistenti, e questo percorso va proseguito ed implementato ad ogni livello;
numerosi agricoltori hanno altresì evidenziato la necessità di una normativa "sostenibile" che consenta loro di realizzare piccoli invasi nelle zone collinari, fondamentali per affrontare in sicurezza le stagioni produttive e le annate anomale dal punto di vista climatico, senza gravare sulle risorse idriche in falda, dei fiumi e dei laghi, considerato che l'irrigazione è un'esigenza stabile necessaria a garantire la produzione e la qualità del prodotto agricolo, al punto da definire il piano nazionale irriguo quale infrastruttura strategica di valenza nazionale. La realizzazione dei laghetti collinari è di fondamentale importanza per garantire l'irrigazione di soccorso che consente agli agricoltori di coltivare, mantenere la flora autoctona, preservare il lavoro, ridurre le necessità di concimazioni e di interventi; a tal fine occorre predisporre una normativa semplificata che agevoli la gestione e il ripristino degli invasi esistenti e che incentivi le nuove realizzazioni di laghetti collinari;
accanto a tali importanti iniziative, emergono a seguito dell'eccezionale siccità del 2022 e dei mutamenti climatici in atto nuove esigenze da tradurre in possibili linee di intervento quali: a) l'attuazione del piano nazionale irriguo che preveda l'aumento della capacità di ritenzione ed accumulo sia tramite idonei stanziamenti per la realizzazione degli interventi sia attraverso un'attività di sburocratizzazione delle autorizzazioni con l'accelerazione del piano dei piccoli invasi, anche semplificando procedure e interventi di manutenzione dell'esistente, evitando in caso di manutenzione dell'invaso per interventi minimali procedure autorizzative o di smaltimento costose ed improponibili; b) il risanamento del sistema fluviale e la sua messa in sicurezza, assicurando la funzionalità idraulica, capace di espletare anche le necessarie caratteristiche funzioni e quelle ecosistemiche; c) il miglioramento della capacità previsionale per anticipare la disponibilità naturale della risorsa e ottimizzare il volume immagazzinato con i piani di gestione della siccità e la costruzione del bilancio idrico del Paese; d) il finanziamento sia per la ricerca varietale volta a rendere più resiliente il sistema agricolo, sia per la messa a coltura di queste varietà meno bisognose di risorse idriche; e) l'esigenza essenziale di fornire un rapido, profondo ed organico raccordo tra i soggetti competenti in materia al fine di dare attuazione concreta alle previsioni di indirizzo, affinché si traducano in atti normativi efficaci e non trovino ostacoli nella loro attuazione in ragione dei molteplici enti aventi titolo ad emettere pareri ed autorizzazioni. Per ovviare a tale criticità si ritiene necessaria l'istituzione di una cabina di regia nazionale che coinvolga i Ministeri interessati, compreso il Ministero della cultura, in ragione dei pareri che sono chiamati ad esprimere le sovrintendenze, le Regioni, il Dipartimento della protezione civile, le autorità di distretto, i consorzi di bonifica, le associazioni di impresa, i gestori idrici ed energetici e quanti altri siano valutati competenti,
si chiede di sapere:
quali iniziative di propria competenza il Ministro in indirizzo intenda attivare per garantire un costante miglioramento della raccolta delle risorse idriche negli invasi esistenti in tutto il territorio nazionale, al fine di consentire un uso razionale delle risorse idriche disponibili e tutelare la produzione agroalimentare nazionale e se intenda attivarsi per garantire un intervento normativo, di finanziamento e di attuazione volto al riutilizzo di invasi, opere di sbarramento, dighe di ritenuta o traverse, che non superano i 15 metri di altezza o che determinano un volume d'invaso non superiore a 1.000.000 di metri cubi, che attualmente risultano non impiegati o parzialmente sfruttati se non incompiuti, al fine di determinare un significativo recupero di capacità di accumulo di risorse idriche;
quali iniziative intenda intraprendere, anche in collaborazione con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per garantire la piena realizzazione degli interventi relativi alle infrastrutture idriche previsti dal PNRR e il pieno utilizzo delle risorse assegnate per tali finalità anche a tutela della produzione agroalimentare nazionale;
se intenda attivarsi, per quanto di competenza, per favorire la realizzazione del piano dei piccoli invasi nonché per semplificare la normativa, le procedure per la realizzazione e manutenzione da parte degli agricoltori dei laghetti collinari, piccoli invasi e vasche, e garantire per tale via le produzioni agricole;
se valuti l'opportunità di istituire una cabina di regia nazionale che coinvolga i Ministeri interessati, le Regioni, il Dipartimento della protezione civile, le autorità di distretto, i consorzi di bonifica, le associazioni di impresa, i gestori idrici ed energetici e quanti altri siano valutati competenti volta a definire un contesto normativo e autorizzativo che sia chiaro nei contenuti, nelle competenze e nei termini, nonché armonico e semplificato, che nel rispetto dell'ambiente consenta di intervenire con rapidità ed efficacia, stante la condizione emergenziale esistente.