Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02471

Atto n. 3-02471

Pubblicato il 28 aprile 2021, nella seduta n. 321
Svolto nella seduta n. 322 dell'Assemblea (29/04/2021)

FARAONE , CARBONE , PARENTE , GARAVINI , CUCCA , SBROLLINI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

tra le principali e più importanti misure adottate per far fronte all'emergenza epidemiologica, ha assunto un rilievo preponderante, fin dai primi mesi del 2020, il "blocco dei licenziamenti";

con questa misura si è inteso impedire alle aziende di licenziare i propri dipendenti per ragioni economiche, sia in forma collettiva sia in forma individuale: l'obiettivo dell'allora Governo Conte II era quello di evitare che le conseguenze più crude dell'emergenza venissero addossate sulle classi lavoratrici, trasformando di fatto la crisi sanitaria ed economica anche in crisi sociale;

d'altro canto, sono stati plurimi gli interventi normativi che hanno consentito il ricorso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione guadagni ed il fondo di integrazione salariale, soprattutto al fine di supportare le aziende che maggiormente hanno risentito della diminuzione della domanda di beni e servizi, ed in special modo quelle imprese attive in settori cruciali, quali il turismo e la ristorazione;

il decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 (cosiddetto decreto "sostegni"), ha previsto la fine del blocco dei licenziamenti, con riguardo al tipo di ammortizzatore sociale a cui si fa ricorso. Il 30 giugno 2021, infatti, termina il blocco per le imprese che usufruiscono della cassa integrazione guadagni ordinaria, per lo più le imprese del settore industriale. Il 31 ottobre 2021, invece, rappresenta il termine per il blocco dei licenziamenti delle aziende beneficiarie delle 28 settimane di assegno ordinario a carico del fondo di integrazione salariale o di cassa integrazione in deroga;

considerato che:

secondo i dati diffusi dall'ISTAT, durante l'anno della pandemia da COVID-19, in Italia è stato perso quasi un milione di posti di lavoro, registrando l'aumento del numero di disoccupati, degli inattivi e delle persone in cerca di lavoro;

gran parte delle categorie di lavoratori ha risentito in maniera decisa degli effetti della pandemia e della crisi economica. Gli ultimi rapporti stilati in materia fotografano un'immagine preoccupante: la maggioranza dei lavoratori, infatti, denuncia un aumento dello stress e della fatica; una vasta porzione dei lavoratori dichiara di essere stata inattiva per uno o più periodi dell'anno a causa dell'impiego di ammortizzatori sociali, e ancora, viene confessata una maggiore convinzione di perdere il lavoro nei prossimi mesi e la conseguente preoccupazione per il proprio futuro professionale;

si apprende, da interviste recentemente rilasciate dal Ministro in indirizzo e riportate dalle maggiori fonti stampa, che l'intenzione del Governo sarebbe quella di predisporre "ritocchi" alle normative in questione per sostenere il superamento del blocco dei licenziamenti, con "strumenti" che tengano conto del diverso andamento dei settori,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Ministro in indirizzo intenda promuovere al fine di rilanciare le politiche del lavoro nel nostro Paese, anche allo scopo di scongiurare i rischi di immediate e gravi ripercussioni occupazionali derivanti dalla fine del blocco dei licenziamenti;

se, inoltre, non ritenga opportuno procedere ad una profonda riforma degli strumenti ricompresi nell'ambito delle politiche attive del lavoro, ovvero inerenti alla promozione del reinserimento lavorativo e all'innalzamento dei livelli occupazionali, anche alla luce dello scarso successo riscontrato dalle misure adottate negli ultimi anni in tale ambito, nonché al fine di inaugurare un radicale percorso di riqualificazione professionale di tutto il mondo del lavoro, con particolare riguardo per coloro che rischieranno di essere maggiormente interessati dalla fine del blocco dei licenziamenti.