Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01567
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Atto n. 3-01567
Pubblicato il 12 maggio 2020, nella seduta n. 216
BINETTI - Al Ministro dell'università e della ricerca. -
Premesso che:
tra febbraio e marzo 2020 quasi tutti gli studenti universitari fuori sede sono rientrati presso le proprie residenze;
molti di loro hanno potuto farlo prima che la chiusura assumesse carattere di irreversibilità perché già alla fine di febbraio, con la fine della sessione di esami, si trovavano nelle loro residenze di famiglia, dove si erano recati per il consueto stacco prima dell'inizio del secondo semestre;
in questa circostanza, del tutto inattesa e imprevista, hanno lasciato vuoti gli appartamenti o le residenze universitarie dove vivono durante l'anno e per cui avevano sottoscritto un contratto di affitto che continuano a pagare, come pretendono i rispettivi padroni delle case, che comunque contano su quella fonte di reddito, anche perché si trovano in difficoltà per analoghe ragioni;
in questo caso il disagio colpisce oltre 600.000 famiglie i cui figli studiano fuori sede e che devono continuare a farsi carico di un costo dei cui benefici i figli non hanno usufruito;
ma se costoro non sostenessero i costi dell'affitto sarebbero i padroni delle case in questione a subire un doppio danno, almeno tutti coloro che affittano stanze e appartamenti agli studenti per arrotondare un reddito che in questi mesi non c'è stato, dal momento che anche per loro c'è stata una sospensione di attività professionali o commerciali;
eppure, almeno finora, sembra che il Governo non sia disposto né a prendere atto di questa situazione, né a prevedere risorse aggiuntive o meglio ancora sostitutive, come invece avviene per infinite altre categorie;
è in gioco il diritto allo studio di centinaia di migliaia di giovani universitari già provati da uno stress che ne ha limitato sia le possibilità di studio, soprattutto per le facoltà che necessitano di tirocini specialistici, come medicina, ad esempio, sia le possibilità di esperienza umana da sempre strettamente collegata agli anni di vita universitaria;
non dovrebbe essere difficile, tra le tante misure messe in campo (dai bonus per i professionisti, alla cassa integrazione per operai ed impiegati e fino al reddito di emergenza per le classi più disagiate), individuare anche per gli studenti universitari fuori sede, vera risorsa per la ripresa dello sviluppo nel nostro Paese, una misura compensatoria che favorisca gli studenti senza nuocere ai locatari,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia al corrente di questa difficoltà in cui versano almeno 600.000 studenti universitari e le loro famiglie e come intenda venire incontro ad un'esigenza che potrebbe evitare ulteriori forme di dispersione accademica e favorire invece una ripresa della frequenza non appena sarà possibile tornare nella propria sede universitaria.