Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00400

Atto n. 3-00400

Pubblicato il 21 novembre 2018, nella seduta n. 61
Svolto nella seduta n. 62 dell'Assemblea (22/11/2018)

PIRRO , PELLEGRINI Marco , ACCOTO , DELL'OLIO , GALLICCHIO , PESCO , PRESUTTO , TURCO - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

ogni giorno ci sono notizie in merito allo spread, ossia il differenziale degli interessi tra i nostri titoli e Bund tedeschi, uno degli indicatori più usati per valutare lo stato dell'economia e del debito italiani. Lo spread è considerato, infatti, un indicatore della capacità di un Paese di restituire i prestiti. Il nostro debito pubblico, costituito in gran parte dai titoli emessi (Bot, Btp, eccetera), è pienamente sostenibile e credibile, nonostante i recenti e a parere degli interroganti immotivati downgrade di due agenzie di rating. Quelle stesse agenzie che, fino al giorno prima del fallimento della Lehman Brothers, valutavano con la tripla A le obbligazioni emesse da quest'ultima;

molti cittadini e molte famiglie sono preoccupate per il costo dei loro mutui già in essere o di quelli che stanno contraendo;

i mutui per l'acquisto della prima casa costituiscono una parte importante del totale dei mutui erogati alle famiglie. Il montante mutui attuale ha raggiunto nel secondo trimestre 2018 il record storico, con un livello superiore a 318 miliardi di euro. Una famiglia italiana su due acquista l'immobile tramite mutuo bancario (e ogni anno ne vengono vendute circa 500.000);

alla luce di quanto illustrato, le notizie che giungono alle famiglie dai media rischiano di essere fuorvianti, innescando il timore di vedersi aumentare da un mese all'altro la rata;

ovviamente, chi abbia contratto un mutuo a tasso fisso ha la rata bloccata per sempre, indipendentemente da ciò che accade sui mercati finanziari;

la preoccupazione maggiore colpisce le famiglie con mutui a tasso variabile: il loro timore è che possa esistere una correlazione (diretta o indiretta) tra tassi Euribor (indice collegato al tasso del mutuo variabile) e spread tra Btp e Bund,

si chiede di sapere:

se, in uno scenario a breve e medio termine, esistano rischi che lo spread tra Btp e Bund permanga stabilmente ai livelli attuali;

se esistano rischi che tali eventuali livelli di spread possano influenzare, seppur indirettamente, il tasso Euribor e quindi le rate dei mutui a tasso variabile esistenti e se possano influenzare i mutui di nuova erogazione;

se l'eventuale maggior costo della raccolta bancaria possa trasmettersi ai nuovi mutuatari.