Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00182

Atto n. 4-00182

Pubblicato il 30 maggio 2018, nella seduta n. 8

BINETTI - Ai Ministri della salute e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che, per quanto a conoscenza dell'interrogante:

i ragazzi che per diverse ragioni vengono affidati a case famiglia hanno alle spalle situazioni particolarmente complesse, spesso ad alta conflittualità familiare, ma non sempre trovano nelle strutture la giusta attenzione ai loro bisogni, strettamente legati alla condizione di salute fisica, psicologica ed emotiva. La situazione è ancor più problematica quando si tratta di adolescenti, le cui reazioni non sono sempre facili da decodificare in modo corretto;

G. J. ha alle spalle una di queste storie, difficili da credere e da riassumere in poche linee, considerata l'apparente ostilità della struttura nei suoi confronti;

attualmente, G. ha 13 anni e i suoi genitori sono separati da oltre 9 anni; dopo un lungo periodo di affidamento alla madre, due anni fa la bambina è stata trasferita in una casa famiglia a Roma, presso le suore Calasanziane. Motivo del trasferimento sarebbe la presunta indisponibilità della madre a facilitare gli incontri con il padre. In realtà, si tratta di incontri che la bambina ha rifiutato, avendo lei stessa parlato di azioni e comportamenti impropri da parte del padre nei suoi confronti;

tornata a vivere con la madre nell'agosto 2016, ha potuto frequentare con successo la seconda media, trovando delle amiche e recuperando uno stile di vita sufficientemente normale per un'adolescente. Nel maggio 2017, alla vigilia degli esami, è stata però prelevata e condotta in una nuova casa famiglia, la "Rosa Luxemburg" a Capranica (Viterbo), nella quale la ragazza fin dall'inizio ha mostrato visibili segni di sofferenza;

oltre al distacco dalla casa materna, dalla sua stanza e dagli oggetti a lei cari, G. ha dovuto affrontare il cambio di scuola, con conseguente abbandono dei suoi amici e di tutti i rapporti costruiti in precedenza. Le è stato inoltre limitato l'uso del telefono cellulare, creando un isolamento ancor più marcato; non è stato neppure facile per lei stabilire nuove relazioni con i suoi coetanei per le peculiari condizioni di vita nella casa famiglia; alla madre sono stati assegnati tempi contingentati e in qualche modo controllati, rendendo oggettivamente difficile avere un colloquio franco ed affettuoso con la figlia;

la vicinanza del padre, che risiede a Carbognano (Viterbo), dove svolge un'attività professionale presso gli uffici del Comune, ha ulteriormente compromesso lo stato psicologico di G., affidata a lui con il parere positivo di persone che professionalmente dipendono dallo stesso Comune nel quale lavora;

le parole a suo tempo pronunciate da G. sono state considerate come cose dette sotto l'influenza di una madre poco disponibile nei confronti del padre, il quale sembrerebbe più vittima delle accuse materne che colpevole del disagio procurato alla figlia. Nonostante le ragioni che hanno indotto inizialmente ad affidare G. alla madre, la situazione è stata capovolta e la giovane è stata successivamente affidata al padre, con gravi effetti di disorientamento,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo, ciascuno per la propria competenza, non ritengano di assumere iniziative volte a garantire ad un'adolescente che ha già accumulato nella sua giovane esistenza molteplici frustrazioni, che la frequentazione della scuola media superiore sia supportata da servizi sociali che agevolino i tempi di permanenza con l'uno e l'altro dei suoi genitori, instaurando un dialogo effettivo, attenuando in tal modo l'impatto psicologico ed emotivo scaturito dalle sofferenze subite.