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Il Presidente: Discorsi

Commemorazione di Renzo Zelari e inaugurazione nuova sede della Banca di Credito Cooperativo di Pistoia

Discorso tenuto a Pistoia per la commemorazione di Renzo Zelari e per l'inaugurazione della nuova sede della Banca di Credito Cooperativo di Pistoia

Autorità, Signore e Signori,
desidero ringraziare i dirigenti della Banca di Credito Cooperativo di Pistoia per avermi voluto invitare a questo incontro dedicato a Renzo Zelari, con il quale, molti di noi, sono stati legati da rapporti di amicizia e di impegno ideale. Questa occasione coincide anche con l'apertura di una nuova sede della Banca, a dimostrazione della solidità e della crescita del Vostro Istituto. Una solidità e una crescita che sono maturate anche grazie all'opera di figure come quella di Zelari.

Gli interventi che mi hanno preceduto hanno ben illustrato alcune delle doti e delle qualità, umane e professionali, di Renzo Zelari. Un uomo di grandi capacità messe al servizio della collettività, un imprenditore illuminato e tenace, un cattolico convinto ed impegnato, un amico leale. Così anche io lo ricordo nelle esperienze di vita che abbiamo condiviso. Grande legame con il territorio e forte attaccamento al mondo della piccola impresa: furono i riferimenti costanti del suo impegno. Un disegno moderno con radici antiche e vitali che affondano in quella dottrina sociale che indicava la necessità di perseguire un maggior equilibrio tra le ragioni della crescita economica e quelle della giustizia sociale, e che affidava proprio all'associazionismo sociale e alla cooperazione una funzione centrale per raggiungere questi obiettivi.

Quello del credito cooperativo ha rappresentato, e rappresenta ancora oggi, un settore di importante rilievo nel nostro sistema economico, per il forte legame con il territorio e per la centralità della dimensione umana, del protagonismo responsabile dell'uomo lavoratore e della sua famiglia: uno dei fattori di maggiore rilievo della struttura produttiva del nostro Paese e del suo successo.

La Costituzione della nostra Repubblica, di cui quest'anno celebriamo i sessanta anni dell'entrata in vigore, oltre ad incoraggiare e a tutelare il risparmio in tutte le sue forme e ad attribuire un rilievo primario all'esercizio del credito, riconosce e promuove la funzione sociale della cooperazione e il suo carattere mutualistico.

La rete del credito cooperativo è, oggi, sollecitata in misura crescente dalle sfide della globalizzazione e ha di fronte a sé nuovi obiettivi di cambiamento e di crescita, il cui perseguimento è, oramai, necessario per rafforzare e sostenere più complessivamente le diverse economie locali, per renderle importanti e competitive, in Italia e all'estero, per lo sviluppo economico complessivo del nostro Paese.

Sono convinto che, proprio sul terreno della capacità di integrare i mercati locali con il mercato globale, si misuri un'importante strategia di potenziamento del ruolo delle banche di credito cooperativo, che mi auguro possa coinvolgere più diffusamente anche il nostro Mezzogiorno. In tutto il Paese, infatti, è avvertita l'esigenza, non più rinviabile, di irrobustire le condizioni dell'ambiente economico e sociale esterno alle imprese, per una maggiore competitività e per la tenuta dell'economia. Per questo ritengo che sia indispensabile richiamare l'impegno di tutte le forze politiche e sociali verso alcune questioni di carattere fondamentale per il nostro Paese al fine di trovare, concordemente, soluzioni in grado di rinnovare lo slancio e la crescita dell'Italia nel mondo.

Penso, ad esempio, al miglioramento strutturale del livello dei salari e dei redditi individuali e familiari, anche in relazione alla produttività; penso agli indispensabili investimenti nell'istruzione, nella ricerca e nella formazione; ai necessari interventi infrastrutturali materiali e tecnologici; alla lotta alla criminalità organizzata, specie nel Mezzogiorno.

Ma c'è poi un tema veramente centrale per la crescita di tutto il Paese: mi riferisco alla modernizzazione della pubblica amministrazione. Il nostro è per troppi aspetti un sistema amministrativo datato e barocco: troppe sovrapposizioni, troppi enti e uffici che si occupano delle stesse cose, troppe procedure che si rivelano pastoie inestricabili e, alla fine, causa di vere e proprie diseconomie.

Non amo ricorrere a espressioni ad effetto. Ma è mio fermo convincimento che tutta la vita pubblica, e quindi non solo la dimensione della politica, ma anche quella degli apparati delle pubbliche amministrazioni, debbano impegnarsi in una vera "rivoluzione civica", che ponga al centro il cittadino e sia capace di concorrere ad un profondo rinnovamento del senso di appartenenza ad una comunità, fondata su quei valori universali così ben indicati nella nostra Costituzione.

Siamo nuovamente in campagna elettorale. Una campagna elettorale che ritenevo opportuno - come ho più volte detto anche in occasione dello svolgimento del mandato che mi è stato conferito dal Presidente della Repubblica - fosse rimandata solo di pochi mesi: giusto il tempo necessario per modificare la legge elettorale vigente, fonte di instabilità e troppo chiusa alla possibilità di rendere i cittadini pienamente partecipi della scelta dei propri rappresentanti politici. Il rischio è reale: soprattutto per la composizione del Senato.

Auspico che i giorni che abbiamo davanti, fino al 13 aprile, siano occasione di un confronto serio e leale fra i partiti, incentrato sui problemi veri del Paese. Mi auguro, davvero, che la politica si esprima nella sua forma più alta, elaborando proposte fattibili, concrete e lungimiranti per dare risposte a domande reali della nostra società, in particolare dei giovani che devono più facilmente e rapidamente inserirsi. Mi auguro che, proprio sul terreno economico e sociale, non si avanzino proposte esagerate e prive di un reale fondamento di fattibilità, ma si dicano ai cittadini le cose che si possono, con serietà, fare. Solamente in questo modo, recuperando un forte senso di responsabilità, e il valore di servizio che deve caratterizzare l'impegno di chi svolge un mandato politico, credo sia possibile migliorare la qualità dei contenuti del confronto in atto che, ripeto, deve avere l'ambizione di affrontare anche alcuni indispensabili adeguamenti del nostro sistema istituzionale.

La politica deve recuperare tutta la sua credibilità e la sua sobrietà, in ogni dimensione della vita pubblica. Le sfide economiche e sociali che la globalizzazione ci pone di fronte richiedono una nuova e più incisiva presenza dello Stato e della politica. Lo chiedono gli stessi imprenditori del nostro Paese.

Ricordare oggi Renzo Zelari significa, per me, rendere testimonianza dell'impegno di un uomo esemplare che ha saputo incarnare insieme il senso di responsabilità, lo spirito di servizio e la capacità di dialogo e di collaborazione per la realizzazione di condizioni di maggior benessere della collettività in un mondo in veloce trasformazione.

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