«
»

Mercoledì 23 Aprile 2025 - 297ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:05)

Come stabilito dalla Conferenza dei Capigruppo, riunitasi ieri, dopo l'esame del dl agevolazioni tariffarie energia elettrica e gas, già all'ordine del giorno, nel pomeriggio, al termine della commemorazione del Santo Padre nell'Aula di Montecitorio di fronte alle Camere riunite, inizierà la discussione del Documento di finanza pubblica 2025. Domani sarà celebrata la ricorrenza dell'ottantesimo anniversario della Liberazione, mentre il Premier question time è stato rinviato al 7 maggio.

Con 99 voti a favore, 62 contrari e un astenuto, l'Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando definitivamente il ddl n. 1463 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 febbraio 2025, n. 19, recante misure urgenti in favore delle famiglie e delle imprese di agevolazione tariffaria per la fornitura di energia elettrica e gas naturale nonché per la trasparenza delle offerte al dettaglio e il rafforzamento delle sanzioni delle Autorità di vigilanza.

Il Presidente dell'8a Commissione, sen. Fazzone (FdI), ha riferito che la Commissione non ha terminato i lavori in sede referente, pertanto il provvedimento sarà discusso nel testo approvato dalla Camera. Il ddl, composto di 20 articoli, a seguito delle modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, prevede un contributo straordinario di 200 euro per famiglie con ISEE fino a 25.000 euro, interventi su bonus elettrodomestici e comunità energetiche rinnovabili, oltre a misure specifiche per i clienti vulnerabili, incluse tutele transitorie e impignorabilità dell'immobile in alcuni casi. Il testo introduce fondi per la transizione energetica e agevolazioni per imprese energivore. Viene rafforzato il ruolo di ARERA nella trasparenza delle offerte e nella vigilanza; si amplia la semplificazione per gli impianti FER e si introduce il consulente per la gestione delle utenze. Infine, sono previste norme di sostegno per enti pubblici e sportivi.

Hanno preso parte alla discussione generale i sen. Cinzia Pellegrino, Amidei, Rosa, Simona Petrucci, Sigismondi (FdI), Aurora Floridia (Aut), Gabriella Di Girolamo (M5S), Potenti (LSP) e Fina (PD). I senatori di maggioranza hanno difeso il provvedimento come risposta concreta e strutturale al caro energia; hanno apprezzato l'approccio pragmatico del Governo, la strategia di diversificazione energetica e il sostegno a famiglie e imprese, rifiutando le critiche di "mancette", sottolineando l'ampiezza degli interventi e la visione di lungo termine. Hanno quindi rivendicato un equilibrio tra misure sociali, competitività e apertura a nuove fonti, inclusa quella nucleare. I senatori di opposizione hanno denunciato in primis il ritardo con cui il Governo è intervenuto e contestato la mancanza di una visione strategica e duratura: l'Esecutivo si limita a risposte emergenziali, trascurando un piano organico per contrastare strutturalmente il caro energia, ricorrendo a bonus incapaci di incidere realmente sulla condizione economica di famiglie e imprese; peraltro, le misure contenute finiscono per escludere ampie fasce della popolazione e delle imprese a causa di criteri come l'ISEE o soglie troppo restrittive. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Ciriani ha quindi posto la questione di fiducia, a nome del Governo, sull'approvazione, senza emendamenti, dell'articolo unico del ddl di conversione, con modificazioni, del dl n. 19, nel testo approvato dalla Camera dei deputati.

Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia i sen. Salvitti (Cd'I), che ha apprezzato misure di supporto per famiglie e imprese, proponendo una strategia energetica più equilibrata, che includa fonti rinnovabili, idrogeno e nucleare sostenibile; Rosso (FI-BP), che ha elogiato gli interventi strutturali per la transizione energetica e la promozione della sostenibilità, apprezzando bonus, semplificazioni e incentivi per rinnovabili e accumuli energetici, oltre al supporto al nucleare di nuova generazione; Clotilde Minasi (LSP), che ha difeso il decreto quale risposta concreta e articolata all'emergenza del caro bollette, sottolineando l'impegno del Governo nel tutelare famiglie vulnerabili, imprese e strutture sociali, con bonus, fondi e semplificazioni; Marta Farolfi (FdI), che ha rivendicato l'allargamento del bonus sociale, le agevolazioni per le aziende, la proroga della tutela per i vulnerabili e una strategia energetica basata su neutralità tecnologica e sovranità energetica. Hanno negato la fiducia i sen. Lombardo (Misto-Az), che ha sottolineato la necessità di disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili dal gas e di diversificare seriamente il mix energetico, incluso il nucleare, sostenendo che le risorse rischiano di evaporare in pochi mesi e non affrontano le cause strutturali dei costi energetici; Silvia Fregolent (IV), che ha contestato misure come il bonus di 200 euro, in quanto insufficienti e complicate da ottenere e denunciato l'assenza di un piano concreto per abbassare le bollette, oltre che la cancellazione dei sostegni previsti dal Governo Draghi; Magni (Misto-AVS), che ha criticato il provvedimento per la sua natura una tantum, che non affronta le cause della crisi energetica, come la riduzione dell'IVA sulle accise e il trattamento degli extraprofitti, proponendo soluzioni strutturali, come le comunità energetiche e l'uso delle rinnovabili per garantire l'autosufficienza energetica; Nave (M5S), che ha lamentato la mancanza di una visione industriale e interventi strutturali, ha contestato l'investimento nel nucleare e lo spreco energetico per l'inefficienza della rete, chiedendo meno burocrazia e più fondi concreti e immediati; Irto (PD), che ha preliminarmente criticato il decreto perché tardivo, inefficace e figlio di pura propaganda elettorale, che ignora la povertà energetica e tutela i potenti: la fiducia imposta ha impedito un vero confronto parlamentare, il bonus previsto è minimo, non automatico e inaccessibile per molti. Il sen. Patton (Aut) ha denunciato l'assenza di una strategia coraggiosa per le rinnovabili e il mancato sostegno alle comunità energetiche, dichiarando che ciascuna componente del Gruppo Autonomie voterà autonomamente.

L'Assemblea ha avviato l'esame del Documento di finanza pubblica 2025 e connessi allegati (doc. CCXL, n. 1).

Il relatore, sen. Calandrini (FdI), ha posto l'accento sull'importanza del testo, che rappresenta la prima concreta applicazione della nuova governance economica europea. Al centro del nuovo impianto vi è il Piano strutturale di bilancio di medio termine, che unifica il precedente Programma di stabilità e il Piano nazionale di riforme, con una durata quinquennale in linea con la legislatura. Il DFP 2025 si articola in due sezioni principali: la prima offre un bilancio del 2024 e previsioni aggiornate per il 2025 e sugli anni successivi; la seconda analizza le tendenze di finanza pubblica per il periodo 2025-2028. La spesa netta nel 2024 è diminuita del 2,1 per cento, superando l'obiettivo dell'1,9 fissato dal Piano strutturale, e per il 2025 si stima una crescita dell'1,3 per cento, in linea con il target. Sul fronte macroeconomico, il PIL reale è cresciuto nel 2024 dello 0,7 per cento, rispetto all'1 atteso, mentre per il 2025 la previsione è dello 0,6, un dato prudente ma coerente con il contesto globale incerto. Il rapporto deficit/PIL nel 2024 è stato del 3,4 per cento, migliorando rispetto al 3,8 previsto nel Piano e al 4,3 indicato nel DEF 2024. Ancora più significativo è il dato sul saldo primario, tornato positivo allo 0,4 per cento del PIL, per la prima volta dal 2019. Il relatore ha poi evidenziato l'importanza del buon andamento delle entrate tributarie e contributive, trainato dalla crescita dell'occupazione e dell'attività economica, che ha consentito di assorbire l'aumento della spesa per interessi passivi e l'impatto dei crediti d'imposta legati ai bonus edilizi, in particolare il superbonus. Guardando al futuro, il Governo conferma l'obiettivo di rientrare sotto la soglia del 3 per cento di deficit/PIL entro il 2026, con un rapporto stimato al 3,3 già nel 2025, mentre il debito pubblico è atteso in calo dal 2027, dopo un leggero aumento fino al 2026.

Alla discussione generale, che si concluderà domani, hanno preso parte i sen. Turco, Maria Domenica Castellone (M5S), Garavaglia, Dreosto, Elena Testor (LSP), Cristina Tajani, Ylenia Zambito, Nicita (PD), Gelmetti, Vita Maria Nocco, Paola Ambrogio (FdI) ed Enrico Borghi (IV). La maggioranza ha difeso l'operato del Governo, sottolineando una gestione responsabile dei conti pubblici, con debito e deficit sotto controllo; ha rivendicato la crescita, seppur moderata, come solida e sostenuta da riforme strutturali e investimenti strategici ed evidenziato il contrasto all'evasione, la stabilità fiscale e il sostegno a famiglie, natalità e occupazione. Le opposizioni hanno denunciato un Governo privo di visione strategica, incapace di affrontare la crisi economica e sociale in atto. Hanno criticato le previsioni economiche irrealistiche, l'aumento del debito, il calo della produzione e l'assenza di trasparenza, evidenziando lo squilibrio tra spese militari e tagli ai servizi pubblici, in particolare sanità e welfare.

(La seduta è terminata alle ore 20:01 )

FINE PAGINA

vai a inizio pagina