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Assemblea - Comunicato di seduta (Resoconto sommario)

Giovedì 24 Aprile 2025 - 298ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 10:16)

L'Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione n. 6 della maggioranza al Documento di finanza pubblica 2025 (doc. CCXL, n. 1), che impegna il Governo a rispettare la spesa prevista dal Piano strutturale di bilancio di medio termine, attuare riforme e investimenti (soprattutto per la rigenerazione urbana), e valutare misure sanitarie preventive come vaccinazioni e screening.

Il testo rappresenta la prima concreta applicazione della nuova governance economica europea. Al centro del nuovo impianto vi è il Piano strutturale di bilancio di medio termine, che unifica il precedente Programma di stabilità e il Piano nazionale di riforme, con una durata quinquennale in linea con la legislatura. Il DFP 2025 si articola in due sezioni principali: la prima offre un bilancio del 2024 e previsioni aggiornate per il 2025 e sugli anni successivi; la seconda analizza le tendenze di finanza pubblica per il periodo 2025-2028. La spesa netta nel 2024 è diminuita del 2,1 per cento, superando l'obiettivo dell'1,9 fissato dal Piano strutturale, e per il 2025 si stima una crescita dell'1,3 per cento. Sul fronte macroeconomico, il PIL reale è cresciuto nel 2024 dello 0,7 per cento, rispetto all'1 atteso, mentre per il 2025 la previsione è dello 0,6. Il rapporto deficit/PIL nel 2024 è stato del 3,4 per cento, migliorando rispetto al 3,8 previsto nel Piano e al 4,3 indicato nel DEF 2024. Ancora più significativo è il dato sul saldo primario, tornato positivo allo 0,4 per cento del PIL, per la prima volta dal 2019. Il relatore ha poi evidenziato l'importanza del buon andamento delle entrate tributarie e contributive, trainato dalla crescita dell'occupazione e dell'attività economica, che ha consentito di assorbire l'aumento della spesa per interessi passivi e l'impatto dei crediti d'imposta legati ai bonus edilizi, in particolare il superbonus. Guardando al futuro, il Governo conferma l'obiettivo di rientrare sotto la soglia del 3 per cento di deficit/PIL entro il 2026, con un rapporto stimato al 3,3 già nel 2025, mentre il debito pubblico è atteso in calo dal 2027, dopo un leggero aumento fino al 2026.

Nella seduta di ieri è iniziata la discussione generale, che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Concetta Damante (M5S), Manca (PD) e Lavinia Mennuni (FdI). In replica, il relatore, sen. Calandrini (FdI), ha difeso l'operato del Governo, sottolineando che le riforme economiche si inseriscono in un contesto europeo condiviso e obbligato dalla nuova governance UE. Ha quindi replicato alle critiche dell'opposizione sostenendo che, nonostante la crescita contenuta, i dati su occupazione, finanza pubblica e spread indicano solidità strutturale. Il Sottosegretario per l'economia e le finanze Lucia Albano ha illustrato i risultati positivi su saldo commerciale, occupazione e crescita dei consumi, nonostante un contesto globale incerto, richiamando il miglioramento del deficit e delle entrate fiscali e segnalando l'apprezzamento europeo e dei mercati per la credibilità della politica economica del Governo. Ha quindi accettato la proposta di risoluzione n. 6 di maggioranza e respinto le restanti risoluzioni nn. 1 (sen. Calenda e Lombardo (Misto-Az)), 2 (sen. Patuanelli (M5S) e altri), 3 (sen. De Cristofaro (Misto-AVS) e altri), 4 (sen. Boccia (PD) e altri) e 5 (sen. Raffaella Paita (IV) e altri).

Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza i sen. Salvitti (Cd'I), che ha evidenziato il calo di deficit e debito, nonostante l'incertezza globale e l'impatto del superbonus, e sostenuto il piano Mattei come opportunità strategica per fare dell'Italia un hub energetico europeo; Damiani (FI-BP), che ha sottolineato il miglioramento dei principali indicatori economici, l'aumento della spesa sanitaria e la crescita dell'occupazione, ed esaltato la credibilità internazionale dell'Italia, così come confermato dalle agenzie di rating; Claudio Borghi (LSP), che ha contestato l'utilità del DEF, sostenendo che negli anni si è dimostrato inaffidabile, e richiamato i buoni risultati raggiunti sotto l'attuale Governo, quali spread dimezzato e valore dell'oro raddoppiato, con un incremento patrimoniale di 125 miliardi per l'Italia, auspicando una riforma del Patto di stabilità europeo per poter investire di più; Liris (FdI), che ha definito il documento sobrio e responsabile, in un contesto globale che rende difficile qualsiasi manovra economica, elencando indicatori macroeconomici positivi, ignorati dalla sinistra, accusata di allarmismo infondato, ed elogiando Giorgia Meloni per la sua leadership internazionale. Hanno dichiarato voto contrario i sen. Calenda (Misto-Az), che ha denunciato la totale assenza di una visione di Paese e di misure concrete contro la recessione, chiedendo serietà, azioni su energia, automotive e imprese e l'istituzione di un tavolo di emergenza nazionale per affrontare la crisi; Patton (Aut), che ha riconosciuto al Governo rigore nei conti pubblici e rispetto dei vincoli europei, ma ha definito le stime troppo ottimistiche rispetto ai dati reali: manca un piano per rafforzare innovazione, ceto medio e competitività; Renzi (IV), che ha criticato il crollo della produzione industriale, il debito in aumento, la crescita dimezzata e una pressione fiscale record; ha accusato il Governo di immobilismo e contestato l'uso distorto del PNRR e le privatizzazioni incoerenti: l'Esecutivo predica sovranismo, ma danneggia il made in Italy; Magni (Misto-AVS), che ha espresso preoccupazione per il calo delle ore lavorate, denunciando l'aumento della cassa integrazione e la crisi produttiva e chiedendo investimenti pubblici e indirizzi chiari per lavoratori e imprese; Elisa Pirro (M5S), che ha definito il DFP privo di coraggio, visione e direzione, frutto di un Governo servile con i potenti, attaccando l'aumento delle spese militari a scapito di sanità, istruzione e innovazione; ha denunciato altresì l'ipocrisia sul nucleare, chiedendo investimenti reali in sanità ed energia pulita; Misiani (PD), che ha accusato l'Esecutivo di immobilismo in un momento di grande crisi economica e geopolitica, lamentando l'assenza di una vera strategia economica e l'incapacità di rispondere ai dazi imposti dagli Stati Uniti, le cui scelte stanno danneggiando l'ordine economico globale, con conseguenze negative anche per l'Italia.

L'Assemblea ha commemorato l'ottantesimo anniversario della Liberazione: il Presidente La Russa ha ribadito il valore dell'antifascismo come fondamento della democrazia e della Costituzione. Hanno partecipato al dibattito i sen. Monti (Misto), Julia Unterbeger (Aut), Raffaella Paita (IV), Michaela Biancofiore (Cd'I), Magni (Misto-AVS), Gasparri (FI-BP), Alessandra Maiorino (M5S), Romeo (LSP), Anna Rossomando (PD) e Speranzon (FdI).

(La seduta è terminata alle ore 15:22 )

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