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684ª Seduta pubblica

Giovedì 22 settembre 2016 alle ore 09:30

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 2067, nel testo proposto dalla Commissione recante modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonché all'ordinamento penitenziario per l'effettività rieducativa della pena, già approvato dalla Camera dei deputati.

Il provvedimento di compone di 40 articoli, suddivisi conque titoli. Il Titolo I reca modifiche al codice penale: il capo I detta norme in materia di estinzione del reato per condotte riparatorie e modifiche di limiti di pena per i delitti di scambio elettorale politico-mafioso, furto e rapina; il capo II prevede modifiche alla disciplina della prescrizione; il capo III reca una delega al Governo per la riforma del regime di procedibilità per taluni reati, per il riordino di alcuni settori del codice penale e per la revisione della disciplina del casellario giudiziale. Il Titolo II reca modifiche al codice di procedura penale: il capo I prevede modifiche in materia di incapacità dell'imputato di partecipare al processo, di indagini preliminari e di archiviazione; il capo II prevede modifiche in materia di riti speciali, udienza preliminare, istruzione dibattimentale e struttura della sentenza di merito; il capo III riguarda la semplificazione delle impugnazioni. Il Titolo III reca modifiche alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e alla normativa di organizzazione dell'ufficio del pubblico ministero. Il Titolo IV, all'articolo 34, conferisce una delega al Governo per la riforma del processo penale e dell'ordinamento penitenziario.

Nella seduta di ieri è proseguita la discussione generale che si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Mineo (SI-Sel); Albertini, Colucci, Laura Bianconi (AP); Buccarella (M5S); Monica Cirinnà, Pagliari (PD); Caliendo (FI-PdL). Su richiesta del relatore, sen. Cucca (PD), le repliche sono state rinviate ad altra seduta. La Presidenza ha comunicato che martedì 27 settembre alle ore 15 è convocata la Conferenza dei Capigruppo che fisserà il nuovo calendario dei lavori.

Il sen. Mineo (SI-Sel) ha posto l'accento sulle trattative oscure di cui è oggetto il ddl. Ieri un Gruppo di maggioranza, AP, ha fatto mancare più volte il numero legale per ottenere il ritiro di un emendamento sui reati ambientali e sull'omicidio colposo per violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Ancora non si sa, peraltro, se verrà posta la questione di fiducia: il Governo della rottamazione è diventato l'Esecutivo dei rinvii. Anche se diverse norme del ddl sono apprrezzabili, il provvedimento è ambiguo e, nello stile trasformista di una maggioranza disomogenea, nasconde la vera questione: solo i poveracci finiscono in carcere, i colletti bianchi hanno la possibilità di difendersi dal processo e di evitare la pena. I sen. Albertini, Colucci e Laura Bianconi (AP) hanno difeso il testo licenziato dalla Commissione, esito di un confronto serrato e di una mediazione equilibrata. Le modifiche, approvate su iniziativa del Gruppo, contemperano l'esigenza di allungare i tempi processuali con il mantenimento della natura liberale e garantista dell'istituto della prescrizione. Per tutti i reati è prevista una sospensione di un anno e sei mesi - anziché di due anni - dopo la sentenza di condanna in primo grado, e di un anno e mezzo dopo l'appello. Per specifici reati di corruzione i termini aumentano della metà. La delega sulle intercattazioni introduce il principio della rtiservatezza delle comunicazioni e di tutela della privacy. Il sen. Buccarella (M5S) ritiene che la modifica della prescrizione sia un pannicello caldo: occorrerebbe prevedere che la prescrizione cessi all'esito della verifica dibattimentale in caso di condanna e bisognerebbe accelerare i tempi dei processi destinando maggiori risorse alla giustizia. M5S è contrario, poi, alla delega al Governo sulle intercettazioni: per garantire la privacy è sufficiente il rispetto di protocolli. La pena di quattro anni per chi diffonde informazioni ritenute offensive limita la libertà di cronaca, mentre le disposizioni sui captatori informatici limitano il potere investigativo della magistratura. La sen. Cirinnà (PD), dopo aver ha ricordato alcuni temi del ddl - la la riforma dell'ordinamento penitenziario, l'inasprimento sanzionatorio per alcuni reati, la semplificazione delle impugnazioni, il concordato sui motivi di appello, i limiti all'abuso delle intercettazioni - ha auspicato interventi per limitare il ricorso in Cassazione, per contrastare in modo più efficace i reati di violenza contro le donne e per tutelare le detenute madri. Il sen. Pagliari (PD) ha definito la modifica della prescrizione una necessità dettata dallo stato della giustizia e ha difeso la delega che limita l'utilizzo delle intercettazioni a fini di giustizia, impedendo processi mediatici. Il sen. Caliendo (FI-PdL) ha posto l'accento sulle divisioni interne alla maggioranza che, in tema di prescrizione, ha raggiunto un compromesso irragionevole: è dimostrato che l'aumento delle pene e dei termini di prescrizione allunga i tempi del processo. Il termine minimo di dodici anni per la prescrizione è elevato a 33 anni per i reati di corruzione, sebbene in base ai dati del Ministero della giustizia i reati contro la pubblica amministrazione prescritti siano solo il due per cento. Come soluzione alternativa, il Gruppo aveva proposto una corsia preferenziale per i reati di corruzione e una serie di misure per dare attuazione ai principi del giusto processo.

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