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299ª Seduta pubblica

Lunedì 4 agosto 2014 alle ore 14:02

Comunicato di seduta

L'Assemblea ha approvato il parere della 1a Commissione sulla sussistenza dei presupposti costituzionali in ordine al decreto-legge sulla pubblica amministrazione (ddl n. 1582 di conversione del decreto legge n. 90 del 2014, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari). Contro la sussistenza dei requisiti costituzionali si sono pronunciati i sen. Alessia Petraglia (SEL), Morra (M5S), Anna Maria Bernini (FI-PdL), Campanella (Misto).

L'Assemblea ha poi ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1429, e connessi, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della Costituzione.

Nella seduta di venerdì 1° agosto è stato approvato l'articolo 2, riguardante composizione e modalità di elezione del nuovo Senato.

M5S ha annunciato che non parteciperà ai lavori.

L'Assemblea ha approvato, senza modifiche, l'articolo 3 che riguarda la nomina a senatori, da parte del Presidente della Repubblica, di cittadini che abbiano illustrato la patria per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Tali senatori durano in carica sette anni e non possono essere nuovamente nominati. Respinti gli emendamenti di SEL, M5S, FI, Misto, GAL, FI volti ad abolire, in ragione della mutata composizione del Senato, i cinque senatori di nomina presidenziale. Respinto anche l'emendamento 3.21 della sen. Cattaneo (Aut), che demanda ad una legge costituzionale la definizione delle procedure e dei requisiti per la nomina presidenziale.

Approvato senza modifiche l'articolo 4 in base al quale soltanto la Camera dei deputati è eletta per cinque anni.

Approvato senza modifiche l'articolo 5: il Regolamento stabilisce in quali casi l'elezione o la nomina alle cariche negli organi del Senato possono essere limitate in ragione dell'esercizio di funzioni di governo regionali o locali.

Approvato, con un emendamento dei relatori, l'articolo 6 in base al quale i Regolamenti della Camera garantiscono i diritti delle minoranze. La sen. Mussini (Misto) ha rilevato che l'articolo è in contraddizione con norme successive che ampliano i poteri dell'Esecutivo a scapito del Parlamento.

Approvato senza modifiche l'articolo 7 secondo cui il Senato giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti. Respinto l'emendamento 7.5, a prima firma del sen. Casson (PD), che attribuisce a ciascuna Camera la verifica dei titoli di ammissione dei componenti e delle cause anche sopraggiunte di ineleggibilità, di incompatibilità e di conflitto di interessi, prevedendo anche il ricorso alla Corte costituzionale da parte di chi abbia un interesse diretto e immediato.

Approvato senza modifiche l'articolo 8 che sopprime la prima parte dell'articolo 67 della Costituzione - ogni membro del Palamento rappresenta la Nazione - limitandosi a prevedere che i membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato. Respinti gli emendamenti di SEL e Gruppo Misto volti a ripristinare il concetto di rappresentanza della Nazione. Respinti anche gli emendamenti del sen. Minzolini (FI-PdL) volti a eliminare il divieto di vincolo di mandato.

Approvato senza modifiche l'articolo 9 in base al quale solo i membri della Camera percepiscono un'indennità stabilita dalla legge. Respinti gli emendamenti, a prima firma del sen. Milo (GAL), che sopprimono l'articolo o equiparano l'indennità dei senatori a quella dei consiglieri regionali. Respinto anche l'emendamento, a prima firma della sen. De Petris (SEL), secondo il quale i membri del Parlamento ricevono un'indennità equiparata a quella dei sindaci di comuni con più di cinquecentomila abitanti.

Il sen. Chiti (PD) ha chiesto chiarimenti alla relatrice sul tema dell'immunità, oggetto di emendamenti aggiuntivi all'articolo 8. La sen. Finocchiaro (PD) ha precisato che allo stato non ci sono emendamenti dei relatori i quali, in Commissione, hanno sostenuto una soluzione che garantisce pari dignità alle Camere. Il sen. Buemi (Aut-PSI) ha chiesto un chiarimento al Governo, suggerendo di accantonare gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8. Il Sottosegretario Pizzetti ha ricordato che il testo del Governo in Commissione è stato modificato e il tema è oggetto del dibattito parlamentare e. I sen. Casini (SC) e Chiti (FI-PdL) hanno condiviso la richiesta del sen. Bruno (FI-PdL) di svolgere un dibattito sull'argomento.

Sul tema dell'immunità la relatrice Finocchiaro (PD) ha ricordato che il testo originario del Governo prevedeva per i senatori soltanto l'insindacabilità per le opinioni e i voti espressi. I relatori sono favorevoli alla soluzione licenziata dalla Commissione che garantisce la pari dignità delle Camere. Alcuni emendamenti propongono di sopprimere l'autorizzazione alle misure restrittive della libertà personale per tutti i parlamentari; altri propongono di reintrodurre l'autorizzazione al procedimento penale, che è stata superata dalla riforma costituzionale del 1993.

Il sen. Palma (FI-PdL) si è pronunciato contro l'abolizione dell'immunità; ha considerato problematica l'applicazione di un'immunità a intermittenza, che discrimina consiglieri regionali e sindaci non senatori; ha criticato la proposta che coinvolge nel procedimento la Corte costituzionale. Il sen. Casini (PI), che considera l'immunità non un privilegio di casta bensì una garanzia di equilibrio tra poteri dello Stato, giudica illogica la proposta di coinvolgere nel procedimento la Corte costituzionale. Approva invece la soluzione proposta dai relatori, ritenendo inammissibile una disparità di trattamento tra i due organi che formano il Parlamento. Secondo il sen. Quagliarello (NCD) l'immunità discende logicamente dalle funzioni esercitate. Secondo la sen. De Petris (SEL) il problema nasce dalla scelta del Senato non elettivo e l'attenzione alle garanzie non può valere solo per il tema dell'immunità. I tempi sono maturi per prevedere soltanto l'insindacabilità per tutti i parlamentari. Secondo il sen. Chiti (PD) le spinte populistiche vanno rifiutate sempre, non a giorni alterni e il messaggio che emerge con questa riforma - si può toccare tutto, tranne l'immunità parlamentare - non giova alle istituzioni. E' giusto lasciare l'immunità ai deputati eletti, mentre è problematico estenderla alle funzioni di consiglieri regionali e sindaci. La differenziazione tra le due Camere in tema di immunità discende logicamente dalla scelta di un Senato non elettivo e con funzioni ridotte. L'idea di rinviare tutti i nodi irrisolti alla Camera non è condivisibile. Il sen. Rossi (SC) si è associato alle considerazioni del sen. Chiti. Anche secondo il sen. Buemi (Aut-PSI) il problema non può essere ignorato. Il sen. Ichino (SC), considerato il cattivo uso che è stato fatto dell'immunità, non considera negativamente l'ipotesi di ricorso alla Corte costituzionale, ma è disponibile a ritirare l'emendamento. Secondo il sen. Mauro (PI), anche alla luce dell'approvazione dell'emendamento 1.1979 che attribuisce al Senato funzioni di garanzia, la soluzione proposta dai relatori è condivisibile. Secondo la sen. Ricchiuti (PD), il tema dell'immunità, legato indissolubilmente ai concetti di separazione dei poteri e di rappresentanza, mostra che, pur non essendo anticamera della dittatura, la revisione in esame non è una buona riforma e comporta dei rischi. La senatrice ha chiesto alla relatrice di considerare l'ipotesi di rimettere la questione a una diversa disciplina costituzionale. Secondo il sen. Falanga (FI-PdL) l'immunità per i senatori va riformulata alla luce delle nuove funzioni del Senato. Il sen. Casson (PD) ha espresso rammarico per la mancata partecipazione al dibattito di M5S e sorpresa per la chiusura del Governo. Il tema dell'immunità andrebbe riconsiderato alla luce dei mutamenti intervenuti nell'ordinamento giudiziario. Secondo il sen. Caliendo (FI-PdL) il tema dell'immunità si lega alla funzione del Senato e non dipende dal sistema di elezione. Questa posizione è stata condivisa dalla sen. Lo Moro (PD). Secondo il sen. Barani (GAL) la soluzione deve essere organica e non può cedere a spinte populiste. Il sen. Bruno (FI-PdL) ha annunciato il voto favorevole del Gruppo al testo licenziato dalla Commissione. Anche il sen. Zanda (PD) ha annunciato voto favorevole al testo della Commissione che riconosce l'immunità a deputati e senatori. Seppur legato alla rappresentanza territoriale ed eletto con sistema di secondo grado, il nuovo Senato rimane un organo costituzionale. Pur non avendo presentato emendamenti, il sen. Campanella (Misto) si è pronunciato a favore di una differenziato tra Camera e Senato. Secondo il sen. Corsini (PD) un Senato di nominati che rappresenta le autonomie territoriali non può godere dell'immunità. Occorrerebbe piuttosto estendere l'insindacabilità o prevedere il ricorso alla Corte costituzionale. La senatrice Finocchiaro (PD) ha condiviso il richiamo al principio di cautela e ha rilevato che il nuovo Senato avrà funzioni di controllo penetranti.

Tutti gli emendamenti aggiuntivi all'articolo 8, sui quali la relatrice e il Governo si sono rimessi all'Aula, sono stati respinti.

In considerazione dell'assenza del corelatore, sen. Calderoli (LN), colpito da un grave lutto, la relatrice Finocchiaro (PD) ha proposto di sospendere l'esame del ddl costituzionale. La sen. Ghedini (PD) ha accolto la proposta, chiedendo di proseguire i lavori con l'esame del decreto-legge sulla pubblica amministrazione. Concorde il sen. Romani (FI-PdL).

L'Assemblea ha quindi avviato l'esame del ddl n. 1582 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, recante misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari, già approvato dalla Camera dei deputati

Noto come decreto sulla pubblica amministrazione il provvedimento è composto di 54 articoli che riguardano diverse materie: pensionamenti d'ufficio, modifica della disciplina del trattenimento in servizio, flessibilità del turn over, mobilità obbligatoria del personale, limiti alle consulenze, trattamenti pensionistici anticipati per i giornalisti, compensi nelle società partecipate, incompatibilità nelle authority, Agenda per la semplificazione, Autorità anticorruzione, unità speciale per Expo 2015, soppressione di sedi distaccate dei TAR, processo telematico (civile, penale, amministrativo, contabile, tributario), contenzioso pendente per le opere pubbliche.

Il relatore, sen. Pagliari (PD), ha sottolineato che il decreto pone le premesse per la delega sulla pubblica amministrazione e per l'annunciato disegno di riforma della giustizia. Ha rilevato che il principale limite è la natura "mille norme" del provvedimento e ha evidenziato la necessità di snellire il codice degli appalti pubblici. Ha espresso infine disagio per la soppressione della norma per gli insegnanti "quota 96": la mancanza di copertura finanziaria avrebbe dovuto essere rilevata alla Camera.

E' stata respinta la pregiudiziale di costituzionalità proposta dal sen. Crimi (M5S). Hanno annunciato voto favorevole i sen. Anna Maria Bernini (FI-PdL) e Uras (SEL); voto contrario le sen. lo Moro (PD) e Chiavaroli (NCD).

E' iniziata la discussione generale. Sono intervenuti i sen. Uras, Barozzino (SEL); Ricchiuti, Margiotta, Lo Giudice, Lepri (PD); Michela Montevecchi, Cioffi, Ornella Bertorotta (M5S); Zuffada (FI-PdL); Ichino (SC); Arrigoni (LN-Aut).

La Presidente di turno Fedeli non la ammesso la richiesta di sospensiva per parere del CNEL, avanzata dal sen. Crimi (M5S).

Il seguito della discussione è rinviato a domani.

In apertura di seduta l'Assemblea ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della calamità naturale che ha colpito Refrontolo, in provincia di Treviso, dove una bomba d'acqua ha provocato quattro morti. Il Presidente di turno Gasparri ha evidenziato l'ineludibilità dell'impegno per la messa in sicurezza del territorio. Sull'evento alluvionale hanno preso la parola le sen. Puppato (PD), Bisinella (LN), Alberti Casellati (FI-PdL), De Petris (SEL) e i sen. Conte (NCD), Girotto (M5S), De Poli (SC), Panizza (Aut-PSI), Barani (GAL) e Matteoli (FI-PdL), che hanno insistito sulla necessità di interventi urgenti per prevenire il dissesto idrogeologico, per contrastare l'abbandono del territorio, per pulire gli alvei dei corsi d'acqua, per modificare il Patto di stabilità. Secondo M5S e SEL, anziché dare priorità alla revisione costituzionale, il Parlamento dovrebbe affrontare urgentemente il problema dei cambiamenti climatici mutando la strategia energetica.

Il Presidente di turno Gasparri aveva poi ricordato l'impegno profuso nelle riforme costituzionali da Giovanni Spadolini, nel ventesimo anno dalla sua scomparsa.

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