Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03363

Atto n. 3-03363 (in Commissione)

Pubblicato il 21 dicembre 2016, nella seduta n. 736
Trasformato

FASIOLO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -

Premesso che:

la filiera della pesca italiana, asse strategico per lo sviluppo dell'economia del Paese, sta fronteggiando una grave e profonda crisi;

la normativa europea impone regole che rischiano di aggravare la crisi del settore, essendo i parametri imposti dalla UE poco adattabili al pescato del Mediterraneo;

il tessuto economico debole e frammentato, costituito da piccole e medie imprese, è incapace di rispondere agli aumenti dei costi di produzione e del sistema creditizio e distributivo;

il sistema sanzionatorio introdotto con la recente legge n. 154 del 2016 (cosiddetto collegato agricolo) sta generando preoccupazione nel settore della pesca in quanto eccessivamente penalizzante in alcune parti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno e doveroso procedere al rifinanziamento per il 2017 della cassa integrazione straordinaria, con ulteriori 30 milioni di euro, e la messa a punto di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali;

se intenda definire ed approvare in tempi rapidi il testo unificato in materia di pesca, che secondo le intenzioni del Governo e della maggioranza avrebbe dovuto accompagnare il collegato agricolo;

se intenda intervenire affinché in ambito europeo vengano modificate le norme introdotte con il regolamento (CE) n. 1224/2009 sui controlli;

se ritenga di valorizzare la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio europeo presentata l'11 marzo 2016 dalla Commissione europea sulle cosiddette misure tecniche, affinché si possa rimediare alle difficoltà incontrate dalla pesca mediterranea per effetto del regolamento (CE) n. 1967/2006;

se voglia procedere al ripristino della commissione consultiva centrale della pesca marittima e dell'acquacoltura, organismo di confronto e consultazione per la categoria;

se intenda operare una semplificazione delle pratiche amministrative e una diminuzione dei costi burocratici che gravano pesantemente sulla redditività delle imprese ittiche (procedure autorizzative per le licenze di pesca e nulla osta, adempimenti per la tracciabilità del prodotto dal mare alla banchina di sbarco), nonché una revisione di alcuni recenti decreti, specie quello relativo alla lotta alla pesca illegale che aggrava il lavoro delle autorità marittime e penalizza la pesca costiera artigianale;

se intenda opporsi all'introduzione di un sistema di quote per il pescespada, che metterebbe altrimenti in ginocchio la flotta che vale il 50 per cento dell'intera produzione del Mediterraneo;

se intenda attivarsi al fine di un aumento delle quote di pesca del tonno rosso, assegnando prioritariamente al sistema "quota non divisa" (UNCL) l'eventuale incremento del contingente italiano rispetto a quanto previsto dalla raccomandazione ICCAT 14-04; in tal modo la pesca artigianale avrebbe maggiori possibilità di sfruttare una risorsa non più in crisi, evitando di penalizzare decine di imprese intimorite dalle nuove sanzioni che non lasciano scampo in caso di catture accessorie o involontarie per il doppio regime in vigore in Italia (5 per cento secondo le norme ICCAT e UE e 750-900 chili secondo la disciplina italiana);

se intenda operare la revisione di alcuni contenuti del decreto ministeriale 20 luglio 2016 ("Misure tecniche per prevenire scoraggiare ed eliminare la pesca illegale"), in particolare per quanto riguarda la coesistenza a bordo di alcuni attrezzi di cattura della piccola pesca;

se intenda attivarsi per assicurare un'adeguata dotazione finanziaria del programma nazionale triennale della pesca e acquacoltura, garantendo la ripartenza del fondo di solidarietà nazionale attraverso il FEAMP per dare coperture alle imprese che subiscono eventi calamitosi;

se intenda attivarsi, per quanto di propria competenza, ai fini dell'inserimento della pesca tra i lavori usuranti, rivedendo la decorrenza del trattamento pensionistico della categoria, per assicurare alle imprese ittiche nazionali lavoro e redditività, per consentire loro di essere più competitive anche attraverso il ricambio generazionale.