Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06701

Atto n. 4-06701

Pubblicato il 24 novembre 2016, nella seduta n. 730
Risposta pubblicata

CASTALDI , BERTOROTTA , DONNO , ENDRIZZI , GIARRUSSO , GIROTTO , LEZZI , MANGILI , MORONESE , MORRA , PETROCELLI , SCIBONA , SERRA , TAVERNA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

l'"air gun" è una tecnica di ispezione finalizzata all'analisi della composizione del sottosuolo marino, consistente in spari di aria compressa ad alta intensità sonora, esplosi a determinata distanza l'uno dall'altro. Tale tecnica genera onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione dei fondali marini;

uno studio del WWF Abruzzo, inviato nel 2011 al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nell'ambito di osservazioni ad un'istanza di concessione petrolifera della North Petroleum, ha evidenziato che nel caso delle perturbazioni acustiche, generate dagli "air gun", alcuni studi riportano una diminuzione delle catture di pesci, anche dopo alcuni giorni dal termine delle indagini;

gli studi del The norwegian institute of marine research hanno messo in evidenza una diminuzione delle catture di pescato fino al 50 per cento in un'area distante fino a 2.000 metri quadrati dalla sorgente durante l'utilizzo di "air gun". È stata anche dimostrata una diminuzione della disponibilità di uova di pesce, probabilmente causata della prolungata esposizione di specie ittiche a suoni a bassa frequenza;

questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare, molto spesso, lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell'udito, che per molte specie ittiche serve per orientarsi, accoppiarsi e per trovare cibo;

il primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato, in data 19 maggio 2015, il disegno di legge n. 1928, recante "Disposizioni in materia di divieto dell'utilizzo dell'air gun per le attività di ispezione dei fondali marini finalizzate alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi", in corso di esame nelle Commissioni riunite 10ª (Industria, commercio, turismo) e 13ª (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato;

il 18 ottobre 2016, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha concesso alla società Schlumberger Italiana la "compatibilità ambientale" per un progetto che prevede la registrazione di profili geofisici con la tecnica sismica di riflessione 3D e l'utilizzo degli "air gun" in un'area situata nel golfo di Taranto, di fronte alle coste della Puglia, della Basilicata e della Calabria. L'area interessata ricopre una superficie di circa 4.030 chilometri quadrati e si trova ad oltre 12 miglia dalle coste;

il progetto è stato approvato con prescrizioni (n. 1940 dell'11 dicembre 2015) dalla commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA e VAS. La Regione Puglia ha già espresso parere contrario il 20 febbraio 2015, con il decreto n. 214;

considerato che:

il citato disegno di legge n. 1928 prevede di introdurre il divieto di utilizzo della tecnica dell'"air gun" e di altre tecniche esplosive per le attività di ricerca e di ispezione dei fondali marini, finalizzate alla prospezione, ricerca e alla coltivazione di idrocarburi, prevedendo idonee sanzioni in caso di violazione, analogamente a quanto stabilito dall'articolo 144, comma 4-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e successive modificazioni, per la fratturazione delle formazioni rocciose, in cui sono intrappolati lo shale gas e lo shale oil;

è stata sancita, in alcuni casi, l'incompatibilità tra il programma di ricerca degli idrocarburi in mare, mediante l'utilizzo della tecnica "air gun" e il principio di precauzione. Da tale principio deriva, infatti, l'esigenza di un'azione ambientale tesa alla salvaguardia dell'ecosistema in funzione preventiva, anche quando non sussistono evidenze scientifiche conclamate, che illustrino la certa riconducibilità di un effetto devastante per l'ambiente ad una determinata causa umana;

considerato inoltre che a quanto risulta agli interroganti:

sulla piattaforma aperta online denominata "change.org", che consente alle persone di tutto il mondo di attivarsi in relazione ai problemi che più li coinvolgono, è stata promossa da parte della associazione ambientalista "Marevivo" una petizione, con speciale riguardo al divieto di uso dell'"air gun", per chiedere al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e a tutti i sindaci dei comuni dell'arco ionico di ricorrere al Tar contro il decreto VIA (valutazione impatto ambientale) concesso alla Schlumberger e per sollecitare il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, a cambiare rotta, una volta per tutte, sulla politica energetica dell'Italia;

la "Jonian Dolphin Conservation" è una start up di giovani ricercatori, che studiano i cetacei del golfo di Taranto nel Mar Ionio settentrionale e portano avanti l'attività di dolphin watching, facendo diventare ricercatori, per un giorno, turisti e cittadini, proprio in quella zona che sarà interessata dall'utilizzo degli "air gun";

nelle acque del golfo di Taranto, a soli 13 miglia dalle coste, a breve, verranno utilizzate tecniche esplorative con "air gun" per fare ricerca e prospezione di idrocarburi, con violenti spari di aria compressa ogni 5-15 secondi, con intensità fino a 260 decibel, con grave pericolo per la fauna marina, in special modo per i delfini;

il golfo di Taranto è stato eletto come luogo di riproduzione da diverse specie di cetacei. L'utilizzo degli "air gun", come da studi a riguardo, può provocare nelle specie marine "cambiamenti nel comportamento, elevato livello di stress, indebolimento del sistema immunitario, allontanamento dall'habitat, temporanea o permanente perdita dell'udito, morte e/o danneggiamento delle larve in pesci ed invertebrati" (dal sito internet "change.org");

considerato infine che:

i delfini, come scritto nella suddetta petizione, "non temono l'Ilva ed i suoi veleni, vivono in libertà con i propri cuccioli, ma non potranno difendersi dalla nave, armata di cannoni ad aria (gli air gun), che presto esplorerà il Golfo di Taranto alla ricerca del petrolio. Sono in pochi a saperlo ma nel Golfo di Taranto, proprio in quella porzione di mare definita già 30 anni fa con decreto presidenziale "baia storica e naturale", si trovano centinaia di esemplari di delfini e balene, che ogni giorno si possono facilmente incontrare ed osservare" (dal sito internet "change.org");

queste attività inficiano anche le indicazioni di risanamento contenute nella legge 4 marzo 2015, n. 20, recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2015, n. 1, recante disposizioni urgenti per l'esercizio di imprese di interesse strategico nazionale in crisi e per lo sviluppo della città e dell'area di Taranto",

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;

se non intenda emanare specifiche e stringenti direttive per vietare l'uso della tecnica dell'"air gun" per le attività di ispezione dei fondali marini, finalizzate alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi;

se non intenda revocare il suddetto decreto VIA, relativo al progetto che prevede la registrazione di profili geofisici con la tecnica sismica di riflessione 3D e l'utilizzo degli "air gun" in un'area situata nel golfo di Taranto.