Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06690

Atto n. 4-06690

Pubblicato il 23 novembre 2016, nella seduta n. 729

PAGLINI , BOTTICI , DONNO , LUCIDI , GIARRUSSO , BERTOROTTA , MARTELLI , MARTON , SERRA , CASTALDI , SANTANGELO , SCIBONA , MORRA , PUGLIA , CATALFO - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'interno. -

Premesso che:

la società TD group, azienda specializzata in tecnologia ed informatica di Migliarino (Pisa), ha inviato ai propri dipendenti una e-mail nella quale si invita a costituire "comitati per il sì" in relazione alla consultazione referendaria che si terrà il 4 dicembre 2016;

la notizia è stata riportata dalla stampa locale ("Il Tirreno", edizione di Pisa, 19 novembre 2016);

l'imprenditore Valterio Castelli, proprietario della società, ha inviato la lettera-appello ai suoi dipendenti (circa 300) attraverso la casella e-mail dell'ufficio del personale aziendale. Risulta agli interroganti che tale comunicazione ha provocato disagio e difficoltà nei lavoratori, assunti dall'azienda per svolgere un lavoro che richiede un alto livello di specializzazione e non per prestarsi a svolgere attività di propaganda politico-elettorale;

a giudizio degli interroganti, la lettera indirizzata dall'imprenditore Valterio Castelli ai propri dipendenti risulta essere inopportuna, lesiva del diritto fondamentale dei lavoratori alla libertà di opinione, diritto sancito e protetto dalla legge n. 300 del 1970 (statuto dei lavoratori). Si tratta di un'invasione di campo nella sfera privata e personale dei lavoratori in un rapporto che non è paritario e simmetrico, come quello appunto che si instaura tra dipendente e datore di lavoro;

la legge fa espresso divieto di interferire sulle opinioni politiche dei propri lavoratori a cui deve essere garantita libertà di opinione;

l'art. 1 dispone che: "I lavoratori, senza distinzione di opinioni politiche, sindacali e di fede religiosa, hanno diritto, nei luoghi dove prestano la loro opera, di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e delle norme della presente legge";

considerato che, a parere degli interroganti:

il fatto che i dipendenti costituiscano o non costituiscano "comitati per il sì" potrebbe rappresentare il tentativo di realizzare una mappatura che permetta al datore di lavoro di comprendere quali sono le loro opinioni politiche, fattispecie espressamente vietata dall'art. 8 della legge che dispone: "È fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi, sulle opinioni politiche, religiose o sindacali del lavoratore";

lo stesso imprenditore Valterio Castelli sembrerebbe confermare tale ipotesi quando dichiara ai giornali: "Ho solo espresso il mio pensiero. Se qualcuno è preoccupato, si tranquillizzi, nessuno verrà licenziato perché non aderisce. Tant'è che finora l'hanno fatto solo 10 su 300", come si legge nell'articolo citato. Quest'affermazione chiarisce che sta redigendo un elenco dei dipendenti che hanno aderito all'iniziativa, non trattandosi quindi di un mero invito a costituire "comitati per il sì". Tale azione condotta dall'imprenditore rischia di essere una vera e propria mappatura sulle opinioni politiche dei propri dipendenti in contrasto con l'art. 8 della legge n. 300 del 1970;

inoltre, non sono irrilevanti gli interessi che legano la società di Migliarino alla politica locale ed in particolare ad Antonio Mazzeo, già consigliere comunale a Pisa, attualmente consigliere regionale del Partito democratico in Toscana e responsabile del "comitato regionale della Toscana per il sì";

considerato inoltre che:

Antonio Mazzeo, originario della Basilicata (e precisamente di Barile, Potenza), dopo aver militato nel periodo universitario per Ateneo studenti (lista vicino a Comunione e Liberazione) si è avvicinato al Partito democratico e risulta essere tra i primi sostenitori di Matteo Renzi in Toscana; nel 2015 è entrato nell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale toscano come segretario;

risulta agli interroganti che Antonio Mazzeo avrebbe mantenuto stretti legami con la TD group ed incontrato i lavoratori dell'azienda durante la propria campagna elettorale per le elezioni regionali del 2015 (evento pubblicizzato sulla bacheca aziendale del sito internet della TD group);

l'articolo citato evidenzia che per "la TD Group, poi, fino al 2008 ha lavorato Donato Mazzeo, fratello di Antonio Mazzeo, (...) che nel 2015 l'ha visitata esaltandola come un'eccellenza dell'ICT sul territorio";

a parere degli interroganti merita ricordare che TD group è stata oggetto di indagini dalla Procura della Repubblica di Arezzo per il crac di Banca Etruria. Al riguardo sulla stampa locale si legge: "Oltre 16 milioni di euro in dieci anni per organizzare convegni. Sono gli stanziamenti girati dalla Regione Toscana alla Td Group. L'azienda di Migliarino, una delle 14 società perquisite dalla Guardia di finanza l'8 gennaio scorso nell'ambito dell'inchiesta su Banca Etruria, è finita al centro di un'interrogazione (...) in Consiglio regionale sui rapporti fra la società pisana fornitrice di servizi di information technology, la Regione e il Partito democratico" (sempre su "Il Tirreno", "La Regione ha finanziato Td Group" del 21 gennaio 2016);

inoltre, il quotidiano "L'Huffington Post" del 10 gennaio 2016, nell'articolo dal titolo "Banca Etruria, il giallo della lettera al comitato. Proverebbe il conflitto d'interesse fra Nataloni e TD Group", riporta che "secondo gli inquirenti la TD Group è considerata una delle società che ha contribuito maggiormente a provocare sofferenze alla Banca Etruria";

si apprende da un articolo pubblicato il 20 novembre 2016 dal sito di informazione online "Pisatoday" che la TD group fa parte, insieme ad altre aziende, del consorzio che nel 2011 vinse la gara da 38,6 milioni di euro per il data center regionale toscano, un appalto che oltre, alla progettazione e realizzazione del nuovo Tix (Tuscany internet Exchange), ne include anche la gestione triennale;

a parere degli interroganti, appare improcrastinabile un intervento degli appositi organismi di vigilanza e controllo, dato che la TD group è una società che, per il know how e per le relazioni che intrattiene con i settori delle istituzioni pubbliche della finanza e per gli importanti appalti che è riuscita ad ottenere nel corso degli anni, rappresenta una realtà di primo piano nel panorama imprenditoriale toscano,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano adottare per fare chiarezza su quanto accaduto;

se, dato il prossimo svolgimento del referendum del 4 dicembre, non ritengano di dover assumere gli opportuni ed immediati provvedimenti nel caso in cui sia riscontrata la fondatezza delle violazioni ipotizzate circa il diritto fondamentale dei lavoratori alla libertà di opinione e al divieto di effettuare indagini sulle opinioni anche politiche dei dipendenti.