Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06421

Atto n. 4-06421

Pubblicato il 28 settembre 2016, nella seduta n. 687

DE PIN - Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

le emittenti private locali rappresentano un baluardo per il pluralismo dell'informazione, danno voce alle identità regionali e lavoro a migliaia di persone tra titolari, giornalisti, tecnici, personale amministrativo e commerciale;

nonostante la legge Mammì (legge n. 223 del 1990) prevedesse la riserva di un terzo delle frequenze alle emittenti locali, nelle assegnazioni del 2009-2012, le frequenze assegnate all'Italia sono andate tutte ad emittenti nazionali e alle televisioni locali sono state attribuite solo frequenze, che l'Italia aveva il divieto di usare, perché avrebbero interferito con quelle di altri Paesi limitrofi;

nei consessi internazionali di assegnazione delle frequenze (cura della ITU- International telecommunication union) nel 2006 all'Italia sono state assegnate un numero di frequenze molto superiore a quelle che ottennero le nazioni europee vicine (come Francia, Germania, ex Jugoslavia, Inghilterra, Spagna), per l'esattezza 25 frequenze, a fronte delle 6-8 frequenze delle nazioni limitrofe, peraltro a titolo gratuito, per 20 anni, senza alcuna cautela o possibilità di revoca;

il danno per lo Stato, a causa della mancata attuazione di una gara economica per l'assegnazione al miglior offerente delle frequenze in oggetto, è quantificabile in circa due mila milioni di euro;

considerato che:

una tale abbondanza nell'assegnazione fu dovuta solo alla presenza di centinaia di emittenti locali e i funzionari ministeriali usarono tale esistenza, proprio come giustificazione per richiedere un maggior numero di frequenze;

la Commissione europea ha disposto che, entro il 2018, dovrà avere inizio la liberazione della banda, cosiddetta 700 Mhz, dove si trovano vari canali assegnati a Mediaset, Persidera, rete Capri, La7 ed Europa7;

il rischio è quello di pagare copiosi indennizzi "da perdita di frequenze", che erano state già assegnate per 20 anni,

si chiede di sapere:

in quale modo il Governo pensi di poter garantire un futuro alle numerose emittenti private locali, dato che la soppressione delle frequenze le ha di fatto private del diritto garantito dall'articolo 21 della Costituzione;

quali iniziative di competenza intenda assumere affinché le problematiche descritte non mettano a rischio la sopravvivenza delle emittenti locali, con effetti negativi sull'esercizio della loro attività economica;

quali strumenti compensativi intenda adottare per far sì che non ci siano aumenti di costo per proseguire il proprio lavoro e far sì che le emittenti private locali non siano espulse dal sistema, a causa della monopolizzazione delle frequenze con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro;

quali iniziative di propria competenza ritenga opportuno adottare per verificare se l'Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) stia garantendo il rispetto del fondamentale concetto di pluralismo dell'informazione, così come evidenziato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 826 del 1988.