Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06391
Azioni disponibili
Atto n. 4-06391
Pubblicato il 27 settembre 2016, nella seduta n. 686
MARIN - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
da notizie di stampa, vi sarebbe un numero indeterminato di soggetti richiedenti asilo, probabilmente "alcune centinaia", che saranno dislocati a partire da metà ottobre 2016 nell'ex base Nato del "I Roc" a Giarre, piccola frazione del comune di Abano Terme (Padova), ente locale commissariato nel mese di giugno 2016, a seguito dell'arresto del sindaco Luca Claudio avvenuto a pochi giorni dalle elezioni;
è evidente come tale scelta rischia di colpire al cuore l'economia di Abano, che vive quasi interamente di turismo; sarebbero infatti inevitabili le ricadute negative per il comparto turistico legato al centro termale della città, che dà sostentamento a circa 5.000 famiglie;
occorre rilevare che si tratta di un tipo di turismo che ha una stagionalità che si estende per l'intera durata dell'anno solare, con un'immagine consolidata anche all'estero, che si trova attualmente, dopo anni di crisi, in una fase in cui finalmente i dati testimoniano una ripresa di gradimento, soprattutto da parte degli stranieri, con 731.000 arrivi e 3 milioni di presenze complessive nel bacino nel solo 2015;
giova, altresì, ricordare che si tratta di un turismo composto in buona parte da persone che anagraficamente rientrano nella cosiddetta terza età e che, in considerazione della propria fragilità, valutano come elemento determinante per la scelta della loro meta turistica la percezione di ordine e di sicurezza che una località è in grado di offrire;
il dubbio, a parere dell'interrogante, è che se oggi Abano avesse avuto un sindaco in carica, e, quindi, un consiglio comunale e un interlocutore politico in grado di reagire ad un'"imposizione" dall'alto, forse le scelte sarebbero state altre;
non c'è stata alcuna valida illustrazione da parte del prefetto dei motivi posti alla base della scelta operata che, senza alcun dubbio, avrà pesantissime ripercussioni non solo sull'economia del territorio termale veneto, ma addirittura su quella dell'intera regione (basti pensare a quante persone arrivano nelle città d'arte venete tra quelle soggiornanti presso le terme di Abano e Montegrotto);
a giudizio dell'interrogante il dubbio che la scelta del prefetto possa essere stata frettolosa, non ben ponderata ed in qualche modo effettuata approfittando delle contingenze venutesi a creare, è ulteriormente avvalorato dalla circostanza che il commissario prefettizio, Pasquale Aversa (gerarchicamente dipendente dal medesimo prefetto), ha infatti revocato, poche settimane or sono, invocando motivi di convenienza economica, un protocollo di intesa firmato nel 2015 per la cessione al Comune dell'ex base Nato per farne un uso pubblico e socialmente utile e, a distanza di solo qualche giorno, ha ufficializzato l'arrivo dei profughi, non senza chiarire con l'occasione la sua posizione. Ha infatti dichiarato: "Al Prefetto io avevo detto no ai profughi ad Abano. Avevo portato anche uno stampato dei dati sulle presenze turistiche. Sono un lavoratore dipendente, non comando io e probabilmente nemmeno il Prefetto Patrizia Impresa";
ebbene, a giudizio dell'interrogante, tali dichiarazioni, unitamente al dichiarato ruolo di "dipendente" del commissario, confermano in tutta evidenza che la scelta sia stata orientata su Abano proprio approfittando dell'assenza del sindaco,
si chiede di sapere:
se e quali iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo a tutela dell'economia del territorio e dell'occupazione di migliaia di famiglie;
quali siano le ragioni della scelta di Abano Terme, e se tale Comune sia stato individuato solo per l'assenza di una figura politica in grado di interloquire sul tema e di opporsi a tale decisione.