Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06161
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Atto n. 4-06161
Pubblicato il 21 luglio 2016, nella seduta n. 665
MARTON , SANTANGELO , MORRA , CRIMI , BERTOROTTA , DONNO , COTTI , MANGILI , MORONESE , MONTEVECCHI , GIARRUSSO - Al Ministro della difesa. -
Premesso che, per quanto risulta agli interroganti:
il 12 novembre 2015, la Corte dei conti ha trasmesso al Parlamento la deliberazione n. 10/2015/G, con la quale ha offerto un'analisi accurata del pregresso e dello stato di fatto concernente "gli alloggi di servizio del Ministero della difesa";
la Corte dei conti riferisce che 5.000 immobili, il 25 per cento, cioè un quarto, degli alloggi disponibili, sono occupati sine titulo, ovvero da abusivi. Di questa categoria di abusivi sembrerebbero far parte colonnelli, generali e alti funzionari della difesa che da oltre 30 anni ne usufruiscono illegittimamente;
a parere degli interroganti, la situazione di "abusivismo" sembrerebbe esser favorita da quanti erano, per competenza ed ufficio, preposti alla vigilanza del patrimonio, incarico peraltro affidato, nel dicastero, anche al sottosegretario di Stato generale Domenico Rossi;
questa occupazione sine titulo, come confermata dalla Corte dei conti, comporta ovviamente un danno erariale, oltre, a parere degli interroganti, ad un'intollerabile situazione di illegalità. Infatti, se si assegna ad ogni alloggio, occupato abusivamente, un valore economico minimo di 200.000 euro, paragonandolo ad un modesto appartamento di periferia, la perdita di introiti o di beni sottratti allo Stato sarebbe oggi non inferiore a un miliardo di euro;
nel novero degli alloggi, preda del presunto malaffare, risulterebbero immobili nel centro di Roma o di Firenze, alcuni dei quali svenduti a prezzi irrisori. Altri sembrerebbero stati costituiti senza alcuna procedura catastale, altri conferiti in affitto senza alcuna procedura concorsuale. Tale gestione, se confermata, a parere degli interroganti inspiegabilmente nell'indifferenza della magistratura militare, avrebbe immobilizzato e dissipato capitale, con depauperamenti erariali incalcolabili;
inoltre, a tale danno vanno aggiunte le indennità dovute a quei militari che, avendone diritto, non hanno potuto usufruire degli alloggi, nonché i 50 milioni di euro che lo Stato, in qualità di proprietario, ha dovuto versare per la quota TASI 2015, proprio per i 5.000 alloggi occupati abusivamente. Nel conteggio totale di danno erariale si devono poi considerare anche le spese legate alle procedure burocratiche e ai contenziosi legali, che sono serviti e serviranno per ripristinare la legalità;
a parere degli interroganti, da quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti, per la gestione di questi 5.000 alloggi, si sarebbe creato un vero e proprio sistema criminale, composto, purtroppo anche da alcuni corrotti, appartenenti alla classe dirigente militare e, presumibilmente, anche da alcuni membri della stessa magistratura militare inclini al favoreggiamento;
in particolare, il modo in cui questo sistema avrebbe operato ed opera è ben spiegato nella relazione del generale Mini. Sembrerebbe che dal gabinetto del Ministro (che è una mera segreteria) sia partita nel tempo una quantità di disposizioni extra legem atte ad interferire in maniera mirata con le disposizioni vigenti, per indebolirle e più spesso vanificarle. I massimi responsabili militari, come lo stesso generale Rossi, avrebbero avuto tutto l'interesse a silenziare ogni chiarimento, favorendo gli abusivi, quest'ultimo perché sarebbe coinvolto in prima persona. In particolare, risulterebbe che il generale abbia realizzato un appartamento di servizio unendone due, contro ogni criterio amministrativo, e che lo avrebbe occupato, come se fosse un militare, pagando solo 1.000 euro per quasi 200 metri quadri nel centro di Roma. L'elenco di generali ed alti funzionari, al pari del sottosegretario Rossi, sembrerebbe molto lungo;
considerato che:
i magistrati contabili aprono la loro relazione con una frase lapidaria: «Gli alloggi di servizio per il personale delle Forze armate costituiscono per il Ministero della difesa un problema estremamente complesso e di grande rilevanza, specie dopo la trasformazione dello strumento militare da esercito di leva in esercito composto da volontari di carriera o a lunga ferma»;
la Corte dei conti sottolinea che lo Stato ha messo a disposizione, per circa 200.000 persone, orientativamente 17.000 alloggi a fronte di un'esigenza di prima istanza, per le situazioni più critiche, di oltre 45.000 alloggi. Nella relazione, nell'indicare che appunto mancherebbero oltre 28.000 alloggi per coprire le esigenze primarie, si evidenzia che il proliferare negli anni delle occupazioni sine titulo ha impedito l'utilizzo di una consistente quota (25 per cento) del patrimonio alloggiativo della difesa;
l'intenzione politica di recuperare tali alloggi e stata contraddetta dal decreto ministeriale 7 maggio 2014, che ha ampliato le "fasce protette", incrementando il numero degli utenti nei cui confronti non sarà possibile procedere al recupero dell'immobile. La stessa Corte sul punto ribadisce: «Nel momento in cui maggiore è la necessita di alloggi di servizio, il problema va risolto. Pur tenendo presenti eventuali situazioni particolari contingenti, è necessario riaffermare l'esigenza di recuperare tali alloggi e procedere di conseguenza. Ciò anche nella considerazione che, oltre alle "preminenti ragioni sociali" degli occupanti "sine titulo", occorre tenere presenti le istanze di coloro che, in servizio, hanno necessità, per sé e per l'amministrazione, di occupare l'alloggio»,
si chiede di sapere:
quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo abbia intrapreso, per rimuovere la situazione di illegalità e liberare gli alloggi occupati sine titulo;
se abbia avviato procedimenti interni per individuare le responsabilità di quanti hanno creato e favorito la situazione, provvedendo all'eventuale rimozione dagli incarichi e valutando nei loro confronti opportune sanzioni, con possibile licenziamento;
se siano state accertate le responsabilità del sottosegretario di Stato per la Difesa;
se, nelle sedi di competenza, non abbia apprezzato l'opportunità di affidare alla Corte dei conti il compito di valutare, anno dopo anno, l'ammontare del danno complessivo, al fine di fare carico della quota parte ai responsabili che ne hanno cagionato la consistenza;
se non ritenga di adottare sistemi di vigilanza più efficienti, al fine di assicurare che gli alloggi appartenenti alla difesa vengano assegnati secondo requisiti di legge.