Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06159

Atto n. 4-06159

Pubblicato il 21 luglio 2016, nella seduta n. 665

RAZZI , GASPARRI , SERAFINI , FLORIS , SCOMA , MINZOLINI , SCIASCIA , DE SIANO , MALAN , MANDELLI , CALIENDO , SCILIPOTI ISGRO' , VILLARI , AMIDEI , RIZZOTTI , CERONI , BERTACCO , ALICATA - Ai Ministri dell'economia e delle finanze, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei beni e delle attività culturali e del turismo. -

Premesso che:

la direttiva 2006/123/CE sulla libera circolazione dei servizi, cosiddetta direttiva Bolkestein, reca la disciplina delle concessioni demaniali marittime italiane, assoggettandole a gare ad evidenza pubblica;

assoggettarle alla direttiva significherebbe concedere l'opportunità anche alle multinazionali estere di accedere al mercato turistico interno, a discapito di coloro che, negli anni e a livello familiare, hanno investito in un settore di primaria importanza per l'economia italiana;

la Spagna ed il Portogallo, Paesi facenti parte dell'Unione europea che non detengono le nostre eccellenze territoriali e locali, allo scopo di tutelare delle proprie aziende per la salvaguardia ai fini occupazionali, economici, sociali e culturali, hanno negoziato con la Commissione UE la proroga delle concessioni demaniali marittime turistico-ricreative in essere per un periodo, rispettivamente, di 30 e 75 anni;

l'Unione, in tale maniera, ha agito in maniera discriminatoria ed ha imposto delle condotte contrarie sia al buonsenso, sia agli interessi nazionali e locali, ignorando le prerogative intrinseche del nostro Paese;

da notizie in possesso degli interroganti, i detentori di concessioni balneari italiane si sono sempre prodigati ad investire nelle strutture poste sulle nostre coste, per offrire il massimo delle possibilità e del comfort ai villeggianti;

il danno che si paleserebbe con l'apertura a gare è incalcolabile e, oltre a rappresentare una vera e propria svendita delle strutture turistiche più belle ed accoglienti d'Europa, metterebbe sul lastrico una moltitudine di imprese familiari che, ancor'oggi, vivono del frutto del proprio lavoro e creano stagionalmente occupazione;

inoltre, il codice della navigazione italiana, di cui al regio decreto n. 327 del 1942, accordava, in caso di rinnovo della concessione, una preferenza per il concessionario esistente. Tale possibilità non è più adottabile, dopo l'apertura di un procedimento di infrazione da parte della Commissione europea e, con leggi approvate dal 2009 al 2012, l'Italia ha ammesso la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, sino al 31 dicembre 2020;

considerato che:

il 1° firmatario della presente interrogazione, per quanto concerne l'annosa questione dei concessionari balneari, ha sottoscritto la mozione 1-00539, presentata dal Gruppo parlamentare Forza Italia, sostenendo fermamente la tesi ivi contenuta nel corso dell'esame nelle sedute n. 641 e n. 642 dell'Assemblea del 21 e 22 giugno 2016;

il Governo, in tale circostanza, per tramite del vice ministro dell'economia e delle finanze Enrico Zanetti, non ha voluto prendersi delle vere responsabilità per sostenere l'Italia a livello europeo proponendo, relativamente alla mozione 1-00539, la seguente riformulazione di due parti dispositive: "a verificare con la Commissione europea le implicazioni delle specificità del regime delle concessioni demaniali marittime in Italia, in rapporto con quanto avviene negli altri Paesi europei" e "a prevedere un adeguato periodo transitorio che accompagni le concessioni demaniali marittime turistico-ricreative in essere verso la piena applicazione della nuova disciplina, ai fini della tutela delle proprie aziende e delle relative ricadute occupazionali, economiche, sociali e culturali";

in seguito a ciò, il sen. Gasparri ha replicato in dichiarazione di voto: "credo si debba ristabilire un po' di verità sulla questione dei balneari. Noi non accettiamo la riformulazione, perché riteniamo che la proroga per queste attività debba avere un tempo definito che abbiamo ipotizzato in trent'anni, ma il Governo si è dichiarato contrario, preferendo formule fumose che altri hanno accettato" e ancora "Zanetti ha espresso un parere, anzi si è sforzato perché ha detto no ai trent'anni e ha parlato di un termine congruo. L'altro giorno ha rilasciato un'intervista a Radio 24 in cui ha massacrato le imprese balneari. In base a principi astratti, da lui sostenuti, ha manifestato l'intenzione di chiudere tutto e di indire gare per tutti. Ma queste aziende sono un pezzo d'Italia e di economia italiana che deve pagare le giuste concessioni - se paga poco paghi di più - e che deve consentire l'accesso al mare anche a chi non paga niente (non ci devono essere muri e barriere) ma non deve essere massacrato o preso in giro come state per fare oggi votando mozioni, che noi non avalleremo, contenenti termini abbastanza generici";

la mozione, in seguito al voto dell'Assemblea, è stata respinta, con 60 voti favorevoli, 145 contrari e 5 astenuti, perciò, con la presente interrogazione, si auspica di suscitare una nuova riflessione da parte dell'Esecutivo, volta a considerare come la direttiva Bolkestein stia gravemente danneggiando le aziende balneari esistenti nel nostro Paese e come stia gettando sul lastrico i circa 600.000 addetti ai lavori;

a giudizio degli interroganti, risulterebbe essenziale intervenire celermente, e senza titubanze, nel correggere l'orientamento lesivo degli interessi aziendali e turistici, evitando di generare danni economici irreversibili e difficilmente quantificabili anche in termini di disoccupazione,

si chiede di sapere:

quali orientamenti i Ministri in indirizzo intendano esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative vogliano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per porre rimedio all'annosa questione delle concessioni balneari italiane, alla luce della direttiva 2006/123/CE (cosiddetta Bolkestein) e dell'impossibilità, da parte del nostro Paese, di procedere con il sistema delle proroghe, in quanto a rischio di apertura di procedimento di infrazione;

se non ritengano, ciascuno per le proprie competenze, di dover intervenire immediatamente, e senza titubanze, nel correggere l'orientamento lesivo degli interessi aziendali e turistici, evitando in tal modo danni economici irreversibili per il nostro Paese;

se il Ministro dell'economia e delle finanze non ritenga di dover emanare un provvedimento correttivo delle imposte di concessione balneare, al fine di dare continuità di gestione alle aziende attualmente gestrici degli stabilimenti;

se il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, considerate le bellezze architettoniche e le eccellenze territoriali del nostro Paese, non intenda assumere iniziative volte a tutelare le aziende a conduzione familiare che gestiscono le strutture turistiche più belle ed accoglienti d'Europa;

se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, alla luce della possibilità dell'apertura di gare ad evidenza pubblica e della conseguente opportunità da parte delle multinazionali estere di accedere al mercato turistico interno, non tema che queste ultime possano procedere ad un intenso sfruttamento delle nostre coste e del mare.