Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06074

Atto n. 4-06074

Pubblicato il 7 luglio 2016, nella seduta n. 657

GASPARRI , MALAN - Al Ministro dell'interno. -

Premesso che, secondo quanto risulta all'interrogante:

in data 25 maggio 2012, il Consiglio comunale di Rivarolo Canavese (Torino), a seguito di relazione ed iniziativa inoltrata al Ministro dell'interno pro tempore, prefetto Annamaria Cancellieri, è stato sciolto per sospette infiltrazioni mafiose;

il ministro Cancellieri, di conseguenza, ha inviato presso il Comune piemontese una commissione ispettiva composta da Raffaele Ruberto, Giuseppe Zarcone (entrambi funzionari della Prefettura di Torino) e Antonio Bagnato (ufficiale dei Carabinieri) a seguito di un'inchiesta della Procura di Torino che aveva condotto ad un'indagine sul segretario comunale, dottor Antonino Battaglia, per un presunto reato di voto di scambio politico-mafioso avvenuto 3 anni prima, a 50 chilometri dal medesimo centro abitato;

in seguito alle ispezioni è emerso che: nessun membro del Consiglio comunale è mai stato indagato per reati di tipo mafioso o collegati ad ambienti mafiosi; alcun atto adottato dallo stesso Comune è mai stato considerato illegittimo o illecitamente adottato; nessuna procedura per l'aggiudicazione di appalti, forniture o qualsivoglia intervento di tipo economico è mai stata messa in discussione; nessuna impresa, professionista o società che non fosse dotata di regolare certificazione antimafia ha mai lavorato o avuto relazioni con l'amministrazione di Rivarolo Canavese;

inoltre, le certificazioni antimafia di quanti hanno partecipato ad appalti, gare e concorsi sono state rilasciate dal Ministero attraverso gli uffici e le alte dirigenze della stessa Prefettura di Torino, che ha inviato l'ispezione;

nessun interesse di società, persone o professionisti coinvolti in reati di mafia sono stati considerati o addirittura agevolati da alcun atto o iniziativa dell'allora amministrazione di Rivarolo Canavese;

da notizie in possesso dell'interrogante, i commissari incaricati di amministrare il Comune, a seguito dello scioglimento, non hanno annullato contratti e appalti con nessuna delle aziende e dei professionisti con cui lo stesso Comune aveva precedentemente lavorato, nonché, a seguito di valutazioni coi legali di fiducia, i medesimi commissari non hanno ritenuto di avere elementi utili per far costituire il Comune quale parte civile nel processo di mafia che si stava per celebrare presso il Tribunale di Torino;

a seguito dell'indagine citata, sono stati coinvolti amministratori e sindaci di altri Comuni che non sono stati però sottoposti ad ispezione da parte della Prefettura o, comunque, le stesse amministrazioni non sono state sciolte, nonostante fossero in corso indagini per associazione esterna mafiosa (ad esempio, il Comune di Chivasso);

l'allora segretario comunale di Rivarolo, dottor Battaglia, nel corso del procedimento giudiziario è stato assolto da ogni implicazione di tipo mafioso e la Corte di cassazione ne ha derubricato il reato a semplice illecito elettorale, rinviando alla Corte d'appello la determinazione di una pena destinata ad essere prescritta per tempi e modalità;

considerato che:

gli ispettori che hanno verificato gli atti e le attività dell'amministrazione comunale non potevano non aver accertato l'inesistenza di alcun tipo di contiguità tra l'attività amministrativa e interessi mafiosi, peraltro mai sorti nel territorio comunale;

in situazioni assai più compromesse, quale ad esempio quella che recentemente ha colpito il Comune di Roma, non si è provveduto allo scioglimento del Consiglio comunale nonostante le paventate connessioni tra gli interessi di ambienti mafiosi e le attività amministrative della capitale del nostro Paese;

a giudizio dell'interrogante l'evidente superficialità con la quale il Ministro pro tempore ha proceduto a sciogliere il Consiglio comunale di Rivarolo Canavese ha cagionato un ingiustificato danno all'immagine della città medesima e di tutto il suo hinterland;

a giudizio dell'interrogante, la situazione che ha visto coinvolto il Comune piemontese è grave e necessita di chiarimenti, in modo che situazioni simili non si verifichino nuovamente,

si chiede di sapere:

quali orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per fornire chiarimenti su quanto accaduto nel comune di Rivarolo Canavese nel 2012;

se non ritenga necessario dover chiarire le ragioni in base alle quali è stato adottato un provvedimento a giudizio dell'interrogante esageratamente ingiusto, privo di ogni sostenibilità e sperequato rispetto agli standard ed agli obblighi relativi all'adozione di tali provvedimenti nei confronti del Comune piemontese;

se, al fine di intensificare il contrasto alle mafie e a tutte le associazioni criminali, non intenda adottare le opportune iniziative volte a impedire che tali gravi errori possano ripetersi in futuro, nel corso delle varie operazioni di portata simile nei Comuni della Repubblica italiana;

se non voglia inoltrare le scuse ufficiali, per quanto descritto, al Comune di Rivarolo Canavese ed ai suoi cittadini.