Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06023
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Atto n. 4-06023
Pubblicato il 28 giugno 2016, nella seduta n. 648
SONEGO - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
il trasporto pubblico locale (TPL) è da sempre un settore scarsamente aperto al mercato, e solo recentemente tale situazione sta cambiando con un timido avvio di modalità concorsuali nell'assegnazione dello svolgimento del servizio e tuttavia il settore rimane ancora scarsamente aperto alla competizione;
in tale quadro la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia è un'eccezione, avendo inaugurato, sin dal 1997, con la legge regionale n. 20, con professionalità, successo e assenza di contenziosi, pur in presenza di diversi offerenti, la stagione delle aggiudicazioni del servizio di TPL su gomma, a seguito di procedura di gara europea;
proseguendo tale esperienza, la Regione ha successivamente bandito una nuova gara per riassegnare, sempre con procedura concorsuale, il servizio gomma sulla base di un unico ambito regionale di gestione, ma in tale contesto ha subito la notevole conflittualità del raggruppamento di imprese BUSITALIA-SITA NORD E AUTOGUIDOVIE;
tale conflittualità (un'istanza in Regione per azione di autotutela, 3 ricorsi ad authority tra ART, Autorità di regolazione dei trasporti, e Autorità garante della concorrenza e del mercato, 4 tra ricorsi ed istanze al TAR e al Consiglio di Stato) si è manifestata in modo reiterato, prolungato e particolarmente aggressivo, in ogni sede possibile, dal 7 novembre 2014 per concludersi, a quanto sembra, il 21 marzo 2016, con la presentazione dell'offerta del raggruppamento;
il raggruppamento è riconducibile al gruppo di Stato FSI, in quanto la società capofila è BUSITALIA, controllata al 100 per cento da FSI;
le società del raggruppamento, non disponendo di tutti i requisiti di gara, si sono avvalse (ricorrendo all'istituto dell'avvalimento) dei requisiti di una ulteriore società del gruppo di Stato FSI, in modo tale che il raggruppamento, proprio per le ragioni descritte, impegna sino in fondo, con la sua condotta, il gruppo FSI e la sua immagine, nonché lo Stato stesso;
l'ingegner Renato Mazzoncini, attuale amministratore delegato di FSI, è stato amministratore delegato di Busitalia, durante il menzionato conflitto tra il raggruppamento e la Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia;
sulla base di quanto indicato, chi ha esercitato la menzionata conflittuale azione nei confronti della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia è di fatto il gruppo di Stato FSI;
premesso inoltre che a quanto risulta all'interrogante:
più recentemente, il 3 marzo 2016, la Regione Toscana ha assegnato ad Autolinee Toscane SpA (gruppo Ratp) l'affidamento in concessione dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma per il lotto unico regionale toscano;
anche in questo caso il gruppo di Stato FSI, che gareggiava tramite la partecipazione al consorzio MOBIT, ha deciso di impugnare la gara ritenendosi danneggiato dalla decisione della Regione;
lo scorso 8 giugno, stando alle cronache riportate da diversi organi di stampa, l'amministratore delegato di FSI, Mazzoncini, avrebbe duramente e a giudizio dell'interrogante inappropriatamente attaccato la Regione Toscana e il suo presidente affermando: "La gara? Rossi ne parla dal 2010. Il risultato ad oggi per i cittadini è zero, mentre quando il Comune ha fatto la gara per Ataf in tre anni il risultato lo vediamo qua nel piazzale. Questi sono fatti, quelle sono parole";
a tali affermazioni avrebbe risposto l'assessore regionale ai trasporti dichiarando: "Vorrei ricordare all'ingegner Mazzoncini che in Toscana la gara unica regionale per l'affidamento del trasporto su gomma è stata fatta e portata a termine, contrariamente a quanto accaduto in altre regioni italiane, nonostante i tanti "nemici" incontrati lungo il complesso percorso preparatorio. Tutti i rallentamenti successivi all'aggiudicazione definitiva dello scorso marzo - ha proseguito Ceccarelli - sono conseguenza del ricorso presentato dal consorzio Mobit, di cui Busitalia è parte. Per quanto riguarda parole e fatti, se i fatti si misurano con i nuovi bus messi in campo, allora bisogna dire che dei 135 bus che Ataf Gestioni ha messo al servizio di Firenze, 86 sono stati cofinanziati al 55% dalla Regione, compresi 6 di quelli presentati questa mattina, in assenza della Regione che non era stata invitata a partecipare. Questo testimonia il fatto che la Regione, in questi ultimi anni, non solo non ha bloccato il trasporto pubblico, come dice Mazzoncini, ma lo ha reso possibile, mettendo centinaia di milioni di euro tratti dal proprio bilancio, per far fronte ai minori trasferimenti statali. In più, ha cofinanziato l'acquisto di circa 400 bus nuovi per le aziende toscane e, nel frattempo, ha dato gambe ad una gara, unica nel suo genere in Italia e forse in Europa, per migliorare la qualità del servizio, dare stabilità al settore e completare il rinnovamento del parco bus con altri 2.100 nuovi mezzi che dovrà acquistare il futuro gestore. Mi immagino che se la gara fosse stata aggiudicata a Mobit oggi avremmo letto altre parole. Mi auguro solo che l'ad di Fs sappia affrontare con maggiore fair play le future gare per il trasporto pubblico su ferrovia che lo attendono. Magari con l'intervento dell'Autorithy dei trasporti, che renda obbligatoria la messa a disposizione del materiale rotabile e delle infrastrutture a servizio, in modo tale da superare l'attuale condizione di quasi monopolio a favore di Trenitalia";
in data 23 giugno 2016 l'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato ha reso noto, con proprio comunicato, di avere avviato un'istruttoria nei confronti di Busitalia Veneto, Busitalia Sita Nord e APS Holding, per accertare eventuali condotte abusive nel mercato dei servizi di trasporto pubblico locale nella provincia di Padova;
l'istruttoria, nata da una denuncia della Provincia di Padova, "riguarda in primo luogo un'ipotesi di abuso di posizione dominante che le tre società avrebbero posto in essere in violazione dell'articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE): questo comportamento consisteva nel ritardare od omettere l'invio di informazioni e dati all'Ente di Governo del bacino di TPL di Padova, indispensabili a completare gli elaborati per l'affidamento dei servizi, impedendo così di indire le gare nei tempi previsti rispettando i principi concorrenziali";
"L'Antitrust ha avviato contestualmente un procedimento cautelare ai sensi dell'articolo 14-bis della legge 287/90. La condotta oggetto dell'istruttoria ha già impedito infatti di concludere una gara entro il termine fissato al 31 dicembre 2016 e, se mantenuta nel tempo, avrebbe l'effetto di ritardarne sine die lo svolgimento ostacolando quindi l'apertura di questo mercato alla concorrenza";
"Alle società Busitalia Veneto, Busitalia Sita Nord e APS Holding, è stata contestata un'ulteriore condotta abusiva, in violazione dell'art. 3 della legge n. 287/90: e cioè la pratica di minacciare la disattivazione del servizio di acquisto di biglietti venduti tramite il canale elettronico (i cosiddetti ticket SMS) per il trasporto extraurbano, ove la Provincia di Padova non autorizzi gli aumenti di prezzo richiesti";
premesso infine che a parere dell'interrogante:
la condotta aggressiva e litigiosa di Busitalia e quindi, per le ragioni riportate ed ampiamente motivate, di FSI avverso le gare delle Regioni, potrebbe sembrare la reazione contro una persecuzione, un pregiudizio politico o di altra natura;
non risulta invece che la Regione Friuli-Venezia Giulia, la Regione Toscana, la Regione Veneto abbiano alcuna ostilità nei confronti di FSI e delle sue controllate o partecipate,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che il nuovo management del gruppo FSI abbia un rapporto molto difficile, se non conflittuale, con la politica delle gare e la scelta della competizione di mercato;
se non ritenga che tale atteggiamento costituisca un danno per il sistema Paese, considerato il ruolo del gruppo FSI nel contesto nazionale ed internazionale;
se non ritenga inoltre che la condotta dell'amministratore delegato di FSI sia censurabile, in quanto non confacente al vertice di un'azienda di Stato l'attacco ad una istituzione della Repubblica, come verificatosi nel caso della Regione Toscana;
se non ritenga infine che, per quanto citato ed in particolare per il coinvolgimento diretto del gruppo statale FSI, lo Stato finisca per manifestare un profilo di ostilità nei confronti del mercato e della politica delle gare.