Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02961

Atto n. 3-02961

Pubblicato il 23 giugno 2016, nella seduta n. 645

MIRABELLI , ROMANO - Ai Ministri per gli affari regionali e le autonomie, dell'interno, della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali. -

Premesso che:

la legge regionale della Campania 5 aprile 2016, n. 6, "Prime misure per la razionalizzazione della spesa e il rilancio dell'economia campana", al comma 3 dell'art.22 rubricato "Misure in materia sanitaria", dispone: «Alla luce delle risultanze delle analisi sull'incremento delle patologie tumorali in una zona della Regione Campania svolte, ai sensi dell'articolo 1, comma 1bis della legge 6/2014, dall'Istituto Superiore di Sanità, la struttura amministrativa competente in materia di salute e sicurezza alimentare della Regione Campania, in raccordo con le A.S.L. e le A.O. dei territori interessati, entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, attiva, esclusivamente sulla base degli indirizzi del Commissario di governo per la prosecuzione del Piano di rientro dal disavanzo del Settore sanitario, i percorsi previsti dalla legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica) per gli Accordi di Programma Quadro, affinché la Regione Campania d'intesa con il Governo ed i Comuni interessati definisca idonee, legittime e concrete risposte ai bisogni dei territori coinvolti prevedendo, per quanto possibile, l'istituzione di un "Polo Oncologico Pluri-Territoriale" con la riallocazione dell'Ospedale "Sant'Alfonso Maria dei Liguori" di Sant'Agata dei Goti (BN), la rinaturalizzazione delle Aree Agricole a Rischio Ambientale, il riconoscimento di un marchio di Sanità Regionale per la tutela delle produzioni agro-zootecniche-alimentari e del pescato. Resta fermo che, per l'intera durata della gestione commissariale per la prosecuzione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, le attività di cui al presente comma, sono esercitate esclusivamente nell'osservanza delle disposizioni impartite dal Commissario ad acta»;

l'accordo di programma quadro richiamato, così come previsto dall'art 2, comma 203, della legge n. 662 del 1996: a) è uno dei principali strumenti di programmazione negoziata; b) rappresenta il quadro di riferimento per definire le scelte strategiche, i settori e gli interventi prioritari per affrontare e risolvere le complesse problematiche dei territori, con soluzioni adeguate e condivise; c) prevede le attività e gli interventi da realizzare con tempi e modalità di attuazione, i soggetti responsabili e relativi impegni, le risorse finanziarie da utilizzare a valere su stanziamenti pubblici o su finanziamenti privati;

per tale motivo, la stessa Camera dei deputati, con ordine del giorno 9/03119-A/011 del 18 febbraio 2016, ha impegnato il Governo a «fare attivare un "Accordo di Programma Quadro" (…) tra il Dipartimento della Salute e della Sicurezza Alimentare della Regione Campania, le Aziende Sanitarie Locali, le Aziende Ospedaliere dei territori interessati ed i comuni della Terra dei Fuochi, il quale preveda specifiche azioni capaci di meglio tutelare la salute e lo sviluppo delle aree interessate»;

l'utilizzo del predetto strumento è stato condiviso con atti formali da una serie di soggetti pubblici ed in particolare dai Comuni di Caserta e di Aversa, dalle Provincie di Napoli, Caserta e Benevento, dalle aziende sanitarie locali e dalle aziende ospedaliere di Caserta e Benevento, dai vescovi e dalle diocesi di Caserta, Benevento, Aversa, Capua, Acerra e di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata dei Goti, che, tutti, hanno chiesto di procedere all'attuazione di specifiche progettualità e, in particolare: alla realizzazione del previsto "polo oncologico pluri-territoriale" con la riallocazione dell'ospedale "Sant'Alfonso Maria dei Liguori" di Sant'Agata dei Goti; b) la "rinaturalizzazione delle aree agricole a rischio ambientale"; c) il riconoscimento di un marchio di sanità territoriale per la tutela delle produzioni agro-zootecniche-alimentari e del pescato;

la valenza socio-sanitaria e programmatica della norma di cui alla legge regionale è stata accolta con grande entusiasmo e con rinnovata speranza, in particolare dalle numerosissime famiglie campane che vivono il dramma quotidiano della malattia e della sofferenza;

tale valenza è ancor più evidente in quanto inscindibilmente connessa alla drammatica situazione venutasi a creare, in particolare, nei territori della "terra dei fuochi" ed in generale nell'intera regione, dove il numero di morti per tumori registra un incremento esponenziale rispetto alle medie nazionali di riferimento;

tale dato è posto in risalto dallo stesso decreto n.33 del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario della Regione Campania;

infatti, al punto "10.6 - LA RETE ONCOLOGICA" del "piano regionale di programmazione della rete ospedaliera", approvato con il citato decreto n. 33 del 17 maggio 2016, il commissario ad acta scrive: «In Campania, sulla base dei dati epidemiologici forniti dalla Banca dati "I tumori in Italia" (…) si stima un'incidenza di neoplasie maligne per l'anno 2010 (dato più recente) di 398/100.000 nuovi casi per il sesso maschile, a fronte di una media nazionale di 336/100.000 e 265/100.000 per il sesso femminile, dato in linea con la media nazionale. Il tasso di mortalità si discosta decisamente dalla media nazionale di 173/100.000 per gli uomini e 94/100.000 per le donne, attestandosi su 231/100.000 per i primi e 103/100.000 per le seconde», affermando, di conseguenza, «come sia diventato non più procrastinabile costruire per questa Regione la Rete Oncologica, in tutto il suo sistema di rete complessa, multidisciplinare, multipresidiale, a più livelli e con forti integrazioni, basato sul concetto ormai universale della presa in carico globale del paziente, finalmente tutelato nel percorso di diagnosi e cura da PDTA regionali, sostenuti da Evidenze Scientifiche, e assistito in setting di cura predeterminati che consentano il massimo dell'appropriatezza ed il massimo della qualità»;

il decreto n. 30 del 28 aprile 2016, pubblicato sul Bollettino ufficiale Regione Campania n. 27 del 2 maggio 2016, con il quale il citato commissario, contrariamente a quanto da lui stesso rilevato al citato punto 10.6 del piano ospedaliero, ha stabilito «di PROPORRE la rimozione del comma 3, dell'art. 22 della legge regionale n.6/2016» e, contestualmente, ha disposto «la sospensione dell'efficacia dei provvedimenti assunti in forza delle disposizioni della legge regionale n. 6/2016 individuate come contrastanti con il Piano di Rientro, sino alla necessaria modifica o abrogazione ad opera dei competenti organi regionali»;

a giudizio dell'interrogante il commissario ad acta, utilizzando la via amministrativa, ha di fatto rimosso la norma di una legge regionale, eccedendo nei propri poteri, pure se questa non incide in alcun modo sui conti del Servizio sanitario regionale, trattandosi di atto programmatorio;

sulla questione e sulla condotta del commissario ad acta molto critica è stata la posizione assunta dagli stessi sindacati della dirigenza medica, uniti in un fronte comune che rappresenta gli oltre 50.000 camici bianchi, dai sindacati del comparto, riunitisi il 20 maggio 2016 presso la sede vescovile della diocesi di Aversa (cuore della terra dei fuochi), costituita da ben oltre 500.000 abitanti e da diversi comuni della provincia di Caserta e della città metropolitana di Napoli;

i sindacati della sanità e del lavoro, congiuntamente ai Comuni maggiormente interessati, hanno già dato mandato ai rispettivi legali di procedere all'impugnativa del decreto n. 30 del 28 aprile 2016 con il quale si assume, in maniera a giudizio dell'interrogante palesemente illegittima ed infondata, che la norma del legislatore regionale si pone in contrasto con il piano di rientro del settore sanitario della Regione Campania;

numerosi sono i Comuni che hanno attivato le procedure per impugnare il decreto, in particolare i Comuni di: Sant'Agata dei Goti con la delibera di Giunta n. 78 del 16/05/2016, e di Cancello ed Arnone con la delibera di Giunta N. 43 del 1° giugno 2016, con oggetto:"Comma 3 dell'Art.22 della L.R. 05.04.2016 N. 6; Opposizione al Decreto N°30 del 28 Aprile 2016 del Commissario ad Acta per la Sanità della Regione Campania, pubblicato sul BURC N°27 del 02 Maggio 2016";

il Consiglio dei ministri, il 31 maggio 2016, ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale taluni provvedimenti normativi, inseriti nella legge regionale n.6 del 5 maggio 2016, tra cui non risulta il citato comma 3 dell'articolo 22 della legge regionale n. 6/2016 che prevede la definizione di un accordo di programma quadro tra Governo, la Regione Campania ed i Comuni, e, tale assenza può essere interpretata come la conferma e la piena legittimità della norma richiamata,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione e delle problematiche descritte;

quali valutazioni esprimano in merito al comportamento del commissario ad acta che di fatto ha cancellato la volontà espressa dal Consiglio regionale che, con il comma 3 dell'art. 22 della legge regionale n. 6 del 2016, intendeva così dare soluzione alle nuove e vecchie emergenze dei territori dell'area definita "terra dei fuochi";

quali iniziative intendano assumere, per dare risposte immediate e concrete alle comunità campane, alle loro paure ed alle loro speranze;

se, a fronte della piena legittimità e vigenza dell'art. 22, comma 3, della legge regionale n. 6 del 2016, intenda sostenere la realizzazione di un accordo di programma quadro tra Governo, Regione e Comuni;

in quanto tempo il Governo intenda procedere all'attuazione del citato ordine del giorno 9/3119-A011 approvato dalla Camera dei deputati in Assemblea il 18 febbraio 2016;

se intendano intervenire tempestivamente con l'attivazione di uno specifico "tavolo di confronto" per un accordo di programma quadro nel senso sopra richiamato, tra i rappresentanti del Governo, della Regione Campania e dei Comuni.