Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01445
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Atto n. 3-01445
Pubblicato il 24 febbraio 2004
Seduta n. 545
BATTISTI, MONTINO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro delle attività produttive. -
Premesso:
che da tre anni è in corso un duro confronto sulla proposta di riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord (2640 Mw) che vede schierati, da una parte, l'ENEL-Produzione Spa e, dall'altra, le popolazioni dell'intero comprensorio della Tuscia meridionale gravate della presenza di quattro centrali, una delle quali è stata dismessa alcuni anni fa;
che le ragioni del progetto di riconversione sono, per dichiarazione dell'Enel nella persona dell'amministratore Scaroni, la diversificazione in campo nazionale dei combustibili e la particolare utilità del carbone nelle grandi centrali per abbassare i costi delle tariffe;
che tuttavia su 62 nuovi progetti presentati in campo nazionale per nuove centrali a seguito del decreto "sblocca- centrali" soltanto quello relativo alla centrale di Civitavecchia prevede l'utilizzo del carbone;
che le ragioni delle popolazioni scaturiscono dall'esperienza di affezioni delle vie respiratorie, di carcinomi, di leucemie ormai con incidenza nettamente superiore alle medie nazionali, come confermato dai nosocomi di Roma e provincia;
che la diurna presenza di servitù energetiche consiglierebbe quanto meno un attento monitoraggio preventivo delle condizioni dell'aria, delle falde acquifere, del terreno che ospita produzioni agricole rilevanti per quantità e qualità, monitoraggio che non è stato fatto;
che proprio per tali considerazioni il tavolo ambiente delle forze di opposizione ha recentemente espresso parere negativo nei confronti del decreto governativo che autorizza l'Enel Produzione Spa a procedere alla riconversione in parola;
considerato:
che nei comuni di Civitavecchia e Tarquinia si sono celebrate consultazioni popolari con esito largamente maggioritario (superiore al 84%) contro il progetto di riconversione a carbone della centrale, consultazioni alle quali non si è inteso riconoscere valore formale;
che il Sindaco, la Giunta e la maggioranza consiliare di Civitavecchia, dopo aver espresso un primo parere negativo, hanno tuttavia ribaltato il proprio parere a distanza di due mesi ed hanno formalizzato il proprio assenso il 25 marzo 2003 per la semplice promessa da parte dell'Enel di ridurre la taglia della centrale da quattro gruppi a tre gruppi;
che tuttavia il predetto assenso è stato pronunciato frettolosamente stante la richiesta di referendum popolare sostenuta da quattromila firme (il regolamento comunale ne richiede duemila) e anticipando sia le decisioni finali della Conferenza dei servizi sia la valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte del Ministero competente;
che la contrarietà popolare espressa ne è uscita pesantemente penalizzata provocando sdegno tra i cittadini di Civitavecchia e la reazione delle popolazioni del comprensorio;
che tutti i Comuni del comprensorio e la Provincia di Roma e di Viterbo hanno per parte loro formalizzato un parere negativo al progetto in questione, dal momento che ne risulterebbero compromessi la salute, lo stato dell'ambiente, l'economia;
che il 31 gennaio 2004 è stata proclamata ed è tuttora in atto una generale mobilitazione delle popolazioni e di quasi tutte le organizzazioni economiche e sociali, mobilitazione sostenuta da forze politiche e Amministrazioni locali di entrmbi gli schieramenti;
che i cittadini mobilitati sono in Assemblea popolare permanente nell'Aula consiliare del Comune di Civitavecchia;
che la reazione del Sindaco e della Giunta di Civitavecchia è intesa a reprimere manifestazioni di dissenso chiedendo anche l'intervento delle forze di polizia;
che al termine della manifestazione del 31 gennaio, che ha visto la partecipazione di oltre tremila persone, una consistente parte di manifestanti (cittadini di tutte le età) hanno trasferito la protesta nella locale stazione ferroviaria occupando pacificamente i binari per un'ora previa intesa informale con le forze dell'ordine;
che tuttavia la questura di Roma ha provveduto a formalizzare denuncia nei confronti di 14 manifestanti malgrado i comportamenti individuali siano stati tutti informati a civile espressione di dissenso,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga di convenire sull'opportunità di sospendere la validità del decreto che autorizza la riconversione a combustione di carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord, situata a soli due chilometri dalla città, e di approfondire meglio le ragioni della contrarietà popolare;
se il Governo non ritenga di soppesare le scelte relative all'impianto di Civitavecchia per il quale si è deciso, con scelta del tutto solitaria, l'uso di un combustibile che altrove in Europa e nel mondo è progressivamente abbandonato preferendo la realizzazione di impianti a ciclo combinato a metano ed anzi orientandosi per consistenti investimenti per l’utilizzo di fonti rinnovabili e per la ricerca sulle celle combustibili.