Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02840
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Atto n. 3-02840 (in Commissione)
Pubblicato il 11 maggio 2016, nella seduta n. 623
CRIMI , ENDRIZZI , MORRA , PUGLIA , SERRA , PAGLINI , COTTI , GIARRUSSO , CASTALDI , MORONESE , DONNO , MARTON , AIROLA , SANTANGELO - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:
il 5 maggio 2016 si è tenuta avanti il Tribunale di Brescia l'udienza del processo penale a carico di suor Rosalina Ravasio, fondatrice della comunità di recupero di tossicodipendenti "Shalom", e di altri 42 imputati, tutti accusati di maltrattamenti e sequestro di persona all'interno della struttura di Palazzolo sull'Oglio (Brescia). Tra i 36 accusatori, compare Gianmarco Buonanno, figlio dell'attuale procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno;
risulta, altresì, agli interroganti che il procuratore capo di Brescia Buonanno sia stato indagato, unitamente all'avvocato Silvia Mombelli, per il reato di cui agli artt. 110 e 605 del codice penale consumato in Palazzolo sull'Oglio, in data 1° marzo 2009 a danno di Gianmarco Buonanno. L'indagine a carico del procuratore capo Buonanno e dell'avvocato Mombelli, per un reato connesso nell'ambito della stessa vicenda, oggetto dell'odierno processo penale (rubricato nel fascicolo n. 7520/13 R.G. Mod. Unico n. 7813/13 R.G. G.I.P.), è stata archiviata su istanza del procuratore della Repubblica aggiunto Sandro Raimoni, con decreto motivato del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, Ciro Iacomino, in data 9 maggio 2013;
considerato che, a parere degli interroganti, le circostanze, in primis il ruolo rivestito dal dottor Tommaso Buonanno nella sua duplice veste di procuratore capo di Brescia, prima indagato ed oggi genitore di una delle persone offese, rischiano di frapporsi ad una ricostruzione dei fatti, per i quali si procede nel processo a carico di suor Rosalina Ravasio e degli altri 42 imputati, che possa essere oggettiva, neutra ed imparziale. Lo svolgimento del processo di primo grado a Brescia, avanti il giudice naturalmente competente per territorio, in questo caso, espone i suoi esiti, qualunque essi siano, ad un vizio opponibile in ogni stato e grado: ciò contro l'interesse di tutte le parti coinvolte, siano esse imputati o persone offese, e lo stesso interesse della collettività ad avere un processo giusto, come garantito dall'art. 111 della Costituzione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti;
se non ritenga doveroso attivare le opportune procedure ispettive e conoscitive di propria competenza previste dall'ordinamento, anche per prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento, al fine di verificare e garantire il corretto svolgimento del processo presso gli uffici giudiziari coinvolti.