Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05711

Atto n. 4-05711

Pubblicato il 27 aprile 2016, nella seduta n. 615

STEFANI - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

con precedente atto di sindacato ispettivo 4-05064, ancora senza risposta, l'interrogante ha approfonditamente esposto la grave emergenza in cui versa il territorio delle province di Vicenza, Verona e Padova, a causa della propagazione della contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) in diversi corpi idrici e nei punti di erogazione delle acque potabili; la contaminazione interessa in particolare la zona di Lonigo, Saregno, Brendola e Vicenza, per la presenza dei PFAS in falda e nei corsi d'acqua superficiali e nel sistema dei pozzi utilizzati per uso potabile;

la conferma del pericolo arriverebbe dai primi test effettuati dall'Istituto superiore della sanità, su disposizione della Regione Veneto, su un campione di 507 residenti; il report, con i primi esiti del biomonitoraggio, ha confermato la presenza massiccia di concentrazioni di PFAS nel sangue dei cittadini che vivono nella aree esposte, "significativamente superiori", fino a 6 volte, rispetto al resto della popolazione, causati dai quarantennali sversamenti di sostanze chimiche utilizzate nell'industria per rendere impermeabili tessuti e rivestimenti;

obiettivo della ricerca è stato quello di verificare la presenza eventuale nel sangue di 12 biomarcatori appartenenti alla famiglia dei PFAS. In particolare, i test sono stati concentrati su 2 biomarcatori che sono i più tossici e i più resistenti: PFOA e PFOS. Lo studio ha esaminato 507 persone: la metà residenti nella zona contaminata e l'altra no. I risultati confermerebbero che tali sostanze sono presenti in concentrazioni diverse: il gruppo guida, quello residente in zone non contaminate, era a quota 1-1,5 nanogrammo per grammo. Il gruppo degli esposti è stato diviso, a sua volta, in 2: quelli esposti (14 nanogrammo per grammo) e i super esposti (70 nanogrammo per grammo) di media, ma in realtà esistono anche casi con concentrazioni ben maggiori. Secondo le analisi della Regione Veneto, la principale fonte di inquinamento dei soggetti è l'acqua;

i PFAS, secondo le ricerche effettuate, possono causare colesterolo alto, ipertensione, alterazione dei livelli del glucosio, effetti sui reni, patologie della tiroide e, nei soggetti più esposti, tumore del testicolo e del rene. A rischio ci sarebbero 250.000 persone in Veneto, quelle che hanno bevuto spesso l'acqua del rubinetto, mentre le più esposte alla contaminazione nelle zone interessate in questo momento sarebbero 60.000;

si tratta di un'emergenza rimasta a lungo sotto traccia, tanto che le indagini sull'origine della contaminazione, iniziate nel 2013, in seguito ad un esposto dell'Arpa, sono rimaste ferme per 3 anni in Procura, a Vicenza. Secondo gli inquirenti, per contestare il reato di avvelenamento delle acque sarebbero stati necessari i risultati di uno studio epidemiologico;

la Regione ha fatto sapere di volere continuare gli esami iniziati, attraverso uno studio epidemiologico "della durata di 10 anni", partendo dalle 60.000 persone più esposte della provincia di Vicenza. Le analisi saranno effettuate a carico della sanità regionale e verranno estese a tutti i 250.000 cittadini dei comuni del veronese e del padovano coinvolti. Chi risulterà positivo agli esami verrà seguito con un protocollo di follow-up semestrale, a partire da gennaio 2017;

la Regione comunica, altresì, tramite i media, che sta approfondendo l'intera questione sul piano giuridico, per verificare ogni possibilità di ottenere il risarcimento dovuto a tutti coloro, istituzioni, enti, singoli cittadini, sui quali pesano già ingenti costi, che non sono ancora finiti;

nel precedente atto di sindacato ispettivo l'interrogante chiedeva ai Ministri in indirizzo risposte certe al problema e interventi specifici per bloccare le fonti di inquinamento, nonché per introdurre nel nostro ordinamento, con la massima urgenza, limiti massimi per i PFAS nelle acque potabili, e in particolare per i PFOA e PFOS, ai fini della tutela salute dei cittadini e della sicurezza della catena alimentare,

si chiede di sapere quali azioni concrete i Ministri in indirizzo intendano porre in atto per bloccare le fonti di inquinamento e per dare risposte certe alla popolazione veneta allarmata e, soprattutto, se intendano adottare iniziative urgenti per introdurre nel nostro ordinamento limiti massimi per i PFAS nelle acque potabili, e in particolare per i PFOA e PFOS, ai fini della tutela salute dei cittadini e della sicurezza della catena alimentare.