Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02718
Azioni disponibili
Atto n. 3-02718 (in Commissione)
Pubblicato il 30 marzo 2016, nella seduta n. 600
MONTEVECCHI , LEZZI , BERTOROTTA , PUGLIA , SCIBONA , TAVERNA , LUCIDI , MORONESE , DONNO , SERRA , CAPPELLETTI , SANTANGELO , MORRA , GIARRUSSO - Ai Ministri dei beni e delle attività culturali e del turismo e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
il 15 marzo 2016 si è aperta a Cannes la più importante kermesse immobiliare del mondo; il Mipim (Marché international des professionnels de l'immobilier) vanta la presenza di 89 Paesi, 350 stand e 21.000 operatori del settore immobiliare;
tra i presenti alla manifestazione vi sono anche esponenti del nostro Paese, privati e pubblici, che utilizzano la visibilità della fiera per cercare di "fare cassa", mettendo in vendita i "tesori di famiglia" quali un faro, un castello, un'ex caserma, eccetera;
gli operatori pubblici del settore immobiliare hanno deciso di presenziare al Mipim, complice anche la condizione economica del nostro Paese, al fine di promuovere la vendita degli immobili made in Italy;
l'Agenzia del demanio si presenta alla kermesse immobiliare con il suo direttore Roberto Reggi; Invimit (Investimenti immobiliari italiani) partecipa con il proprio amministratore delegato Elisabetta Spitz, che risulta essere l'unica vera habitué della manifestazione;
considerato che:
nel Documento di economia e finanza (DEF) del 2015, il Governo aveva previsto un incasso di circa 2 miliardi di euro dalla vendita dei beni immobili pubblici, mentre sono stati venduti beni immobili per circa 715 milioni di euro; a giudizio degli interroganti quindi, appare chiaro che il Governo stia pensando di fare cassa raddoppiando le vendite al fine di raggiungere le previsioni triennali del 2015-2017;
il conto generale dello Stato aggiornato al dicembre 2014, che comprende sia il demanio disponibile sia quello indisponibile, dunque anche i beni appartenenti al patrimonio artistico, ammonterebbe a circa 47.386 immobili, per un valore stimato pari a 59,7 miliardi di euro; tra i beni messi in vendita ci sarebbero anche luoghi di particolare pregio artistico, storico e culturale, ma che, dato lo stato di abbandono in cui si trovano, nessuno, neppure i Comuni e le Regioni ove essi sono situati, sono disponibili ad acquistarli;
considerato inoltre che:
in data 29 luglio 2015, durante l'audizione in 7a Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato, relativa all'indagine conoscitiva sulla mappa dell'abbandono dei luoghi culturali, l'ingegner Reggi riferiva che «Il patrimonio statale di interesse culturale gestito dall'Agenzia del demanio è oggetto costante di analisi e individuazione delle migliori forme di utilizzazione degli immobili, che in un'ottica di rigenerazione urbana, con un'azione congiunta con il Ministero della difesa, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, gli enti territoriali e in generale con le Amministrazioni interessate, faccia rivivere beni non utilizzati»;
il direttore precisava: «Con il progetto "Valore Paese" l'Agenzia promuove iniziative di sviluppo immobiliare che mirano ad incrementare il valore economico e sociale del patrimonio immobiliare dello Stato e degli Enti locali con una forte valenza strategica per lo sviluppo dei territori. In particolare, il progetto Valore Paese - Dimore è dedicato alla valorizzazione di beni di pregio, localizzati in aree strategiche da riutilizzare per finalità turistiche e culturali. Di recente, nell'ambito di Valore Paese - Dimore è stato avviato il progetto "Fari", iniziativa promossa in cooperazione con il Ministero della difesa, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministero dello sviluppo economico nonché con gli Enti territoriali interessati. Scopo principale del percorso di valorizzazione è sottrarre i fari al degrado in cui versano, avviarli a rigenerazione contribuendo ad attivare le economie locali a beneficio della cittadinanza»;
inoltre, l'ingegner Reggi ha ricordato che «Ad oggi, sono attivi 226 Tavoli Tecnici con i Comuni richiedenti e con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per definire i Programmi di valorizzazione con finalità culturali. Su un totale di 132 Programmi di valorizzazione presentati dagli Enti locali, si è arrivati all'approvazione di 87 programmi e l'iter di trasferimento si è concluso per 46 immobili, che sono stati devoluti definitivamente ai Comuni»;
considerato che:
l'indagine conoscitiva conferma che: «Ulteriori strumenti volti al recupero, riuso, valorizzazione e gestione efficiente del patrimonio immobiliare pubblico, che coinvolgono l'Agenzia del demanio, sono forniti dal decreto-legge n. 133 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164 (Sblocca Italia) (…). All'Agenzia del demanio è attribuito il compito di valutare e gestire le richieste delle Amministrazioni comunali; alle Amministrazioni invece è attribuito un ruolo attivo nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico attraverso la presentazione di proposte progettuali. I Comuni possono così stimolare operazioni di partenariato istituzionale, funzionali al soddisfacimento delle esigenze dei territori, sia in termini di riutilizzi per finalità di interesse pubblico (social housing), sia in termini di individuazione di nuove funzioni»;
inoltre, l'articolo 24 del decreto-legge n. 133 del 2014 fornisce ai cittadini strumenti di partecipazione per il recupero di immobili e aree inutilizzate e in generale per la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano previa definizione da parte dei Comuni dei criteri e delle condizioni di realizzazione degli interventi, inclusa l'esenzione per un periodo limitato per specifici tributi e per attività individuate in ragione dell'esercizio sussidiario posto in essere dai cittadini,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo intendano chiarire quali siano stati i criteri secondo i quali sono stati individuati beni immobili rispetto ad altri;
se non intendano valutare ipotesi alternative alla vendita, che consentano di lasciare alla pubblica fruizione luoghi di particolare pregio artistico, storico e culturale, avvalendosi anche del lavoro svolto nella 7a Commissione del Senato in relazione all'indagine conoscitiva "Mappa dell'abbandono dei luoghi culturali".