Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05467
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Atto n. 4-05467
Pubblicato il 15 marzo 2016, nella seduta n. 592
DE PIN - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. -
Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:
nel territorio dove anticamente sorgeva l'insediamento di Kaulonia (Monasterace, in provincia di Reggio Calabria) sono in corso dal 1998 degli scavi archeologici;
nell'estate 2013 venne scoperto il più grande mosaico ellenico dell'intera Magna Grecia, che si estende su una superficie di circa 30 metri quadrati, in uno dei pochi edifici termali greci rinvenuti nel Meridione;
il mosaico, raffigurante un drago, un rosone e 9 riquadri, è uno dei più grandi (probabilmente il più grande) risalente alla fine del IV secolo a.C. e facente parte di una struttura termale;
i colori del mosaico vanno dal bianco al rosso, all'azzurro intenso, al nero, e danno così vita ad una immagine che riporta nella storia e nella cultura magnogreca, tipica dell'intera zona;
si tratta, quindi, di una straordinaria scoperta di rilevante interesse scientifico e artistico/culturale, che è stata menzionata da molte testate nazionali e internazionali;
nel 2014 l'archeologo Francesco Cuteri denunciò il parziale crollo del tempio dorico di Kaulon e la preoccupazione di ulteriori crolli di muri e altari ed il conseguente cedimento dell'intero parco archeologico;
tali cedimenti sarebbero causati dal posizionamento del sito e dalla mancanza di accorgimenti tecnici. Anche l'intero mosaico sta lentamente sprofondando nel mar Ionio, una grave perdita per il patrimonio italiano;
considerato che:
dopo una prima tranche di 300.000 euro, stanziati a febbraio 2014 per un intervento di messa in sicurezza straordinario, a luglio 2014 è arrivato l'annuncio del finanziamento di altri 770.000 euro. Da allora, però, nulla è stato fatto. Infatti, dopo i primi crolli, sono stati realizzati solamente i lavori di messa in sicurezza di 150 metri nella zona del tempio;
la Direzione regionale per i beni culturali calabrese, dipendente dal Ministero, non ha ancora indetto la gara per l'aggiudicazione dell'appalto,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo, alla luce di quanto esposto, non intenda adoperarsi per un'azione più incisiva, a salvaguardia di quella che sarebbe una perdita di inestimabile valore, soprattutto dal momento che le risorse finanziarie sono state già stanziate e che l'unico intervento riguarda una copertura di pietre ingabbiate che mal si adatta all'intero contesto;
se non ritenga di dover intervenire urgentemente, considerando l'aggravio del procedimento burocratico, in quanto del sito rispondono i dirigenti del Ministero, mentre la tutela è stata sdoppiata tra i funzionari della Soprintendenza archeologica e i dirigenti del Parco, complicando così di molto i passaggi burocratici.