Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02670
Azioni disponibili
Atto n. 3-02670 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 10 marzo 2016, nella seduta n. 591
SCHIFANI - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
Poste Italiane è la più grande infrastruttura di servizi in Italia con capitale azionario a maggioranza pubblico. Grazie alla presenza capillare su tutto il territorio nazionale, ai forti investimenti in ambito tecnologico e al patrimonio di conoscenze rappresentato dai suoi circa 144.000 dipendenti, Poste Italiane ha assunto un ruolo centrale nel processo di crescita e modernizzazione del Paese;
Poste Italiane, da qualche tempo, ha avviato una profonda ristrutturazione aziendale, che ha portato ad una nuova rete organizzativa con effetti a macchia di leopardo, diversificati sul territorio nazionale, con esiti positivi in alcune regioni e gravi criticità in altre;
in merito alla Regione Siciliana, in particolare, il territorio insulare è stato diviso in 2 parti, senza rispettare ad avviso dell'interrogante alcun tipo di proporzione territoriale o demografica; infatti, da un lato, per la Sicilia occidentale, è stato preservato il centro meccanografico primario (CMP) di Palermo, dove arriva e si smista tutta la corrispondenza destinata alle città di Palermo, Trapani e Agrigento; dall'altro, per la parte orientale, è stato selezionato il centro meccanografico primario di Catania, dove arriva e si smista tutta la corrispondenza destinata alle città di Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Enna e Caltanissetta. Si prevedeva, inoltre, l'arrivo quotidiano della corrispondenza postale per via aerea presso gli aeroporti di Palermo e Catania;
anche la situazione attuale mostra una Sicilia spaccata in 2 zone disomogenee, comprendenti rispettivamente 6 provincie, per l'area orientale, e solo 3 per quella occidentale, delineate senza tener conto delle distanze chilometriche, del rispettivo personale impiegato o delle relative esigenze di commercializzazione del prodotto in arrivo ed in partenza;
a creare ulteriori disagi è sopraggiunta, il 5 ottobre 2015, la decisione dell'azienda di limitare l'arrivo della corrispondenza postale per via aerea al solo aeroporto di Catania; pertanto, lo smistamento della corrispondenza dalla città etnea verso Palermo, e di conseguenza verso Trapani e Agrigento, avviene esclusivamente attraverso il trasporto su gomme. Tale cambiamento logistico ha comportato notevoli ritardi nella consegna di tutti i prodotti spediti con il sistema " j+1" (ossia, la corrispondenza da recapitare entro il giorno successivo), che vengono ormai recapitati con 2 o 3 giorni di ritardo, causando comprensibili disagi all'utenza siciliana;
da febbraio 2016, sulla base del nuovo piano industriale di Poste Italiane SpA, il servizio recapito in Sicilia dovrà tener conto dei seguenti cambiamenti: la città di Palermo non rientra tra le grandi città d'Italia; a nessuna città siciliana viene riconosciuto lo status di area metropolitana; ogni portalettere vedrà raddoppiata la propria zona di recapito da servire a giorni alterni; ciò comporterà la chiusura del centro meccanografico primario di Palermo, con evidenti ripercussioni sulle piante organiche;
considerato che Palermo è la città siciliana che più di tutte ha subito le conseguenze negative del nuovo piano industriale; il capoluogo siciliano è la quinta città d'Italia per numero di abitanti ed ha tutte le caratteristiche essenziali, a partire dalla densità di popolazione, per essere considerata una realtà metropolitana. Non solo è sede dell'Assemblea regionale siciliana, e dei vari assessorati, ma anche di numerosi Consolati stranieri. Nonostante ciò, l'azienda ha voluto eliminare il volo diretto per la corrispondenza ed ha optato per la chiusura del centro meccanografico primario,
si chiede di sapere se, nell'ambito delle sue prerogative, il Ministro in indirizzo non intenda proporre, anche attraverso l'istituzione di un tavolo tecnico, tutte le soluzioni più idonee affinché Poste Italiane rimoduli il nuovo piano industriale per la Sicilia, il quale dovrà garantire, da un lato, il mantenimento della medesima qualità del servizio, i medesimi livelli occupazionali, ed evitare in tal modo la presunta riduzione della piante organiche del 35 per cento; dall'altro, la centralità della città di Palermo nelle scelte aziendali, considerate le peculiarità del capoluogo siciliano.