Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00234
Azioni disponibili
Atto n. 1-00234
Pubblicato il 12 febbraio 2004
Seduta n. 537
PETERLINI, BETTA, BOCO, CAMBURSANO, CAVALLARO, CORTIANA, COVIELLO, DE PAOLI, DI SIENA, D'IPPOLITO, FALOMI, FORCIERI, LIGUORI, MICHELINI, MODICA, PEDRINI, SALZANO, VALLONE.
Premesso che:
il recente crack della Parmalat, con un buco di 14,3 miliardi di euro ancora tutto da definire, rivela certamente una mancanza di strumenti efficaci e di controlli su operazioni finanziarie e sui comportamenti dei vari attori della vita economica, come possono essere le agenzie di certificazioni di bilancio, di rating, di consulenza, di collocamento di azioni e obbligazioni, etc. ;
dopo il crollo del fondo LTCM, della Enron e poi dei bond argentini, della Cirio, della Parmalat e di Finmatica - solo per menzionare i casi più eclatanti - dovrebbe essere chiaro a tutti che siamo di fronte ad una vera e propria crisi sistemica;
la Commissione di indagine conoscitiva sul caso Parmalat potrà senz’altro dare molti importanti frutti e idee per approntare tutta una serie di interventi atti a garantire un miglior funzionamento dei meccanismi economici, con maggiori controlli e maggiori garanzie di correttezza e di salvaguardia degli interessi di tutti coloro che partecipano nei processi economici in modo produttivo e onesto, e al contempo con una loro maggiore responsabilità;
data l’internazionalizzazione dei mercati finanziari una nazione da sola, o anche l’Europa da sola, non può garantire un controllo e l’applicazione di regole più forti in modo risolutivo;
le crisi finanziarie e bancarie suscitano diffuse preoccupazioni non solo tra i risparmiatori e le imprese serie, ma anche tra le classi dirigenti dei vari Paesi interessati. C’è una crisi dell’intero sistema finanziario sempre più finalizzato alla pura speculazione;
nel frattempo i dati più recenti riportati ufficialmente dalla Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea indicano non solo un aggravarsi del divario tra l’economia reale e quella puramente finanziaria, ma rivelano una vera e propria esplosione della bolla degli strumenti derivati. Infatti nel rapporto della BRI “Il mercato dei derivati OTC (Over The Counter) nella prima metà del 2003”, pubblicato il 12 novembre 2003, si ammettono i seguenti valori nozionali dei derivati OTC in miliardi di dollari: giugno 2002: 127.500; dicembre 2002: 141.700; giugno 2003: 169.700. Ne deriva un aumento di 42.000 miliardi di dollari in 12 mesi;
oltre alle principali banche italiane coinvolte nel caso Cirio e Parmalat, le tre banche americane interessate nella vicenda Parmalat ("JP Morgan Chase", "Bank of America" e "Citygroup") sono da sole i massimi responsabili di questa crescita vertiginosa, come si evince anche dai report dell’istituto governativo americano "Comptroller of the Currency": sempre a giugno 2003 la "Jp Morgan" ha raggiunto il livello di 33.300 miliardi di dollari in derivati, con un aumento di 4.500 miliardi in soli 6 mesi; la "Bank of America" ha raggiunto i 14.300 miliardi di dollari e la "Citygroup" i 13.000 miliardi. Ciò costituisce una vera distorsione se si considera che il PIL degli USA si aggira intorno agli 11.000 miliardi di dollari,
impegna il Governo ad attivarsi nelle competenti sedi internazionali per costruire una nuova architettura finanziaria finalizzata ad evitare futuri crack finanziari ed il ripetersi di bolle speculative, e quindi orientata al precipuo obiettivo di sostenere l’economia reale.