Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05363

Atto n. 4-05363

Pubblicato il 25 febbraio 2016, nella seduta n. 582

CASSON - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

risulta da plurime notizie di agenzia e giornalistiche che lo Stato italiano è stato condannato con sentenza del 23 febbraio 2016 dalla Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) per il rapimento e la detenzione illegale di Osama Mustafa Hassan Nasr, meglio conosciuto come Abu Omar, già imam a Latina, rapimento avvenuto in Milano il 17 febbraio 2003;

nella sua sentenza, la CEDU scrive che le autorità italiane sarebbero state ben consapevoli che Abu Omar era vittima di un'operazione di "extraordinary rendition", posta in essere da appartenenti al servizio segreto militare italiano (SISMI) e alla CIA, operazione iniziata con il suo sequestro in Italia e continuata con il suo trasferimento all'estero in aereo, dall'aeroporto militare di Aviano. E spiega ancora la CEDU che l'Italia avrebbe violato le norme relative al trattamento dei "detenuti di alto livello" e conseguentemente il diritto di Abu Omar a non essere sottoposto a torture e maltrattamenti, tipici invece proprio del programma di "extraordinary rendition" della CIA e in effetti posti in essere ai suoi danni in territorio egiziano;

sempre secondo i giudici della CEDU, inoltre, il nostro Paese, durante le varie fasi processuali, avrebbe posto il segreto di Stato in modo "improprio" e tale da assicurare che almeno una parte dei responsabili del rapimento, della detenzione illegale e dei maltrattamenti ad Abu Omar "non dovessero rispondere delle loro azioni";

l'indagine e il processo, quindi, non avrebbero portato alla punizione di tutti i responsabili, a cui, in sostanza, era stata garantita l'immunità. E ciò, nonostante il lavoro degli inquirenti e dei giudici italiani, che avevano identificato tutte le persone responsabili, che sarebbero state tutte condannate, se non ci fosse stato quel comportamento degli organi di governo italiani, che, appunto, avrebbero bloccato un completo accertamento delle penali personali responsabilità, mediante il plurimo e ripetuto ricorso al segreto di Stato;

in conclusione, la CEDU condannava l'Italia ad un risarcimento per danni morali a favore di Abu Omar e della moglie, per grave violazione dei loro diritti costituzionali fortemente compromessi;

considerato che a parere dell'interrogante quanto motivato dalla CEDU costituisce, in effetti, una accusa precisa di aver gravemente abusato del segreto di Stato, così come risultano essere stati censurati i successivi provvedimenti di clemenza a favore di appartenenti o ex appartenenti alla CIA;

considerato, inoltre, che:

già il 23 gennaio 2007 il firmatario del presente atto di sindacato ispettivo aveva sollecitato, come co-firmatario di altro atto ispettivo, il Governo pro tempore sulla vicenda in questione, richiamandolo al rispetto delle decisioni dell'autorità giudiziaria e ad assicurare il rispetto della legalità sul territorio italiano, oltre che la stessa sovranità nazionale;

ritenuto che sia necessario rivedere l'intera questione e a distanza di tanti anni, valutare l'opportunità di revocare il segreto di Stato illo tempore apposto e confermato sull'intera vicenda Abu Omar,

si chiede di sapere se il Presidente del Consiglio dei ministri, alla luce della citata sentenza della CEDU, non ritenga doveroso, oltre che opportuno, revocare l'opposizione-apposizione del segreto di Stato sull'intera "vicenda Abu Omar".