Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02211

Atto n. 3-02211 (in Commissione)

Pubblicato il 23 settembre 2015, nella seduta n. 510

PETRAGLIA , DE PETRIS , BAROZZINO , CERVELLINI , DE CRISTOFARO , URAS - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -

Premesso che nel Consiglio dei ministri del 31 luglio 2015 è stato approvato in via preliminare il regolamento di revisione delle classi di concorso. Da notizie di stampa, risulta che in tale occasione sarebbe stato sottoposto all'approvazione solo il testo del provvedimento senza le relative tabelle;

considerato che, a parere degli interroganti:

la messa a regime del sistema delle classi di concorso, dopo 7 anni di annunci e smentite, è sempre più urgente per una migliore gestione degli organici e per la formazione iniziale degli insegnanti, ma non può avvenire nel chiuso delle stanze ministeriali senza un reale confronto con la scuola reale;

uno dei compiti primari, oltre all'accoglienza, che la scuola dovrebbe assolvere in presenza di alunni immigrati è quello di impartire una competenza di base accurata della lingua italiana, per poter poi, su questa competenza, costruire quella in altre lingue e in altre discipline. Tutto ciò richiede ai docenti, e non solo a loro, una rilettura dei contenuti interdisciplinari, tutt'altro che agevole e lineare;

le proposte sui requisiti d'accesso alla nuova classe di concorso A23 "Lingua italiana per discenti di lingua straniera (alloglotti)" sono state pubblicate, anche se solo in bozza: se tali requisiti saranno confermati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la maggior parte dei professionisti, che in questi 20 anni hanno costruito le prassi di accoglienza nelle scuole, sarà impossibilitata all'accesso a tale classe di concorso e, conseguentemente, al concorso nazionale del 2016;

la bozza di tabella dei requisiti indica, tra le altre discipline, geografia, storia, letteratura italiana, latino; requisiti che evidentemente a giudizio degli interroganti non rispondono a criteri di qualità nella scelta del personale della scuola, ma ad altre logiche;

ritenuto che:

il facilitatore linguistico di italiano L2, che lavora nelle scuole con i figli di migranti o immigrati è un operatore interculturale con competenze teorico-pratiche nella didattica della lingua italiana;

fino alla costituzione di una nuova classe di concorso per la scuola, il facilitatore linguistico ha lavorato per 2 decenni nelle scuole attraverso chiamata diretta o progetti delle amministrazioni locali. I requisiti per svolgere regolarmente e con competenza questo lavoro erano, nella maggior parte dei casi, il possesso di una laurea (vecchio ordinamento, specialistica o magistrale) e di una certificazione regolarmente rilasciata, previo esame, da un ente certificatore dello Stato italiano (università per stranieri di Siena, università per stranieri di Perugia) o dall'università "Ca' Foscari" di Venezia,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non voglia ascoltare in proposito il Consiglio superiore della pubblica istruzione e riconoscere come abilitanti, in questo primo scaglione di accesso alla classe di concorso A23, le certificazioni citate (ad oggi solo titoli culturali), i titoli di servizio e i titoli specifici post lauream, permettendo in tal modo di recuperare le eccellenze all'interno del territorio italiano in un percorso di continuità con il passato.