Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02070

Atto n. 3-02070 (in Commissione)

Pubblicato il 14 luglio 2015, nella seduta n. 483
Trasformato

TAVERNA , AIROLA , BERTOROTTA , CASTALDI , DONNO , FUCKSIA , LEZZI , PAGLINI , PUGLIA , SANTANGELO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che a quanto risulta agli interroganti:

nella città di Brindisi, in località Santa Lucia, è situato un canile comunale che più volte è stato oggetto di articoli giornalistici e di proteste dei cittadini a causa dell'inadeguatezza della struttura e delle terribili condizioni dei tanti cani ivi detenuti;

in riferimento alla citata situazione è stato presentato, in data 19 gennaio 2015, l'atto di sindacato ispettivo 4-03277 che ad oggi non ha ricevuto risposta;

nel mese di gennaio 2015, il Comune di Brindisi ha diffidato le 2 aziende che si occupavano della gestione del canile citato, in quanto alcune analisi effettuate per verificare la qualità dell'acqua usata per pulire i box sarebbero state falsificate;

negli ultimi mesi del 2014, il Comitato UGDA onlus (Ufficio garante per i diritti degli animali) ha chiesto di poter accedere quotidianamente alla struttura per collaborare all'assistenza ai cani che, a suo avviso, presentavano evidenti segni di maltrattamento; inoltre la maggior parte dei cani usciti dal canile evidenziava patologie renali che si teme siano dovute a una possibile alta concentrazione di sale nell'acqua distribuita ("il Fatto Quotidiano", del 29 gennaio 2015);

successivamente, nel mese di aprile 2015 è stato depositato un esposto presso la procura della Repubblica di Brindisi, da parte del comitato UGDA, relativamente alle condizioni sanitarie dei cani detenuti nel suddetto canile;

nel mese di aprile 2015, in data successiva al suddetto esposto, in seguito a propria istanza del giorno 14 aprile, il citato comitato veniva autorizzato dal sindaco di Brindisi ad accedere al canile comunale di Contrada Santa Lucia (ai sensi dell'art. 2, comma 371, della legge 24 dicembre 2007 n. 244). Tuttavia, in data 1° luglio 2015 lo stesso ritirava temporaneamente la propria disponibilità a causa dei numerosi ostacoli frapposti alla propria opera di controllo e di soccorso ai cani;

in data 6 luglio 2015, a seguito di un controllo effettuato dai carabinieri del Nas (nucleo anti sofisticazioni) di Taranto, la struttura veniva sottoposta a sequestro, con provvedimento amministrativo della procura di Brindisi e affidata in custodia giudiziaria all'associazione Le.P.A. e alla ditta Multiservizi di Brindisi;

da notizie di stampa ("il Fatto Quotidiano", del 7 luglio 2015) si apprende che nel canile sono stati rinvenuti più cani di quanti ne poteva effettivamente ospitare, condizioni igienico-sanitarie precarie nei box e una porzione di ricoveri abusiva. Secondo i militari le responsabilità delle condizioni di vita dei 596 cani ospitati potrebbero essere attribuite sia alle 2 imprese operanti nella struttura che al comune, in quanto proprietario e quindi delegato alla manutenzione ordinaria e straordinaria;

considerato che:

la struttura ad oggi ospita circa 600 animali, in evidente contrasto con la normativa vigente (legge della Regione Puglia n. 12 del 1995), che prevede che i canili possano ospitare un massimo di 200 unità, nonché con la recente sentenza (16 settembre 2014) della Corte di cassazione, secondo la quale ospitare un numero superiore di cani rispetto a quanto stabilito dalla legge regionale è una scelta imprenditoriale diretta a sacrificare il benessere degli animali alle logiche del profitto e che il reato penale in base all'articolo 727 del codice penale si configura se le condizioni di custodia provocano sofferenza anche senza pregiudizio all'integrità fisica. Ne consegue che ai fini del fumus è sufficiente il sovraffollamento della struttura;

a parere degli interroganti sarebbe opportuno disporre il sequestro preventivo degli animali detenuti nel canile di Brindisi alla luce delle molteplici irregolarità riscontrate,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza degli accadimenti in premessa;

se non ritengano che sia indefettibile disporre il sequestro preventivo degli animali detenuti nel canile comunale di Brindisi, al fine di tutelare la loro condizioni igienico-sanitarie;

quali provvedimenti, nell'ambito delle proprie attribuzioni, intendano adottare al fine di accertare la morte di numerosi cani all'interno del canile in questione, disporre lo smaltimento delle relative carcasse nonché accertare la destinazione di circa un migliaio di cani non risultanti attualmente all'appello;

se non considerino urgente effettuare il controllo e l'analisi del suolo e delle acque sottostanti al canile comunale di Brindisi.