Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02050

Atto n. 3-02050 (in Commissione)

Pubblicato il 8 luglio 2015, nella seduta n. 480
Trasformato

NUGNES , MORONESE , SANTANGELO , GIROTTO , PAGLINI , SERRA , BERTOROTTA , DONNO , CASTALDI , CAPPELLETTI , MONTEVECCHI - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e per la semplificazione e la pubblica amministrazione. -

Premesso che:

in data 22 gennaio 2015 è stata sottoscritta la nuova convenzione quadro tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Sogesid SpA firmata dal segretario generale del Ministero, dottor Antonio Agostini, e dal presidente ed amministratore delegato della Sogesid SpA, ingegner Marco Staderini;

la Sogesid, grazie alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, legge finanziaria per il 2007, articolo 1, comma 503, è stata trasformata in una società in house, cioè un ente strumentale alle finalità ed alle esigenze del Ministero dell'ambiente, consentendo così il trasferimento di molte competenze istituzionali attribuite al Ministero stesso;

la convenzione delega alla Sogesid SpA, società al centro di numerose vicende giudiziarie, buona parte delle attività istituzionali del Ministero, a costi elevatissimi gravanti sui contribuenti, trattandosi di società interamente a capitale pubblico (Stato italiano e fondi europei);

le attività affidate dal Ministero dell'ambiente a Sogesid nella maggioranza dei casi sono subappaltate da quest'ultima a soggetti terzi;

tra il 2007 ed il 2010, periodo in cui Gianfranco Mascazzini era direttore generale del Ministero, sono state pianificate le bonifiche più importanti della storia recente del nostro Paese. A seguito del suo pensionamento l'ex direttore è divenuto uno dei consulenti esterni retribuito dalla Sogesid;

secondo i dati ministeriali l'ammontare complessivo dei lavori preliminari e di bonifica pianificati è pari a diverse centinaia di milioni di euro e l'affidamento degli stessi avviene in tutti i casi ad un'unica società, la Sogesid;

a giudizio degli interroganti, tuttavia, i risultati conseguiti in questi anni sono stati del tutto insoddisfacenti;

i dati ufficiali sono ben riassunti nel rapporto sullo stato di attuazione delle bonifiche 2014 elaborato dall'associazione Legambiente: "il totale delle aree perimetrate come siti di interesse nazionale (SIN) è arrivato negli anni a circa 180mila ettari di superficie, scesi oggi a 100mila ettari, solo grazie alla derubricazione dello scorso anno di 18 siti da nazionali a regionali (i SIN sono quindi passati da 57 a 39). Solo in 11 SIN è stato presentato il 100% dei piani di caratterizzazione previsti; solo in 3 SIN è stato approvato il 100% dei progetti di bonifica previsti. In totale, sono solo 254 i progetti di bonifica di suoli o falde con decreto di approvazione, su migliaia di elaborati presentati"; "scarsi o quasi inesistenti i risultati in termini di bonifiche effettuate sebbene il giro d'affari del risanamento ambientale si aggiri ai 30 miliardi di euro. Dal 2001 al 2012 sono stati messi in campo 3,6 miliardi di euro di investimenti, tra fondi pubblici (1,9 miliardi di euro, pari al 52,5% del totale) e progetti approvati di iniziativa privata (1,7 miliardi di euro, pari al 47,5% del totale";

risulta agli interroganti che la Sogesid ha speso solo nel 2012 la cifra esorbitante di 4,3 milioni di euro in consulenze esterne; nel corso di 5 anni, dal 2008 al 2012, un solo sito è stato bonificato e sono stati impegnati quasi 500 milioni di euro, di cui una parte rilevante per consulenze. Dal 2009 al 2011 la Sogesid ha beneficiato complessivamente di 426 milioni di euro per studi e progetti. La Sogesid assolve incarichi di progettazione e studi di fattibilità, molto spesso attraverso affidamento diretto senza gara, per conto del Ministero, incarichi che dovrebbero invece essere svolti da altri organismi pubblici come l'ISPRA (Istituto superiore per la ricerca ambientale) o le agenzie regionali per l'ambiente;

a parere degli interroganti la riconferma della convenzione con la Sogesid SpA suscita diverse perplessità, soprattutto in considerazione del fatto che il risultato conseguito in questi anni non è considerato soddisfacente e sono state contestate numerose accuse giudiziarie ai vertici della società, paventando possibili reati gravi a danno dell'ambiente e dell'erario; difatti molteplici sono i procedimenti giudiziari in corso che hanno visto coinvolti i vertici Sogesid;

uno dei procedimenti suddetti riguarda la bonifica di Marano e Grado in Friuli-Venezia Giulia, l'ex area della industria Caffaro, i cui lavori di bonifica, secondo i magistrati, sarebbero stati eccessivamente costosi e inefficaci, come ad esempio il "sarcofago" subacqueo che i sommozzatori dei Carabinieri hanno constatato essere forato e danneggiato pochi anni dopo la sua installazione;

un altro procedimento avviato è relativo alla bonifica dichiarata, ma mai effettuata, nell'ex area Italsider di Bagnoli. Anche in questo caso la regia per la bonifica di quell'area, definita dal Ministero come SIN (sito interesse nazionale) Bagnoli-Coroglio, era sotto la supervisione di Mascazzani che risulterebbe tra i rinviati a giudizio nel procedimento pendente presso il tribunale di Napoli. Mentre i tecnici sostenevano di aver effettuato la bonifica dell'area delle ex acciaierie, in realtà era stata effettuata una semplice movimentazione del terreno. Tale azione non ha comportato la bonifica del sito, per la quale diversi metri di terreno in profondità devono essere esportati e smaltiti come fanghi inquinanti, ma ha peggiorato la situazione liberando gli agenti inquinanti nell'aria e nel terreno circostante;

anche la mancata bonifica dell'area ex-Sisas del "Polo chimico di Pioltello-Rodano", nella periferia est di Milano, ha visto coinvolti i 2 responsabili della direzione dei lavori, Fausto Melli e Luciano Capobianco, legati alla Sogesid SpA;

a giudizio degli interroganti quindi la Sogesid sino ad ora non ha dato prova di aver operato nell'interesse della collettività;

considerato che:

le tariffe giornaliere dei dipendenti Sogesid SpA, a fronte dello svolgimento delle attività di "supporto tecnico" del Ministero, vengono distinte per i diversi livelli professionali che, come riportato dall'allegato I della convenzione quadro, vanno da un minimo giornaliero di 171,92 euro per un dipendente di fascia A, qualificato come addetto esecutivo, ad un massimo di 695,68 euro giornalieri per un "Esperto Senior". Ai compensi vanno aggiunti iva e rimborsi spese dal 7,2 al 15 per cento dell'importo liquidato;

a parere degli interroganti i costi previsti risultano esorbitanti sia che si applichino gli ordinari criteri di spending review, sia comparati ai compensi erogati al personale del Ministero, operante, spesso con le stesse professionalità richieste a Sogesid; tale circostanza, oltre che fonte di disparità inaccettabile, rischia di demotivare il già ridotto personale operante presso il Ministero stesso;

in base a quanto dichiarato dalla stessa Sogesid, nella nota prot. n. 00159 del 15 gennaio 2015, parte integrante della convenzione quadro, il personale "assistente tecnico" ad oggi applicato presso la sede del Ministero dell'ambiente è rappresentato da 207 unità, sebbene da informazioni ufficiose risulterebbero in numero di gran lunga maggiore;

a giudizio degli interroganti parrebbe che la maggior parte del personale Sogesid applicato al Ministero è rappresentato dalle fasce di livello minore, fascia A 108 unità e fascia B 89 unità, che in alcun modo può rappresentare quel "supporto tecnico specialistico", indicato dalla convenzione quadro, di cui è "apparentemente" carente il Ministero stesso nonostante possa avvalersi del supporto tecnico dell'ISPRA;

il costo del personale Sogesid di fascia A e B assorbe il 91,5 per cento dell'onere totale al quale vanno comunque aggiunti il 7 per cento di rimborso di spese generali nonché l'IVA e, se dovuta, l'IRAP più il costo della struttura amministrativa di Sogesid SpA, dedicata alla gestione delle 207 unità che operano presso il Ministero;

nella citata nota di Sogesid viene anche ipotizzato un possibile incremento dell'impegno di assistenza tecnica presso il Ministero fino al raddoppio delle unità lavorative impegnate e conseguentemente fino al raddoppio del corrispettivo, per il gruppo di lavoro dedicato alla gestione amministrativa del personale in questione;

a parere degli interroganti da un'analisi del personale in organico presso il Ministero si evince chiaramente l'esiguità del personale impiegato ed ancor più di quello qualificato e specializzato. I dati fanno riferimento ad una pianta organica risultante in "sotto organico", 530 dipendenti di ruolo contro i precedenti 900, oltre al blocco di qualsiasi forma di rinnovo contrattuale, progressione di carriera, formazione professionale, fondi di produttività come per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione a causa dei tagli e blocchi operati dal Governo. A questo dato però corrisponde un'esternalizzazione di gran parte delle attività istituzionali con aggravio di costi e contemporanea demotivazione lavorativa, dei dipendenti di ruolo. Tutto a discapito della produttività ed efficacia del lavoro di competenza del Ministero;

risulta agli interroganti che il personale tecnico di ruolo in servizio presso la divisione che si occupa delle bonifiche dei 40 siti di interesse nazionale sia pari ad appena 3 unità di cui un solo funzionario di ruolo del Ministero e 2 tecnologi in posizione di distacco dall'ISPRA, mentre per il resto le delicate funzioni istituzionali di competenza siano svolte da personale Sogesid che non è stato selezionato attraverso alcuna procedura comparabile a un concorso pubblico e che si trova a operare sugli stessi siti sui quali Sogesid ha convenzioni attive per attività di progettazione degli interventi di bonifica;

la stessa Corte dei conti nelle relazioni sulla gestione finanziaria Sogesid SpA ipotizza che l'affidamento degli incarichi conferiti alla Sogesid "possa prestarsi ad essere utilizzato come mezzo elusivo dei vincoli all'assunzione di personale e delle limitazioni e delle condizioni per il conferimento di incarichi per prestazioni di servizi";

tale osservazione è stata espressa anche dal capo di gabinetto del Ministero dell'economia e finanze nella nota prot. n. 1264 del 21 gennaio 2015 (parte integrante della convenzione quadro);

inoltre la stessa convenzione prevede, all'art. 11, che la Sogesid possa avvalersi di soggetti terzi quali imprese, esperti e professionisti per l'esplicazione delle funzioni richieste, facendo venir meno ogni riferimento all'eccezionalità di tale ipotesi richiamata nel documento di indirizzo per la stipula delle convenzioni quadro e al previo assenso della componente ministeriale;

gli abusi operati all'interno del meccanismo di esternalizzazione delle competenze, di cui Sogesid rappresenta un esempio, sono stati evidenziati dalla Corte dei conti, che nel pronunciarsi su un caso specifico ha espresso chiaramente un importante principio generale, per cui non si possono affidare a terzi competenze per le quali esistono appositi uffici pubblici; con la deliberazione SCCLEG/31/2014/PREV, in tema di attività di consulenza esterna al Ministero, attribuita alla Sogesid SpA al di fuori del rapporto convenzionale già in essere, la sezione ha affermato che il ricorso da parte di un'amministrazione ad una consulenza esterna relativamente a specifiche tematiche, affidata ad una società in house, è soggetta al controllo preventivo di legittimità ai sensi dell'art. 3, comma 1, lettera f-ter), della legge n. 20 del 1994. Inoltre, ha ritenuto che il ricorso ad una consulenza esterna, tenuto conto della presenza nell'ambito della Direzione generale di un apposito ufficio deputato e della possibilità, in genere, di avvalersi, per i casi più complessi, dell'Avvocatura generale dello Stato, deve essere oggetto di specifica motivazione, specie se l'oggetto del contratto risulta, in tutto o in parte, coincidente con quello di altra convenzione stipulata tra il Ministero dell'ambiente e la stessa società. Infine, ha chiarito che le somme destinate alla consulenza devono affluire al conto dell'entrata e non possono essere direttamente corrisposte da parte dei soggetti privati;

il controllo sull'operato della Sogesid, che si ribadisce essere una società per azioni in house del Ministero dell'ambiente a totale capitale pubblico, è affidato, sulla base delle linee guida dettate dal Ministero, allo stesso Ministero;

considerato inoltre che:

a giudizio degli interroganti è incoerente che un'amministrazione pubblica rimanga in affitto dalla sua istituzione risalente al 1986 con la legge n. 349, a costi esorbitanti pari ad una spesa complessiva annua di 5.077.240,40 euro iva esclusa, e non programmi invece una pianta organica commisurata alle proprie necessità istitutive, anzi, subisca una riduzione della stessa fino ad arrivare a quella attuale pari a 559 (Dotazione organica del personale non dirigenziale) e che tale mancata programmazione causi l'assunzione di personale esterno per oltre il doppio del proprio organico; tutto ciò in un momento in cui le tematiche inerenti al controllo ambientale dovrebbero aver assunto un ruolo centrale nelle politiche degli Stai membri dell'Unione europea;

le selezioni del personale esterno effettuate dalla Sogesid, inoltre, non sono state espletate con le garanzie dei concorsi pubblici e potrebbero non assicurare la necessaria trasparenza,

si chiede di sapere:

se ai Ministri in indirizzo risulti quante bonifiche siano state effettivamente portate a compimento dalla Sogesid dal 2007 ad oggi;

se ritengano legittima la disparità di trattamento economico tra il personale facente capo alla Sogesid che svolge funzioni ad essi delegate dal Ministero dell'ambiente e il personale del Ministero stesso e dell'ISPRA, a parità di funzioni e di compiti;

se non ritengano più efficace e meno oneroso avviare un graduale procedimento di internalizzazione delle competenze oggi affidate a Sogesid, nonché una razionalizzazione secondo principi di trasparenza, efficacia ed efficienza delle procedure per l'affidamento delle funzioni, attraverso la selezione dei singoli soggetti attuatori qualificati;

se intendano attivare le previste procedure di mobilità degli organici delle Province, nei quali sono disponibili alcune professionalità necessarie allo svolgimento della tutela in materia di vigilanza dell'ambiente e del territorio;

se considerino opportuno avviare le procedure per l'espletamento di un concorso pubblico al fine di reperire le risorse umane specializzate e qualificate necessarie, piuttosto che affidarsi a onerose convenzioni esterne che potrebbero rappresentare un danno erariale per lo Stato.